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De Corato (FdI): SeMiniAmo un altro fallimento di Maran

“Doveva essere un progetto che con la sua bellezza avrebbe tolto il degrado da piazza Duca d’Aosta. Avrebbe dovuto, nell’intenzione dell’assessore del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, unire sinergicamente la cura del verde e l’integrazione sociale. Invece, a distanza di due anni, le aree verdi di piazza Duca d’Aosta si presentano recintate per lavori che, volutamente, impediscono gli assembramenti di balordi”, lo dichiara in una nota il consigliere comunale di FDI in merito alla situazione di degrado che permane in Piazza Duca d’Aosta. “Il risultato auspicato dalla Giunta è miseramente fallito. L’unica cosa che ricorda quel progetto è il cartello messo in mezzo all’area, ancora cantiere, che dice ‘Si ringrazia per la cura del verde SeMiniAmo insieme verso l’integrazione’. Di fronte a quest’area, a pochi metri di distanza, però è possibile osservare già un’aiuola simbolo dell’integrazione: varie etnie riunite, rigorosamente senza mascherina, a tirar sera. In questi 5 anni ogni scusa per la Giunta è risultata buona per ideologizzare la finta integrazione. Il Progetto ‘SeMiniAmo’ come riportato sul sito dell’associazione, ‘è un progetto unico e innovativo che il Comune di Milano ha deciso di supportare in quanto in grado di:  unire per la prima volta sinergicamente il verde e il sociale;  lanciare un format di potenziale successo che da Milano possa essere applicato, generando valore, anche alle altre Amministrazioni italiane; avviare una sinergia virtuosa fra pubblico e privato in grado di finanziare lo sviluppo “verde” della città e il Welfare, elementi sempre più critici nello sviluppo armonico e sostenibile della città”. “Peccato però che la stazione Centrale continui, nonostante le quattro piante volute da Palazzo Marino e seminate e curate da persone extracomunitarie, ad essere un luogo dove i delinquenti prevalentemente clandestini vagano indisturbati come il polline nell’aria a primavera”, conclude De Corato.

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Maran: ora tavolo di lavoro per cambiare legge regionale sugli immobili abbandonati

“Dal primo giorno dico che la Legge Regionale sugli immobili abbandonati è sbagliata negli obiettivi e incostituzionale nella forma e le ordinanze con cui il Tar invia le carte alla Corte Costituzionale rafforzano le nostre convinzioni. Mi dispiace che per far passare questi concetti si sia dovuto attendere un’ordinanza in sede giudiziale e che la politica non abbia agito autonomamente per sanare questa indebita ingerenza sulle normative comunali da parte della Regione Lombardia, che peraltro mina l’equo trattamento tra i proprietari favorendo paradossalmente i rischi di abbandono degli immobili. Il recupero non passa certo dal regalare bonus a chi abbandona, non passa certo dal lasciare la possibilità di non far niente per altri 5 anni”. Così l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran commenta il pronunciamento del Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia a favore del Comune di Milano nell’ambito dei ricorsi di tre proprietari di immobili relativamente alla norma sul recupero degli edifici abbandonati del Piano di Governo del Territorio. “Ieri ho chiesto l’attivazione di un tavolo di lavoro per modificare la Legge Regionale che oggi è ancora più urgente e che deve rispettare gli obiettivi che si era prefissato il Comune approvando nel PGT una normativa forte ed innovativa contro l’abbandono, messa in discussione proprio da questa legge che riteniamo sarà dichiarata incostituzionale. A quel tavolo lavoreremo con serietà e rigore per modificare significativamente quella legge, con l’obiettivo che vengano date certezze anche ai proprietari ed agli investitori. Sono infatti loro quelli più danneggiati da una legge che avendo basi così deboli dimostra che ha sbagliato chi pensava fosse un modo per aggirare il PGT di Milano. Il TAR ribadisce che non può essere compressa l’autonomia del Comune, cui spettano le scelte di pianificazione generale in virtù del principio di sussidiarietà sancito dall’articolo 118 della Costituzione, come più volte statuito e ribadito dalla Corte Costituzionale in precedenti decisioni, e come ho più volte ricordato – un po’ inascoltato – nelle scorse settimane. Ora si riparte dal PGT e troveremo il modo per evitare che questa bolla illusoria alimentata ad arte possa nuocere agli investimenti ed alle iniziative di rigenerazione e riuso, che certamente siamo contenti di accogliere”.

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Commissione Urbanistica. De Corato: avremo un un Maran di lotta o di Governo?

“Oggi in Commissione Urbanistica di Palazzo Marino andrà in onda la seconda puntata del punto all’ordine del giorno: Disposizioni relative al patrimonio edilizio dismesso con criticità ai sensi dell’art. 40 bis della Legge Regionale 11 marzo 2005 n. 12 e s.m.i. e disposizioni relative al recupero dei piani terra esistenti ai sensi dell’art. 8 della Legge Regionale 26 novembre 2019, n. 18”, lo ha scritto in una nota il Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato. L’assessore all’urbanistica del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, e tutta la sua Giunta hanno sempre avuto parole di biasimo rispetto alla legge regionale sulla rigenerazione urbana al punto da proporre un ricorso alla Corte Costituzionale per il suo annullamento affermando che era “Lesiva delle prerogative dei comuni lombardi”. “Del tutto contrario il suo compagno di partito, l’assessore ai lavori Pubblici e Vice Sindaco (Pd) di Cremona, Leonardo Virgilio, che l’ha definita un’opportunità. Sono curioso, il prossimo 3 febbraio, di sentire cosa dirà in commissione l’Assessore Maran anche su via Pirelli 38, lo stabile del Comune venduto a un privato e ricadente nel piano di Rigenerazione Urbana. Mentre l’assessore comunale conduce le sue battaglie di principio, Palazzo Marino riesce a mandare deserta, per la seconda volta, l’asta per lo stabile di sua proprietà di via Zama diventato ormai un dormitorio. Magari, se lo avesse inserito in quelli da rigenerare attribuendogli delle premialità volumetriche, sarebbe risultato più appetibile. Ormai è chiaro: il centrosinistra cittadino più che pensare a quanto potrebbe fare per una città futura, pensa solo a contestare Regione Lombardia. Evidentemente – conclude De Corato – la campagna elettorale alle porte sta scaldando gli animi”.  

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Ciclabili: striscione fraintendibile di Forza Italia e Maran ringrazia

E’ comparso ieri in corso Bueno Aires uno striscione che, probabilmente, nelle intenzioni di Forza Italia doveva contestare sia le la ciclabile che gli passa sotto, sia le altre simili realizzate in città. Malauguratamente (per chi lo ha ideato) il messaggio che vi è contenuto: “Bici, ma anche auto, Milano vuole muoversi”, prestava il fianco a diverse interpretazioni e l’Assessore Pierfrancesco Maran ne ha approfittato per commentarlo in modo ironico con un post su Facebook. “Non posso che gioire per questo manifesto di Forza Italia a sostegno della nuova organizzazione di Corso Buenos Aires – ha infatti scritto Maran – dove finalmente c’è spazio per le auto ma anche per i ciclisti (suppongo sia questo il senso dello striscione). Sono segnali importanti di avvicinamento da parte di Forza Italia – ha concluso – rafforzati dall’uso del “ma anche” che mi ricordano tanto Walter Veltroni e i miei 20 anni”.

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Maran: Bonus 110%, il Governo semplifichi altrimenti lo uccide

“Crediamo che il bonus al 110% rappresenti una linea strategica per lo sviluppo ambientale del comparto edilizio, nonché una leva fondamentale per la ripresa economica. Proprio per questo riteniamo indispensabile tagliare alcuni aspetti burocratici che rischiano di ammazzarlo. In questo senso c’è un emendamento alla Legge di Bilancio 2021 proposto da ANCI che semplifica le procedure e che è indispensabile venga approvato se non si vuole far morire le pratiche nelle lungaggini della ricerca di documentazione. L’iter autorizzativo richiesto, infatti, prevede ricerche di documenti che negli archivi di tutte le grandi città italiane impiegano tra i 6 e 12 mesi per essere integralmente reperiti, mettendo quindi a rischio quegli investimenti. Questo significa concentrare integralmente il lavoro degli archivi dell’edilizia delle città su queste pratiche, bloccando di fatto tutta l’attività ordinaria che è altrettanto decisiva per la ripresa economica del nostro Paese. Tagliare la burocrazia, con l’emendamento proposto da ANCI, è la salvezza del bonus 110%: ne consente la reale attuazione e permette il prosieguo del resto delle attività edilizie. Non approvare l’emendamento significherebbe implicitamente dire che l’obiettivo è ridurre le possibilità di portare a buon fine progetti di efficienza energetica, perché molti rimarrebbero impigliati nelle maglie della burocrazia”. È l’appello al Governo lanciato dall’assessore all’Urbanistica di Milano Pierfrancesco Maran insieme ad Assimpredil ANCE, Ordine degli architetti di Milano e Ordine degli ingegneri della provincia di Milano e MiLoMB.

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Impresainungiorno.it: il vanto di Maran un calvario per i professionisti

Capita spesso di ricevere segnalazioni da professionisti il cui lavoro è complicato dalla burocrazia del Comune di Milano. Lamentele che smontano, almeno in parte, la narrazione della Milano “smart city” tanto cara alla Giunta Sala. L’ultima (ma non è la prima del genere) ci arriva da un Architetto, costretto a barcamenarsi non poco per riuscire a protocollare una pratica edilizia. “Mario”, ci racconta di avere appena utilizzato la piattaforma www.impresainungiorno.gov.it, in passato presa ad esempio dall’Assessore Maran per vantarsi della propria efficienza. Si tratta di un portale del governo italiano dove, in seguito alla pandemia, è necessario registrarsi con password e firme digitali, per inserire le pratiche, che a dire del nostro interlocutore, rende la vita dei professionisti  “impossibile, altro che semplificarla…”. Secondo “Mario”, l’utilizzo della piattaforma, più che un aiuto per chi lavora, sarebbe un “regalo all’Agenzie delle Entrate” che “si è presa 8 anni per le verifiche inerenti alle varie detrazioni, superbonus…”. Non ci è difficile immaginare con quale patema d’animo possa lavorare un’impresa sapendo che il fisco potrebbe farle contestazioni anni dopo il termine dei lavori, pur avendo fornito fin da subito  quanto necessario allo Stato per verificare la bontà delle dichiarazioni fatte. “Metodi da Unione Sovietica“, secondo chi ci scrive. “Mario“, ci spiega quindi che il Comune di Milano non ha previsto nessuna differenziazione nei moduli da compilare, che sono gli stessi sia nel caso della ristrutturazione di uno sgabuzzino di casa, sia per un intervento edilizio di grande portata e ci porta ad esempio quanto ha appena dovuto fare: “per la ristrutturazione di un appartamento con il rifacimento di 2 bagni e cucina, ho dovuto compilare pagine e pagine, come se stessi edificando una palazzina di 20 piani! Cose da pazzi!“. Risultato, “quattro ore di lavoro” e una ricevuta di protocollo costituita da un file pdf “di ben 53 pagine“. L’amara conclusione di “Mario” è che, dalle prossime parcelle sarà costretto ad inserire la voce: “indennità digitale € 250+Iva” che andrà a pesare sulle tasche dell’utente finale: il cittadino. Cittadino che come noi si chiederà: l’Assessore Maran prima di vantarsi di avere “semplificato” le cose, avrà testato o fatto testare la piattaforma da qualcuno che avesse la competenza per farlo?

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