marco giachetti

Arte e salute: un binomio inconsueto ma fecondo

Arte e salute: un binomio inconsueto ma fecondo. Emanuele Monti, Presidente Commissione Sanità: “Entro 12 mesi Regione Lombardia si doterà di uno strumento specifico per gestire il patrimonio artistico dei luoghi di cura lombardi”. Milano, 10 giugno 2022 – Il patrimonio culturale e artistico può aiutare a costruire il benessere psicofisico delle persone e risulta efficace anche nei percorsi di prevenzione e cura. Questa la conclusione a cui sono giunti unanimemente i relatori del workshop svoltosi oggi a Palazzo Pirelli dal titolo “Tutelare la bellezza per promuovere la persona”, promosso dal Presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale Emanuele Monti con il patrocinio della Fondazione IRCCS Ca’ Granda, dell’Academia Cremonensis e in collaborazione con ATS Insubria. “Il rapporto tra arte e cura – ha sottolineato il Presidente Emanuele Monti nel suo intervento – è centrale in una visione globale del benessere del paziente. Nella recente legge di riordino del sistema sanitario lombardo abbiamo dedicato grande attenzione a questo tema a partire da una capillare ricognizione dell’immenso patrimonio artistico detenuto dagli ospedali lombardi. Entro 12 mesi ci doteremo di un apposito strumento operativo per gestire e valorizzare al meglio questi asset in modo che possano essere funzionali ai processi di cura”. Un recente report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dal titolo “Il valore delle arti sul benessere e la salute” affronta proprio il tema dei rapporti tra processi di cura e valorizzazione del patrimonio culturale evidenziando le molteplici e positive sinergie tra arte e cura delle persone non solo sul piano psicologico ma anche sotto il profilo fisico. Il benessere della persona viene sempre più inteso dalla medicina moderna in una prospettiva multidimensionale che renda ragione della straordinaria complessità dell’essere umano in cui elementi fisici e psicologici sono fortemente interconnessi. L’arte si avvale di potenzialità comunicative uniche, capaci di superare i codici linguistici, i particolarismi geografici, gli strumenti culturali della propria epoca per attingere a una dimensione universale. Si presta dunque in modo straordinario a fungere come strumento sui generis di cura e come generatore di benessere per qualsiasi tipo di paziente. Sul ruolo dell’arte come espressione piena della persona umana e della bellezza come causa di benessere psicofisico si è soffermato in particolare Mons.Giovanni Emidio Palaia, Accademico Pontificio e docente alla Lumsa di Roma, mentre Francesca Lecci della SDA Bocconi ha analizzato il ruolo ormai centrale dei beni immateriali tra cui l’arte e la bellezza nei processi di management sanitario. Marco Giachetti, Presidente della Fondazione IRCCS Ca’ Granda, ha illustrato invece il rapporto tra arte e cura nella storia di Milano di cui la Ca’ Granda, voluta da Francesco Sforza alla metà del XV secolo, è il simbolo più imponente. Al termine dell’incontro il Presidente Monti ha consegnato a Monsignor Palaia una scultura che riproduce il simbolo della rosa camuna come segno di ringraziamento per la sua visita in Consiglio regionale e una copia del volume celebrativo dei 60 anni di Palazzo Pirelli.

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#sindacodiMilano2021 che ne pensate di Giachetti?

#sindacodiMilano2021 che ne pensate di Giachetti? La domanda la poniamo con il linguaggio del digitale, ma è molto reale. Molto. Perché al momento sembrano tutti rassegnati a altri anni di Sala. La discussione è rimandata, quando magari sarà il momento di sedersi e con aria seria concordare sull’oggettivo ed eccessivo ritardo nell’organizzarsi. Noi invece proviamo a scuotere l’ambiente proponendo un nome che ha iniziato a rimbalzare anche sulle bacheche social dei politici locali: Marco Giachetti. Nato nel 1964 a Como, oggi è presidente della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Andrea Pellegrini, ex assessore alla Sicurezza del Municipio 9, lo ha definito “molto leghista”, ma il suo profilo potrebbe essere apprezzato anche dal resto del centrodestra milanese. Ha sicuramente un curriculum meneghino: Laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 1989, l’anno successivo ottiene il Master in Disegno Industriale alla Domus Academy di Milano. Dopo numerose collaborazioni con importanti studi di architettura, riviste di settore e di informatica, e dopo aver partecipato a diverse mostre di design, nel 1993 apre uno studio proprio e l’anno successivo inizia una consulenza per il centro ricerche della Domus Academy di Milano. Nel 1997 fonda lo studio Alberico&Giachetti architetti associati, specializzato in ristrutturazioni e costruzioni civili e industriali, studiando in particolare la realizzazione di spazi per uffici e attività commerciali. Dal 2011 è membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e dal 2016 ne diventa Presidente. Il profilo generale inoltre sembra sposarsi con l’idea di una Milano dinamica e lanciata verso un futuro prospero: il nuovo policlinico è un esempio persino migliore di quelli di cui si è tanto parlato come Gae Aulenti e City Life, perché si tratta di un ospedale. Non una distesa di ristoranti come Expo o grattacieli di uffici di multinazionali. Ma un nuovo ospedale, una struttura per curare le persone. Milano come luogo di cura, potrebbe essere una nuova prospettiva per la città, diversa da quella di una massa di camerieri che serve una massa di manager. Una visione positiva per una città oppressa dal suo stesso successo. Gli ospedali infatti non sono i soli luoghi di cura. La cura si può declinare in tanti modi e Milano e i suoi cittadini ne hanno bisogno.

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