Tra video, ricatti e processi non c’è pace per i preti di Bergamo
Tra video, ricatti e processi non c’è pace per i preti di Bergamo. In questi giorni la capitale della cultura 2023 sembra di nuovo più la capitale degli scandali preferiti tra gli italiani: quelli che coinvolgono religiosi e sesso. Perché dal Concilio che vietò ai preti di avere una vita sessuale ufficiale, sono pochi i mix che attirano più l’attenzione del pubblico rispetto agli scandali che coinvolgono i preti omossessuali. Un tema tornato all’ordine del giorno nella bergamasca anche per il ritorno in città dei festival dedicati al sesso come hanno sottolineato alcuni cittadini. Diciamo tornato perché negli anni scorsi abbiamo visto come ci siano video che girano su preti evidentemente gay (uno lo abbiamo visionato e riprende una scena su un letto a castello che è inequivocabile), come scandali sessuali di vario genere. Non ultimo il manifesto con le i testicoli del Colleoni sulla testa di Papa Giovanni XXIII che ha suscitato non pochi malumori su chi si intende di arte dei cittadini orobici. E in questi giorni tanto per cambiare si torna a parlare di scandali sessuali che coinvolgono i preti della diocesi bergamasca, forse è sfortuna, forse è l’aria delle montagne, non si sa, ma ogni due per tre il tema riemerge: in queste settimane è emerso il caso di un prete bresciano ricattato da un gruppo di ragazzi di origini rumene e residenti tra Bergamo e Brescia: il parroco sostiene di aver dovuto versare quasi 170mila euro perché ricattato dalla combriccola di giovani furbi, gente che lo avrebbe incastrato con video travisabili. Se ha ragione lui o loro che lo accusano di essere un prete che corre dietro ai ragazzi lo dirà il processo, ma intanto è l’ennesimo scandalo del genere. Chi se ne fosse dimenticato può riprendere anche la storia delle immagini di preti nudi in sacrestia e rilanciate su siti per incontri gay. O la storia di un parroco di Solto Collina i cui alloggi sarebbe stati perquisiti di recente per un’altra vicenda simile e che era già stato ricattato nel 2019. In questo secondo caso finì tutto con la condanna del ricattatore, nel primo è ancora tutto da verificare perché le fonti investigative non confermano la perquisizione e il sequestro di materiale. Forse i preti bergamaschi hanno una qualche caratteristica che li mostra più vulnerabili ai ricatti. In ogni caso tra video, ricatti e processi non c’è pace per i preti di Bergamo e se si chiede ai bar di Bergamo le persone rispondono con ironia: “Più che capitale della cultura sembriamo la capitale della cul…tura”.
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