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Maran: ecco cosa facciamo per via Antonini

Maran: ecco cosa facciamo per via Antonini: Qualche riflessione sull’incendio alla Torre di Via Antonini. Quello che fanno le assicurazioni e le banche, il supporto delle istituzioni Domenica saranno tre settimane dall’incendio che ha riguardato questa torre nel sud della città. Ho seguito costantemente in queste settimane l’evoluzione della vicenda. Ne avevamo parlato i primi giorni anche qui, da allora ho svolto numerosi incontri e riunioni con i residenti, le assicurazioni e gli uffici per cercare di aiutare ad attenuare i disagi. Oggi in Giunta abbiamo approvato alcuni atti predisposti insieme al collega Gabriele Rabaiotti a supporto delle famiglie ma volevo allargare un attimo il ragionamento. 1 Quanto ci tutelano le assicurazioni e le banche in vicenda come questa? È un tema che anche la stampa dovrebbe approfondire. Le banche hanno avuto gradi di risposta diversa, così come quando l’assicurazione effettuerà un primo anticipo può essere utile ragionare se è adeguato o meno alle tutele che ci si aspetta pagando regolarmente un’assicurazione. È una delle prime occasionei per poter confrontare la risposta di molteplici banche e assicurazioni allo stesso fenomeno, e i dati ad ora son molto, molto diversi tra di loro; dovrebbe essere anche un modo per scegliere in futuro a chi affidare le proprie tutele. 2 Il sistema pubblico è poco tarato per aiutare famiglie di classe media in difficoltà, anche perché dovrebbero appunto intervenire le assicurazioni in un caso del genere. Son famiglie che si son trovate dalla sera alla mattina senza casa e a vivere negli spazi ristretti di un residence. Abbiamo quindi cercato di individuare soluzioni abitative nel mercato privato convenzionato dato che la permanenza può essere di alcuni anni, e di stanziare le risorse possibili, tenendo conto che evidentemente si può fare solo se collegato al reddito dichiarato. 3 Tutte le famiglie hanno avuto una sistemazione sin dalla prima notte. La maggior parte di loro ha scelto di stare in un hotel nei pressi della torre. Il Comune ha prima convenzionato quell’hotel e nella delibera di oggi ha previsto il pagamento delle spese alberghiere per i primi 30 giorni a tutte le famiglie, indipendentemente dal reddito (1500€), prevedendo un ulteriore contributo di 500€ per le spese di prima necessità. 4 Possiamo supporre che la torre sarà inagibile per alcuni anni. A tal fine abbiamo identificato numerosi appartamenti nei Municipi 4, 5 e 6 che o sono già disponibili o lo saranno entro febbraio. Si tratta di appartamenti privati o in edilizia convenzionata o canone concordato. Alcuni hanno come limite di reddito 96mila euro, altri non hanno limitazioni. Le famiglie della torre per le prossime settimane avranno una priorità da parte degli operatori che li gestiscono. Ognuno di loro è ovviamente libero di scegliere la soluzione che preferisce tra quelle proposte o di organizzarsi diversamente, si tratta di una opzione in più. 5 Il Comune ha stanziato risorse per un supporto economico per le famiglie fino a 5 mesi per chi ha figli, per 3 mesi per le famiglie senza minori. Questo contributo è modulato in base al reddito, come da regolamenti. Quindi è per le famiglie con un reddito inferiore ai 96mila euro e con modulazioni diverse in base alle fasce dai 40mila in su, potendo arrivare per una famiglia numerosa a basso reddito a 4500€ che si sommano agli altri 2000€ per il primo mese. Son stati rinviati i pagamenti delle tariffe comunali e il prossimo Consiglio comunale, dopo la nomina, può deliberare ad esempio di eliminare i pagamenti mensa per i bambini per l’anno in corso. Auspichiamo che anche altre istituzioni contribuiscano con ulteriori stanziamenti, i Municipi 5 e 6 a d oggi hanno contribuito con ulteriori 18mila euro. 6 È in corso un’inchiesta per stabilire le cause dell’incendio. Credo che sia fondamentale conoscerne quanto prima gli esiti anche per comprendere se le norme nazionali attualmente in vigore, che sono linee guida ma non legge, e che son state più volte aggiornate dopo la progettazione della torre, son sufficienti o, in base a quanto accaduto, possono essere ulteriormente migliorate. È un tema tecnico, ne stiamo anche discutendo molto con il Politecnico, ed è importante rifletterci bene dopo aver conosciuto le cause anche perché da allora la tecnologia dei palazzi alti ha fatto grandissimi passi avanti. 7 C’è una macchina della solidarietà che a Milano non manca mai. Tramite la piattaforma Gofundme i residenti hanno avviato una raccolta fondi che ha raggiunto ad ora quasi 140mila euro, cui si aggiungono tanti altri supporti in beni e servizi. È un elemento importante della nostra comunità che non dobbiamo dimenticare mai.

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Maran sfotte e ha ragione

Maran sfotte e ha ragione. Perché la pantomima sul candidato sindaco per Milano è andata avanti troppo. Gli stessi elettori di centrodestra sono esausti perché hanno capito che di loro non interessa nulla. E infatti come ha sottolineato Otello Ruggeri di Fratelli d’Italia il centrodestra milanese può battere Sala a patto che non presenti un candidato. E infatti Maran sfotte e ha ragione: Anche oggi ci sfidano domani L’ennesimo vertice del centrodestra ha prodotto oggi i candidati per Roma, mentre Milano è di nuovo rinviata. Beppe Sala ha annunciato la ricandidatura il 7 dicembre, ormai 7 mesi fa e tutti noi che lo sosteniamo stiamo lavorando con il massimo impegno perché la città superi l’anno difficile del Covid. Quella di Beppe è una candidatura nata a Milano, così come lo erano quelle di Giuliano Pisapia e Bruno Ferrante; sono ormai 15 anni che il centrosinistra sceglie a Milano, coi milanesi, chi candidare Sindaco. Fa specie che i nostri avversari, che teoricamente sarebbero di provenienza milanese, deleghino la scelta a estenuanti vertici nazionali dove prima arriva Roma e forse poi toccherà a Milano, son ben lontani i tempi di “Roma ladrona”. Almeno non ci raccontino la storiella del candidato civico: se l’indicazione arriverà dopo decine di infruttuose riunioni nazionali al massimo potrà essere definito “non iscritto a un partito”.

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La lettera del comitato Benedetto Marcello a Maran

La lettera del comitato Benedetto Marcello a Maran. Il Comitato ha infatti letto le ultime dichiarazioni di Pierfrancesco Maran e ha deciso di prendere carta e penna: Gent.mo Assessore Pierfrancesco Maran, Nei giorni scorsi, noi come molti milanesi, abbiamo letto le sue dichiarazioni sul Corriere della Sera per il progetto di riqualificazione di Via Benedetto Marcello e del parterre; vincolato a verde dalla Soprintendenza. “Serve un progetto complessivo di riqualificazione dell’intera via che recuperi la continuità fra l’area alberata e quella usata a mercato e parcheggio da tempo immemore, che coinvolga i diversi settori — viabilità, verde, lavori pubblici — e ripensi alla collocazione del grande mercato” Ovviamente, siamo completamente d’accordo con lei e consideriamo questa sua intervista come un impegno pubblico. Maggiormente perché: – Vi è stata una delibera del Municipio 3 sulla priorità di tale intervento – Il parere favorevole della commissione – I fondi vincolati a favore del progetto – Una scadenza della Soprintendenza a giugno 2020 (considerando un anno di fermo della pandemia) – Pareri della Soprintendenza e del Corpo Forestale sul ripristino inascoltati da decenni Pertanto, in qualità di referenti del comitato Salviamo Benedetto Marcello che segue questa pratica da anni. Sono a chiederLe/Vi a nome di tutto il comitato: – Informazioni in merito all’eventuale progetto – Documentazione anche di massima del progetto – Tempistiche previste e/o ipotizzate – Idee su spostamento o ridimensionamento mercato e convivenza con nuova sistemazione – Partecipazione e coinvolgimento del ns comitato Salviamo Benedetto Marcello Ovviamente, come sa, siamo a disposizione per dare il nostro contributo a questo importante progetto. Pertanto, riteniamo sia fondamentale che il progetto, seppur magari ancora in fase di bozza, ci venga inviato al fine di poter iniziare a ragionare sulle soluzioni possibili. La ringraziamo per l’attenzione e restiamo in attesa di un cortese riscontro. Cordiali saluti Salviamo Benedetto Marcello https://milano.corriere.it/cronaca/cards/milano-ecco-recovery-fund-quartieriscuole-verde-trasporti-priorita/svolta-benedetto-marcello.shtml

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Municipio 3 – riqualificazione Via Benedetto Marcello

Succede nel municipio tre. Qualche settimana fa, esce sui giornali la notizia con l’impegno da parte del nostro comune, di prendersi in carico la tanto attesa riqualificazione di Via Benedetto Marcello. Impegno che dal 2006 si è preso. Via Benedetto Marcello, forse non tutti lo sanno, ma è una via vincolata dalle belle arti. Sono 40 anni che ospita abusivamente un mercato rionale, che in primis era stato adibito a progetto sociale di recupero. Da 20 banchi siamo arrivati negli anni a più di 200. Quindi, capiamo bene : una via vincolata che non potrebbe ospitare il mercato, ma che invece da più di 40 anni vige in tutta la via. Nulla contro il mercato o chi ci lavora ovviamente, anche perché svolge anche un’azione sociale. Ma permettetemi di chiedere: possibile che si possa contravvenire così da tanti anni ad una legge che vige dal 1969? Ebbene si. I fatti sono purtroppo questi. Un’azione fatta dagli abitanti della via, tanti anni fa per aiutare ex carcerati a reintrodursi nel mondo del lavoro, è diventato un abuso. Il pave’ pian piano si è rovinato dai continui passaggi dei mezzi pesanti. Si è rovinato anche grazie alla pulizia necessaria, dopo ben due giorni di mercato alla settimana, con le lance del comune. I getti forti tolgono la terra che tiene adese le piastre di pave’, ecco perché. Le vie limitrofe sono state anch’esse disastrate nel tempo. Basti pensare, che in Via Mercadante, via collegata a Benedetto Marcello, addirittura han dovuto togliere i porfiri decorati, proprio perché si stavano rovinando col passare dei mezzi dei venditori del mercato. Che peccato no? Anch’essa è una via vincolata. Insomma, il perché sia stata vincolata dalla soprintendenza è più che evidente. Un po’ per i bellissimi palazzi liberty che la abitano ed un po’ anche ovviamente per le strade lastricate del 1800. Anch’esse hanno un valore storico artistico. Un’altra parte che è vincolata, è il parterre che ospita, anche qui abusivamente, un parcheggio d’auto. Vi chiederete voi, perché abusivamente? Perché sia I carabinieri forestali che la soprintendenza di Milano, l’hanno dichiarato vincolato a verde. Ma questo cosa vuol dire? Come mai l’hanno asfaltato e non abbiamo il verde come richiesto? Verde che oltre ad abbassare la temperatura della via, dovrebbe essere uno spazio pubblico usufruibile liberamente dai cittadini. L’ultimo ritocco, anch’esso non a norma è stato fatto due anni fa spendendo €450.000. Un intervento che secondo i documenti scritti dalla soprintendenza e dai carabinieri forestali, mettevano un punto ben diverso. Recitano quanto segue: “Il primo che metterà mano al parterre asfaltato abusivamente, dovrà necessariamente ripristinare il parterre com’era in origine.” E com’era? Aveva ben 7 filari d’alberi che lo abitavano e che facevano respirare la via. Basti pensare che, insieme alla gemella via Morgagni, era considerato uno dei polmoni che collegano Loreto al centro città. Vi chiederete, ma come è potuto succedere che nessuno sia andato contro a quest’abuso edilizio? Perché di questo si parla. Vi basti pensare che anche la corte dei conti ci sta indagando. Ma questa è per altri motivi ovviamente. I documenti parlano chiaro. Recitano testualmente: “… Un tecnico del comune si è dimenticato di avvisare il comune che avrebbero asfaltato il parterre nella via che accoglie una parte dei banchi del mercato”. Tutto questo dalla sera alla mattina. Gli alberi che vivevano sul parterre sono stati fatti morire antecedentemente, perché non sono stati nel tempo innaffiati e perché ormai erano stati strozzati dai recinti che li avrebbero dovuti proteggere. Ma si sa, purtroppo gli alberi non vanno molto d’accordo con i continui urti dei camioncini. Il 26/11/2019 esattamente alle 18.30, si tiene una commissione d’urgenza in municipio 3, proprio per far attuare la riqualificazione decisa con la delibera già firmata nel 2006. Perché vi racconto questo? Perché dopo finalmente anni di battaglie da parte dei residenti e da quasi tre anni dal comitato Salviamo Benedetto Marcello, due settimane fa vediamo che il Comune finalmente s’impegnerà a ripristinare il decoro nella via. Una riqualificazione che vedrà come principe il parterre che dovrà necessariamente avere il ripristino di 140 alberi. Inutile dire che fino ad ora, questo non è avvenuto. La soprintendenza sta aspettando il progetto da giugno 2020. OK il Covid, ma I progetti in città stanno andando avanti. Come mai qui, non esiste ancora invece un progetto? Sarà vero l’impegno? Sarà mica una mera propaganda comunale? I cittadini non scordano, ora più che mai. Direi che hanno ragione. Vediamo di dare seguito ai fatti e non recitare solo parole, ahimè temo di puro #greenwashing. Anche il nostro attuale Sindaco Beppe Sala, si era preso l’impegno di ripristinare e ridare splendore e dignità a questa bellissima via. Indovinate un po’? Nemmeno questo è mai avvenuto.

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Loreto cambia per Maran, ma per Milano?

Loreto cambia per Maran, ma per Milano? Perché a quanto raccontano i ben informati Pierfrancesco Maran sta per lasciare Milano in direzione Roma. Il giovane assessore ha saputo distinguersi al punto da meritare la chiamata nella Capitale e giustamente lascia la città come Pierfrancesco Majorino ha lasciato volentieri Milano per l’Europa. Prima di andarsene però annuncia la rivoluzione di piazza Loreto. Da snodo per il traffico a ennesimo centro per il commercio: sono infatti tanti gli spazi dedicati alle grandi catene come Auchan nel nuovo grande progetto. Grande perché presentato in pompa magna e perché rivoluzionerà in ogni caso la mobilità di tutta la città: Loreto è uno snodo essenziale che verrà fortemente ridimensionato dall’allargamento degli spazi pedonali. Ma per Maran non è un problema perché sta per lasciarci, dunque Loreto cambia per Maran, ma per Milano? Perché grazie all’ennesimo grande annuncio di rivoluzioni urbanistiche ha senza dubbio aggiunto un tassello importante alla carriera dell’assessore, ma i problemi che lascerà alle spalle quali saranno? Si va verso le riaperture perché come sempre accade ci siamo abituati all’emergenza. Qualche centinaio di persone morte al giorno impressionavano un anno fa, ma poi sono diventate la normalità. Dunque presto ritorneremo tutti in giro, comprese le decine di migliaia di persone che ogni giorno entrano ed escono da Milano per lavoro o altri motivi. Senza contare che la circonvallazione di cui Loreto è uno snodo essenziale verrà penalizzata, mandando ancora più in crisi tutta la mobilità milanese. Tutto il traffico si concentrerà su viale Monza e viale Padova, penalizzando ulteriormente chi vive in periferia. Ma questo per la sinistra milanese non è un problema perché la maggior parte dei voti ormai li prende solo nelle zone centrali. I poveri sono semmai un problema delle destre.

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Via Plinio. De Chirico (FI): Maran non rispetta la storia di Milano

“I residenti fanno bene ad essere sbigottiti davanti allo scempio in corso d’opera in via Plinio”, scrive in una nota il Consigliere Comunale di Forza Italia Alessandro de chirico, aggiungendo “Un quartiere in stile Liberty stuprato nelle forme e nei colori architettonici da chi non ha alcun rispetto della storia di Milano. Dopo l’Arengario e la Loggia dei Mercanti, si vuole cancellare l’iconografia milanese a colpi di calcestruzzo”. “Mi auguro – continua l’azzurro – che la pittura dell’albergo sia solo un fondo per poi fare dell’altro. Viste le foto, ho scritto immediatamente alla commissione paesaggistica per ricevere il progetto. Se c’è stato il nullaosta dell’organo preposto a controllare l’armonia delle forme e dei colori dei palazzi storici qualcuno dovrà pagare con la rimozione dall’incarico. Possibile che Maran non abbia nulla da dire? – si chiede De Chirico – Come ho avuto modo di dichiarare ieri, per gli interventi sugli edifici storici di Milano serve un parere preventivo della Soprintendenza e, in questo caso, della commissione competente dell Municipio 3”. “In un’epoca in cui Sala dichiara di essere così attento all’ambiente e la tendenza è quella di ridipingere gli stabili con colori tenui per ridurre il surriscaldamento terrestre, un edificio nero significa trasformare il palazzo in un forno, per chi staziona all’interno, ma anche per gli edifici adiacenti in un quartiere così densamente urbanizzato. Qualcuno lo spieghi al sindaco Beppe Thunberg!”, conclude De Chirico.

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