Lavori

Partono i lavori sui tetti di 50 scuole

Partiranno nei prossimi giorni i primi lavori di manutenzione delle coperture di 50 scuole milanesi inserite nel progetto ‘Ripartiamo dai tetti’, finanziati con due diversi appalti del valore di 7 milioni di euro ciascuno. I primi interventi saranno nella scuola dell’infanzia in via Liscate 7, da anni soggetta ad infiltrazioni e nel nido di via Trevi, che proprio nei giorni scorsi ha avuto ancora fenomeni di perdite d’acqua. Si proseguirà poi con la scuola primaria di via Stefanardo da Vimercate 14 e con quella dell’infanzia di via Carnovali 18, entrambe con problemi con la copertura in lamiera, ormai vetusta, e giunti che non tengono più l’impermeabilizzazione. E ancora avanti con le scuole di via Scialoia, con la scuola secondaria di primo grado di via Carriera 12 e con l’infanzia di via dei Guarnieri 19. Gli appalti consentiranno di intervenire sull’impermeabilizzazione dei tetti e sull’intasamento dei pluviali che hanno causato nel corso degli anni piccoli allagamenti, macchie di umidità, distacco di intonaco e muffa nelle aule. Verranno anche implementati i pluviali con sistemi per il troppopieno che permettano il deflusso delle acque anche in presenza di precipitazioni molto intense che finora mettevano in crisi il corretto scorrimento delle acque. Tra le cinquanta scuole, che toccano tutti e nove i municipi, figurano diciotto primarie, diciassette scuole dell’infanzia, sei plessi scolastici, sette secondarie di primo grado e due nidi. Sarà bandita poi un’ulteriore gara d’appalto, per il valore di dieci milioni di euro, che consentirà di intervenire su almeno altre trenta scuole. Grazie all’utilizzo dei poteri commissariali del sindaco in tema di edilizia scolastica si è riusciti ad abbattere i tempi tecnici necessari all’avvio dei progetti: in soli quattro mesi si è passati dal progetto di fattibilità alla partenza degli interventi. In molti di questi casi, per verificare le criticità delle coperture e lo stato della manutenzione dei pluviali, sono stati utilizzati i droni in accordo con la Polizia locale. Non si tratta d’interventi strutturali, ma di lavori costosi che necessitano di una buona programmazione perché richiedono la presenza di ponteggi per permettere di lavorare in sicurezza. Le tempistiche di ciascun intervento potranno variare dalle due alle sei settimane, in base all’ampiezza e alla complessità della situazione. “In questa fase di emergenza sanitaria dovuto al Covid-19 – commenta Paolo Limonta, assessore all’Edilizia scolastica – è primario recuperare più spazi possibili per garantire il distanziamento. Finora, consapevoli che le coperture delle scuole sono il nostro punto debole abbiamo realizzato, ove possibile, una serie di interventi sui tetti in manutenzione ordinaria. Con questo progetto abbiamo l’obiettivo di eliminare alla radice i problemi di infiltrazioni nelle aule, garantendo a bambini e bambine luoghi sicuri e puliti in cui studiare. Nello stesso tempo saremo in grado di non disperdere risorse in interventi tampone necessari, ma non risolutivi”.

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Completati i lavori nell’80% delle scuole lombarde

Nelle scuole delle province lombarde, che hanno riaperto dopo l’emergenza Covid, “almeno l’80% dei lavori di edilizia leggera, che sono stati messi in cantiere nel mese di agosto, sono terminati“. Lo ha detto Vittorio Poma, presidente di Upl, Unione Province lombarde, e presidente della provincia di Pavia, a margine della riunione in cui i presidenti hanno fatto il punto della situazione sui lavori di adeguamento nelle scuole per le regole anti Covid. “Avremmo avuto forse bisogno di più tempo, però lo possiamo considerare incoraggiante – ha aggiunto -. La quota residua del 20% sarà completata tra la fine del mese di settembre e i primi di ottobre”. Poma ha parlato di una situazione lombarda che “è complessivamente buona” anche “per merito dei dirigenti scolastici che si sono trovati in una situazione non facile, quella di organizzare la didattica, gli ingressi e le uscite, per garantire il distanziamento, coniugando il tutto con i cantieri e anche con il trasporto pubblico. Al di là di qualche situazione isolata, complessivamente il sistema ha retto“. Infine le Province lombarde tramite il loro presidente hanno lanciato un messaggio al governo sui Recovery Fund. “Siamo pronti a investirli, e abbiamo già presentato al governo in Lombardia un piano organico di lavori quasi immediatamente cantierabili, – ha concluso – proprio a dimostrazione del fatto che non stiamo con le mani in mano“. ANSA

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Iniziati i lavori della ciclabile sulla Cerchia dei navigli

Sono iniziati i lavori per la realizzazione della pista ciclabile lungo la Cerchia dei navigli. La nuova “bike lane” riguarda il tratto di strada della circonvallazione interna tra via Francesco Sforza (altezza di via San Barnaba), via Visconti di Modrone, via San Damiano, via Senato e quindi via Pontaccio fino all’incrocio con via Mercato e corso Garibaldi, per un totale di 2,6 chilometri. Oggi per i ciclisti è possibile percorrere la Cerchia dei navigli solo in senso antiorario e in maniera discontinua. Con questo progetto, richiesto da più parti, la Cerchia sarà percorribile in sicurezza dai ciclisti in entrambi i sensi di marcia e in continuità. I lavori riguardano però solamente il tratto nord, quello non interessato dai lavori della M4, i cui cantieri occupano tutta la parte sud. Nello specifico in senso antiorario vengono connessi tutti i tratti esistenti. In senso orario verrà eliminato il cordolo della corsia preferenziale così da allargarla di un metro e inserirvi la corsia ciclabile, in sola segnaletica. I lavori prendono il via all’altezza di via Visconti di Modrone, per arrivare in via Pontaccio in tre settimane. La viabilità non sarà interrotta, infatti è previsto un cantiere ‘leggero’. Sono partiti oggi, i lavori di tracciatura del tratto di ciclabile che lungo viale Monza collegherà entro la fine di settembre, corso Venezia con Sesto Marelli. Già realizzato il percorso da piazza San Babila a corso Buenos Aires fino a piazza Loreto, il punto interessato dai lavori in questi giorni riguarda la tratta Loreto-Sesto Marelli e la tracciatura è partita da via Valtorta a Turro in direzione Nord-Sesto Marelli. È il tratto più lungo – quattro chilometri – di un’asse che misura complessivamente quasi sette chilometri. La ciclabile è disegnata sulla destra della carreggiata con una linea tratteggiata e valicabile dalle macchine che devono posteggiare. Nei tratti larghi dieci metri, ci saranno le auto in sosta in linea – 2,5 metri -, 50 centimetri di sicurezza per chi scende o apre lo sportello, due metri di corsia per le bici e cinque metri per i motori. Uno spazio che consente a due auto di procedere affiancate. Nei tratti del viale larghi 7,5 metri si restringe a 3,5 metri, per poter permettere la sosta in linea a bordo marciapiede anche in questi tratti dove oggi è vietata. “Abbiamo visto che la ciclabile lungo corso Venezia e corso Buenos Aires è percorsa ogni giorno da una media di 7mila ciclisti e solo il 55% dei veicoli transitanti sono auto. Siamo soddisfatti del risultato – dichiara Marco Granelli, assessore alla Mobilità –. Questo è uno sprone a proseguire nella direzione presa sia con il Piano per la mobilità sostenibile sia con il progetto Strade aperte varato per l’emergenza Coronavirus. Siamo certi che rendere percorribile nei due sensi di marcia la Cerchia dei navigli darà un ulteriore impulso alla mobilità sostenibile. La rete di ciclabilità a Milano si espande e risponde a una sempre più diffusa domanda di trasporto agile, leggero e integrato al trasporto pubblico”.

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Avviati i lavori per la vasca di laminazione nel Parco Nord

Ha preso avvio oggi il cantiere per la vasca di contenimento delle piene del fiume Seveso collocata a Milano al Parco Nord. È una delle vasche del piano di prevenzione contro le esondazioni del Seveso e fa parte di un piano complesso approvato e finanziato nell’autunno 2015 e ora in fase di realizzazione. La fine dei lavori è prevista per l’estate del 2022 quando il laghetto artificiale sarà completato. I lavori sono eseguiti da MM SpA. Proseguono anche tutte le attività per la realizzazione delle aree di laminazione delle piene sul torrente Seveso, a protezione delle zone esondabili della Brianza, della Città metropolitana e di Milano. Nonostante le difficoltà legate all’emergenza sanitaria ancora in corso, sono proseguite le gare di appalto delle opere principali e sono ripresi i lavori dei cantieri già avviati. “Dopo 50 anni di attesa – sottolineano Pietro Foroni, assessore al Territorio e Protezione civile di Regione Lombardia, e Marco Granelli, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Milano – risposte concrete per prevenire le esondazioni e tutelare le zone rivierasche della Brianza e della Città metropolitana, sei quartieri di Milano (Niguarda, Pratocentenaro, Istria, Maggiolina, Marche, Isola), decine di migliaia di cittadini, centinaia di esercizi commerciali e imprese esposte al rischio di esondazione del Seveso”. Nello specifico, Regione Lombardia e Comune di Milano stanno rinnovando ed intensificando la piena collaborazione istituzionale con Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po, con l’Agenzia interregionale per il fiume Po (AIPO) e con Città metropolitana per l’attuazione del Piano Aree Metropolitane avviato nel 2015 e per attuare quanto previsto nel Contratto di fiume Seveso per la salvaguardia idraulica e la riqualificazione ecologico-ambientale del fiume e suoi affluenti. Un piano complessivo per 142 milioni di euro per il Seveso di cui 112 dal Governo, 20 dal Comune di Milano, 10 da Regione Lombardia. A questi vanno aggiunti altri 23 milioni di euro di Regione Lombardia per il potenziamento del canale scolmatore di nord-ovest (quello che parte dal Seveso tra Paderno Dugnano e Palazzolo) e altri 7,6 milioni arrivati dallo Stato nel 2019 per consolidare il Redefossi (il canale sotterraneo dove viene confluita l’acqua del Seveso a Milano). Complessivamente più di 170 milioni di euro per progetti concreti. Due opere sono già concluse: l’adeguamento dello scolmatore di nord ovest, realizzato da AIPO, ed il consolidamento del tratto coperto del Seveso a Milano, realizzato da MM. Sono ripresi e proseguono a pieno ritmo i lavori già appaltati dell’area di laminazione di Senago (MI) sul Canale scolmatore di nord-ovest (CSNO), che permetterà il raddoppio della portata scolmata dal Seveso a Paderno Dugnano-Palazzolo e laminerà contestualmente anche le piene dei Torrenti Pudiga e Garbogera. AIPO, che svolge le funzioni di stazione appaltante delle opere nella parte medio-alta del bacino del Seveso, ha inoltre in fase conclusiva le gare di appalto delle cosidette Aree Golenali nei Comuni di Cantù, Carimate e Vertemate con Minoprio (CO) e dell’area di laminazione di Lentate sul Seveso (MB). Entrambe queste opere, oltre a difendere localmente le zone abitate rivierasche del Seveso nei territori comasco e brianteo, contribuiscono in modo determinate alla laminazione dell’onda della piena a difesa delle zone di valle, per raggiungere l’obiettivo dell’azzeramento della piena centenaria nel nodo idraulico di Palazzolo. Se non vi saranno intoppi o ricorsi sulle gare di appalto, si presume che i lavori sulle Aree golenali inizieranno entro fine anno in corso mentre quelli di Lentate sul Seveso inizieranno nella primavera 2021. È pronto ed in fase di approvazione per l’avvio della gara di appalto dei lavori anche il progetto di bonifica del sito ove sarà realizzata l’opera di laminazione di Paderno-Varedo. Questo progetto, oltre a laminare le piene del Seveso, contribuirà – anche grazie alla nuova norma sulla rigenerazione urbana – alla riqualificazione ambientale dell’area dell’ex-SNIA di Varedo abbandonata e degradata da decenni, restituendo una parte dell’area stessa a parco cittadino fruibile nei periodi di non utilizzo come opera idraulica per la laminazione. Anche in questo caso la progettazione esecutiva della parte idraulica e di riqualificazione ambientale è in corso di affidamento a cura di AIPO e sarà completata entro novembre. I lavori della bonifica potranno partire nei primi mesi del 2021. Il quadro complessivo delle opere è completato dalla realizzazione della vasca di laminazione di Milano Parco Nord, opera fondamentale per la laminazione delle piene del torrente Seveso che si formano a valle del nodo idraulico di Palazzolo e che da sole possono creare ulteriori esondazioni nel quartiere di Niguarda a Milano, come gli ultimi eventi esondativi del 2019 e 2020 hanno dimostrato. La vasca Milano-Parco nord L’area del Parco Nord, a ridosso di via Aldo Moro, è stata individuata per la sua vicinanza all’imbocco dell’interramento del fiume Seveso in città. Questo  consentirà un utilizzo immediato in caso di necessità, contenendo le piene che si formano a sud del canale scolmatore nord-ovest ed evitando che l’acqua cerchi una via di uscita attraverso i tombini (ad esempio in via Ca’ Granda, Istria, Zara) allagando e infangando strade, piazze, giardini, cantine e negozi. Il laghetto artificiale sarà soprattutto un luogo ricreativo con percorsi ciclabili e pedonali a diverse altezze, immerso nel verde e nel bosco che sarà ampliato con nuove alberature, adatto alla nidificazione degli uccelli acquatici. Sarà alimentato con acqua pulita di falda e continuamente mossa per favorire l’ossigenazione, evitare i ristagni e proliferazione di alghe. In caso di piogge eccezionali e di esondazione, mediamente sei volte l’anno, la vasca potrà riempirsi di acqua di fiume che, prima di entrare nel bacino, verrà ripulita dai rami e altri materiali grazie a un sistema di griglie. L’acqua rimarrà nella vasca per il tempo della piena del Seveso e quindi verrà reimmessa nel fiume. Il bacino sarà ripulito e nuovamente riempito di acqua pulita. Il processo dura complessivamente dalle 48 ore ai cinque giorni per consentire il completo ricambio. Questo complesso sistema è sicuro per i cittadini: l’accesso al laghetto è videosorvegliato e, in occasione delle piene, alcune barriere automatiche impediranno l’ingresso e pannelli a messaggio variabile comunicheranno l’allerta ai cittadini che volessero entrare. A

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Scali ferroviari: iniziano i lavori per la stazione Tibaldi

Un nuovo tassello verso la realizzazione dell’Accordo di Programma per la rigenerazione degli scali Ferroviari, una nuova infrastruttura di mobilità a servizio dei cittadini di Milano e dell’area metropolitana. Partono il 1° luglio i lavori per la realizzazione della nuova stazione Tibaldi, all’altezza di via Fedro, vicino all’Università Bocconi che sarà così ancora più facilmente raggiungibile. La stazione entrerà in servizio nel 2023 come fermata della linea suburbana S9. “Con l’avvio dei lavori a Tibaldi la Circle Line inizia a prendere forma – dichiarano gli assessori Pierfrancesco Maran (Urbanistica) e Marco Granelli (Mobilità) -. Milano nei prossimi anni avrà una nuova linea metropolitana, prolungamenti delle altre linee oltre i confini comunali, vedrà il potenziamento dell’alta velocità. In quest’ottica risulta fondamentale la realizzazione della Circle Line, che andrà a potenziare i collegamenti verso la zona sud della città”. L’intervento verrà realizzato da Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) e trova finanziamento nell’ambito del contratto di programma investimenti tra MIT e RFI, e per quanto riguarda l’integrazione sperimentale del verde nelle infrastrutture ferroviarie, con i fondi europei dedicati al progetto “Clever Cities”, cui il Comune di Milano partecipa con RFI, AMAT, Ambiente Italia, Eliante, Fondazione Politecnico di Milano e Politecnico di Milano, Italferr e WWF Italia. Una delle caratteristiche della stazione sarà infatti la sostenibilità. Grazie alle azioni promosse nell’ambito di Clever Cites la nuova infrastruttura avrà pareti verdi e barriere antirumore che vedranno l’integrazione di elementi verdi per una migliore estetica e valorizzazione delle biodiversità.

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Ripartono i lavori della M4

Salini Impregilo e Astaldi riprendono i lavori sulla M4 e insieme al Comune, a Società M4 e a altri operatori coinvolti nel progetto hanno riattivato “tutti i necessari protocolli per far operare i lavoratori nella massima sicurezza e attenzione alla salute, proseguendo un cantiere strategico per la mobilità sostenibile della città“. Lo rende noto un comunicato di Salini Impregilo: in questa fase sono presenti circa 200 tra operai, dipendenti e dirigenti per i quali “sono state adottate misure di sicurezza straordinarie che mirano a tutelare la salute dei lavoratori e a prevenire ogni forma di contagio“. I lavori nei cantieri della M4 sono ripresi su tutte e tre le tratte (Est, Ovest e Centro), per una linea che tra, l’altro, collegherà il centro della città all’aeroporto di Linate in 12 minuti.

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