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Scuola Falcone e Borsellino: cambiano i tempi e soprattutto i genitori

Leggere questo comunicato di Silvia Sardone, mi ha fatto fare un tuffo nel passato e sollecitato qualche dovuta riflessione. Vi si parla dei genitori degli alunni di un istituto in corso di ristrutturazione, preoccupati per il lungo e pericoloso percorso che dovranno affrontare i loro figli per recarsi in quello cui sono stati destinati, senza che il Comune abbia messo a loro disposizione una navetta. La leghista fa bene a sostenere le loro rivendicazioni, un politico deve sempre rispondere alle sollecitazioni dei cittadini, anche se in alcuni casi si potrebbe sacrificare qualche voto mantenendo un atteggiamento più critico nei loro confronti. E questo, a mio parere, è proprio uno di quei casi. Lo dico a ragion veduta. Basandomi su esperienze di vita vissuta. Sono nato a Greco Milanese, ancora ci abito e ho fatto le elementari alla scuola di via Bottelli. Quella dove dovrebbero trasferirsi gli studenti che stanno frequentando le medie nell’Istituto Falcone e Borsellino. Quando avevo dieci anni, terminate le elementari, nel mio quartiere non c’erano ancora scuole medie e toccò a me percorrere ogni giorno la strada fino alla scuola Falcone e Borsellino. Lo feci per tre anni, dai dieci ai tredici, con ogni tempo, impiegandoci al massimo venti minuti con le gambette corte da ragazzino. E sono qui a raccontarvelo! Cosa è cambiato da allora? La strada è la stessa: c’è ancora la palazzina diroccata all’angolo fra via Pianell e via Ugolini e bisogna ancora passare sul ponticello pedonale che scavalca la ferrovia in via Comune Antico. Non è più mal frequentata di allora. I ragazzi potrebbero incontrarci gli stessi pericoli presenti sotto casa loro. Conosco bene quelle strade, fino a due anni fa ci passeggiavo un paio di volte la settimana con il nostro direttore Michelangelo Bonessa che abitava esattamente a metà del percorso, senza mai subire aggressioni, vedere o sapere di qualcuno che ne fosse stato vittima. Insisto, cosa è cambiato allora? Sono cambiati i tempi e con essi i genitori. Soprattutto i genitori. Divenuti tali dopo essere stati figli cresciuti nella bambagia, da padri e madri che hanno voluto risparmiare loro le privazioni che gli erano toccate in sorte, nel mentre media e istituzioni instillavano in loro ogni genere di preoccupazione. Sono contestualmente abituati alle comodità e attanagliati dalla paura, che li priva del coraggio di lasciare che figli affrontino il mondo da soli, cosa che li renderà ancora più pigri, paurosi e deboli di loro. Concludendo, ci sta bene una citazione: “I tempi difficili creano uomini forti. Gli uomini forti creano bei tempi. I bei tempi creano uomini deboli. E gli uomini deboli creano tempi difficili“. Al massimo un paio di generazioni e, continuando su questa strada, verranno tempi molto difficili.

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Scuola Falcone e Borsellino. Sardone (Lega): trasferimento senza navette una vergogna targata PD

“Sono stata contattata dai genitori i cui figli frequentano la scuola media Falcone e Borsellino, giustamente arrabbiati e preoccupati, per il trasferimento forzato – causa riqualificazione – verso altre scuole che distano anche parecchio dalla sede originaria e non sono coperte dai mezzi pubblici” lo Scrive in una nota, Silvia Sardone Consigliere Comunale della Lega. “Il tutto senza predisporre un servizio navetta per agevolare le famiglie – spiega la Sardone, sottolineando – i ragazzini che saranno spostati alla scuola di via Bottelli, infatti,  dovranno farsi mezz’ora a piedi lungo una strada poco sicura, rischiando la pelle per raggiungere il nuovo istituto”. “La giunta finto-green parla tanto di mobilità sostenibile – attacca quindi la Sardone – poi quando dalle parole deve passare ai fatti latita sempre: perché infatti non predisporre, anche insieme ad Atm, dei mezzi appositi per evitare alle famiglie difficoltà organizzative ed economiche? Chi non ha l’auto, come tra l’altro consiglia il Comune ostaggio dei Verdi, come deve fare?” si chiede la leghista. “È doveroso perlomeno che qualcuno esca dal sonno a Palazzo Marino – insiste l’Europarlamentare della Lega – e dia delle risposte certe e convincenti alle famiglie coinvolte nel trasferimento e dia anche garanzie sui tempi di consegna della scuola riqualificata, previsti in due anni. L’ennesima vergogna targata Pd sull’istruzione – conclude la Sardone – oltre al danno non aggiunga la beffa”. 

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Estorsione agli anziani genitori, arrestato

La polizia di Stato ha eseguito ieri sera a Milano una misura cautelare in carcere nei confronti un italiano di 36 anni, con precedenti per reati contro la persone e stupefacenti, per maltrattamenti in famiglia ed estorsione aggravata ai danni dei genitori. L’uomo, senza lavoro, con problemi di droga e il vizio del gioco, aveva iniziato a perseguitare gli anziani genitori dal giugno 2017, chiedendo loro soldi per far fronte alle proprie esigenze personali. L’uomo ha iniziato a manifestare atteggiamenti sempre più pesanti nei confronti dei genitori, sfociati presto in minacce e violenze. Tale situazione, non trovando soluzione, ha indotti i coniugi a rivolgersi alla polizia, che in un primo momento ha allontanato l’uomo. I genitori del 36enne, convinti di poter rimediare con il figlio, lo hanno sempre riaccolto in casa ma la situazione non è mai cambiata. Dopo aver chiesto più volte l’intervento delle forze dell’ordine, i genitori si sono decisi a sporgere denuncia e nel marzo 2018 il questore di Milano ha emesso nei confronti dell’uomo un provvedimento di ammonimento. Dopo una pausa iniziale, il 36enne ha ricominciato minacciare i genitori tentando di estorcergli denaro. I due sono quindi stati costretti, tra ottobre 2018 e novembre 2019, a un esborso superiore a 50mila euro, sperperato in droga e gioco d’azzardo. Lunedì sera gli agenti gli agenti del commissariato villa san Giovanni hanno posto fine a questa situazione, accompagnando il 36enne in carcere in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Milano. Gli agenti del commissariato ieri pomeriggio hanno potuto accertare, in aggiunta, una serie di violenze che l’uomo avrebbe perpetrato anche ai danni della compagna, malmenata sempre a seguito dell’abuso di alcolici e sostanze stupefacenti.  

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Via Guicciardi: l’asilo di Sala fa ancora acqua

Via Guicciardi: l’asilo di Sala fa ancora acqua. Tanta da costringere il primo cittadino a ordinarne la chiusura. Tra un proclama e l’altro infatti il sindaco Giuseppe Sala spesso si dimentica di amministrare la città, motivo principale per il quale ha ottenuto la fiducia e lo stipendio dai milanesi. Concentrato com’è però sul marketing personale ha lasciato a piedi 60 famiglie. Il centrodestra è complice e miope, perché non combatte i genitori presi per il naso dal Comune: se viene chiesta una quota di iscrizione per un servizio e poi il servizio erogato è molto diverso dal previsto si potrà ben parlare di presa in giro? Secondo i genitori dell’asilo pure di più: si sono infatti rivolti a un avvocato perché la situazione è diventata intollerabile. Lasciamo la parola proprio alla lettera aperta inviata e ignorata da Palazzo Marino. Suscita una certa sorpresa e curiosità vedere che proprio in questi giorni il Comune stia sponsorizzando su Facebook i lavori finiti in un’altra scuola comunale. Ma forse è solo pensar male da giornalisti. “L’asilo di via Guicciardi 3/A si è di nuovo allagato. Il Comune di Milano stavolta ha dichiarato la struttura inagibile e mio figlio ieri ha trovato il cancello chiuso. Tutti a casa, senza risposte. Ieri sera alle 20.15 una segretaria del nido mi risponde al telefono e mi dice che da oggi, per venti giorni, Alessio deve frequentare un asilo a Bruzzano a 5 km da casa e dalla materna dove frequenta suo fratello maggiore. E dopo? Nessuno ancora lo sa. Nessun’altra comunicazione ufficiale, fino ad ora. Come possono pensare che bambini di un anno (alcuni anche lattanti) vengano smistati e rimbalzati da un asilo all’altro, con tutine e pannolini in un trolley stile “studenti fuori sede”, creando immensi disagi a noi genitori? Così, di fatto, ci stanno impedendo di andare al lavoro… alla faccia delle politiche di conciliazione lavoro-vita. Così, di fatto, costringono noi genitori lavoratori full time, e senza nonni, a improvvisare quotidianamente soluzioni per i nostri figli, senza dormirci la notte… alla faccia del sostegno alle famiglie. Così, di fatto, ci costringono a pagare babysitter costosissime senza alcuna garanzia di risarcimento… alla faccia del sostegno alla natalità. Ora faccio una semplice domanda a Laura Galimberti e Beppe Sala: potete accettare che nella città che amministrate 60 famiglie vivano questa situazione? Ed era tutto prevedibile, visto che a settembre era già successo e l’impresa aveva ammesso pubblicamente di non essere sufficientemente attrezzata per gestire il maltempo. Venite a parlare con noi genitori, ascoltate le nostre richieste e lamentele… e almeno, dico almeno… garantite la gratuità del (dis)servizio finora offerto. Almeno metteteci la faccia. Michela Finizio (mamma di Alessio) E ora cosa succederà? Qualcuno si muoverà per via Guicciardi dove l’asilo di Sala fa ancora acqua.

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Nella Milano di Sala l’asilo è un cantiere

Nella Milano di Sala l’asilo è un cantiere. E non per dire: mentre i bambini si trovano in classe partiva nella stanza vicino partiva il rumore e il tremolio imposto dal martello, sollevando polveri e la paura dei bambini più sensibili. Repubblica, non volendo creare problemi al proprio sindaco, ha scritto un articolo che definire criticabile è un complimento. Va bene tutto, ma visti i fiumi di inchiostro sui bambini che si spendono in altre occasioni, questa volta il giornale di Verdelli poteva prendere le parti dei bambini e non di Giuseppe Sala. Noi almeno lo facciamo, unendoci alle maestre, le prime a chiedere una mano ai genitori degli alunni perché una situazione del genere era intollerabile. Nell’asilo di via Giucciardi 3/A al posto delle finestre ci sono teli di plastica, lo stesso edificio è ancora “imbustato” in un cantiere, alcune stanze sono allagate, la polvere è ovunque, insomma nella Milano di Sala l’asilo è un cantiere. E fino a venerdì c’erano appunto gli operai che lavoravano durante le lezioni, poi i genitori allertati dalle maestre hanno chiamato i vigili del fuoco che hanno imposto l’evacuazione: non ci sono le uscite di emergenza, la spiegazione data ai genitori sorpresi. Quindi nella Milano di Sala l’asilo è un cantiere, senza uscite di sicurezza per altro. Dopo la chiusura imposta dai vigili del fuoco però la scuola ha riaperto. Un lunedì come un altro per l’Amministrazione, tanto abituata ad avere cantieri aperti da tenerne uno per i bambini. Madri e padri che potevano scegliere o hanno ritirato i figli o li hanno tenuti a casa, altri sono stati costretti a portarli in via Guicciardi. L’unica reazione della giunta Sala è stata stoppare gli operai negli orari scolastici. Un passo avanti, ma il vero problema era che i lavori dovevano essere chiusi il 2 settembre  e non è successo (anche questo molto tipico nella Milano dell’era corrente): il sindaco era impegnato una volta di più a occuparsi di altro invece che di amministrare la città. Tanto Corriere e Repubblica hanno ottimi rapporti con Sala, sempre in predicato di diventare ministro o premier nel futuro. E sappiamo quanto attaccarsi alle gonne del candidato giusto possa favorire la carriera dei corifei che si fanno passare per giornalisti. Da quel lato non arriveranno mai critiche vere al manovratore, ma non per questo le opposizioni devono restare zitte. Le minoranze hanno strumenti per farsi sentire, se non rimangono abbagliati dalla sfavillante Milano raccontata dallo story telling del sindaco. Se la grande stampa si è allineata al potere, la politica non è obbligata ad allinearsi. Intanto pubblichiamo una lettera di una mamma a cui Sala ovviamente non ha risposto, anche in questi giorni è troppo impegnato per occuparsi di Milano e dei suoi figli. Caro sindaco Giuseppe Sala, è normale che nella Milano di oggi i nostri figli debbano andare all’asilo nido all’interno di un cantiere? Ma come potete pensare che, edificio agibile o meno in base alle disposizioni vigenti, dei bambini minori di tre anni vivano le loro giornate in una struttura circondata da impalcature, in mezzo a polvere e odore di muffa, tra stanze barricate dietro tendoni di plastica, operai sul tetto, rumori di calcinacci e trapani, con tutti i disagi che un cantiere edile di certe dimensioni può riservare?Sono queste le condizioni per rendere le scuole dei nostri figli “sicure”? Stamattina abbiamo chiamato i Vigili del fuoco dopo aver visto allagate le stanze del nido dove i bambini dovrebbero giocare e mangiare la pappa. I Vigili del fuoco ci hanno fatto sgomberare l’edificio, in fretta. I nostri figli ora sono a casa al sicuro e apprendiamo dai giornali che lunedì mattina vorreste tornare ad accoglierli nell’edificio di via Guicciardi 3A. Avete i poteri magici per chiudere un cantiere in un weekend oppure volete davvero che dei bambini, così piccoli, debbano passare l’autunno e parte dell’inverno in queste condizioni? Il cantiere è già in ritardo e il freddo è alle porte. Perché nei giorni scorsi, nonostante le nostre sollecitazioni, nessuno ci ha dato rassicurazioni o fornito documenti certi per assicurare la sicurezza della struttura? E ora che i Vigili del fuoco hanno fatto ci sgomberare in fretta e furia l’edificio noi dovremmo riportare lunedì mattina i nostri figli a giocare sotto le impalcature solo perché voi assicurate di rispettare le normative? Quando arriverà il freddo e dovrete chiudere le finestre come si farà con le polveri? Come garantite che le potenti piogge ed eventuali eventi climatici anomali (di questi tempi possibili) non faranno cedere la struttura? Come può un cantiere accelerare se non possono fare rumore negli orari di apertura del nido (si spera) e finire entro questo mese? Come garantite la sicurezza quando ci sono continuamente operai che entrano ed escono dall’edificio? Le domande sono tante. Attendiamo risposte prima di decidere se riportare lunedì mattina all’asilo i nostri piccoli. L’unica cosa che ci conforta sono le loro splendide maestre che in questi giorni hanno fatto di tutto per ridurre i disagi e mantenere il sorriso. Un’altra sede, subito, è il minimo che possiate dare alle famiglie coinvolte. Paghiamo regolarmente le rette scolastiche e i nostri figli sono la cosa più preziosa che abbiamo. Una mamma dell’asilo nido Guicciardi 3A

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