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De Chirico (FI): abusivismo a San Siro ignorato da Granelli

“Il lunedì mattina in via Paravia viene organizzato il mercato rionale scoperto. Da diversi mesi, però, ce n’è anche uno parallelo con merce di dubbia provenienza” lo denuncia in una nota il Capogruppo di Forza Italia in consiglio Comunale, Alessandro De Chirico. “Inizialmente c’erano due o tre persone che improvvisavano altrettante bancarelle. – spiega l’azzurro – A mano a mano il mercato dell’illegalità è cresciuto. Abbiamo segnalato alla Polizia Locale cosa avveniva e i controlli hanno fatto spostare gli abusivi in piazzale Selinunte, sotto al porticato del mercato coperto ormai abbandonato. Abbiamo chiesto altri interventi della Polizia Locale e la cosa sembrava migliorata, ma di merce sequestrata ce n’è stata ben poca. Stamattina un ambulante regolare del mercato di via Paravia mi ha mandato alcune foto in cui si vede chiaramente una situazione fuori controllo”. “Granelli, l’impavido assessore alla Sicurezza, a chi darà la colpa questa volta? È questo il modello di presidio del territorio che ha in mente il super consulente Gabrielli? Tutti sanno e nessuno vuole intervenire. Di certo i residenti perbene di San Siro non vogliono un duplicato del mercatino dell’illegalita di piazzale Cuoco” conclude De Chirico.

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Granelli: attivata per la prima volta la vasca di contenimento del fiume Seveso

A partire dalle ore 13:15 di  domenica 10 marzo, è attiva la vasca di contenimento al Parco Nord che devia parzialmente l’acqua proveniente dal fiume Seveso per evitare le esondazioni in città. La vasca, realizzata da MM e operativa da fine novembre, è entrata in funzione oggi per la prima volta, dopo che in via Valfurva a Milano il Seveso aveva raggiunto il livello critico di 1,88 metri. Non appena è stata attivata, il livello dell’acqua si è fermato e successivamente è iniziato a scendere. La vasca può contenere fino a 250mila metri cubi d’acqua e una volta terminata l’emergenza si potrà procedere con lo svuotamento, attraverso pompe che convoglieranno tutta l’acqua nell’alveo del fiume Seveso, e con la successiva pulizia, fino a riempire nuovamente l’invaso con acqua di falda. “Oggi per la prima volta abbiamo dimostrato che è possibile evitare l’esondazione del fiume Seveso – ha detto Marco Granelli assessore alla Sicurezza – e che i quartieri a nord Milano sono in sicurezza. Questa vasca è stata sufficiente perché subito dopo l’onda di piena ha smesso di piovere, ma se avesse continuato non sarebbe bastata. Abbiamo bisogno che la Regione Lombardia e Aipo completino il progetto approvato nel 2015 con le vasche di Lentate sul Seveso, di Senago, di Paderno e Varedo e con le aree golenali di Cantù. Un sistema complessivo che proteggerà in futuro dalle esondazioni del Seveso”.  

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Granelli toglie il diritto all’auto a 3mila milanesi

Granelli toglie il diritto all’auto a 3mila milanesi. Perché ci sono le ciclabili e forse perché sulle piste si rivela la cecità con cui si procede da Palazzo Marino. Nel piano per viale Monza l’assessore Marco Granelli ha parlato di meno di 1500 parcheggi. Ma secondo una verifica sui dati dell’Aci le auto intestate a residenti in zona sono 5mila. Dunque oltre 3mila persone si troveranno senza diritto all’auto, le discussioni serali per il posto auto si prevedono più serene di giorno in giorno in viale Monza. Alla fine solo chi potrà permettersi il box avrà diritto all’auto, una selezione per censo che appare strana per una giunta di sinistra. E parliamo di periferie. “Secondo i dati dell’Automobile Club di Milano, negli archivi del PRA sono presenti 5.035 veicoli intestati a persone residenti in viale Monza – spiega Otello Ruggeri, Presidente del Circolo Nord Est Milano di Fratelli d’Italia – un numero di auto per cui non possono certo essere considerati sufficienti i 1.178 parcheggi regolari annunciati dall’Assessore Granelli durante la presentazione della ciclabile di viale Monza. Parcheggi che non basterebbero nemmeno considerando che un generoso 25% di queste auto trovino posto in box o spazi a pagamento e prendendo per buono il dichiarato aumento a 1.354 dei posti disponibili considerando quelli ricavati in alcune vie limitrofe”. “L’elencazione di numeri fatta dall’Assessore – continua Ruggeri – essendo priva di fonti e citazioni degli autori degli studi da cui deriverebbero, fa sospettare non siano frutto di una seria analisi del bacino d’utenza, ma dell’esigenza di giustificare le conseguenze di un’opera che poteva essere fatta bene ed è invece stata realizzata male. Non si capisce ad esempio come Granelli possa sostenere che in viale Monza vi sia una esigenza di sosta pari a soli 1.228 posti, o perché si indichino ulteriori 176 parcheggi ricavati nelle vie limitrofe, ma non le esigenze di sosta dei residenti in quelle stesse vie. E’ ovvio che se i residenti di viale Monza parcheggeranno in altre vie, quelli che le abitano dovranno cercarlo nelle vicinanze, creando un effetto domino che andrà a interessare tutta la zona. Questione che non sembra essere stata minimamente presa in considerazione. Vi è poi la questione dei nuovi parcheggi creati regolarizzando posti che venivano già utilizzati in precedenza abusivamente. Un artifizio utile a gonfiare i numeri di quanto fatto dal Comune, senza però aggiungere nulla a quanto nelle disponibilità dei residenti”. “Insomma – aggiunge Ruggeri – Granelli ha dato molti numeri, ma i conti decisamente non tornano. Piacerebbe conoscere le fonti ed avere una spiegazione della valutazione in seguito alla quale sono stati considerati sufficienti 1.178 parcheggi per soddisfare le esigenze dei 5.035 residenti in viale Monza che possiedono un’auto, di quelli che devono sostarvi perché vi si recano a lavorare e dei pendolari che lasciano l’auto nei pressi delle fermate della Metropolitana, da dove poi raggiungono il posto di lavoro. Una spiegazione – conclude – che siamo certi non ci verrà mai data e che probabilmente non esiste”. Dunque Granelli toglie il diritto all’auto a 3mila milanesi. Forse sperano in un boom di sfasciacarrozze.

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La ciclabile di Maran: il nuovo ingorgo della viabilità politica

La ciclabile di Maran: il nuovo ingorgo della viabilità politica. Proviamo a ricapitolare: appena si sono riaperti i primi cancelli del lockdown l’assessore comunale Pierfrancesco Maran, con il suo collega Marco Granelli, annuncia l’avvio di una pista ciclabile che attraverserà la città seguendo il percorso della Metropolitana 1. Una pista in gran parte costituita da segnaletica orizzontale, cioè viene disegnata sulla carreggiata per auto di corso Buenos Aires. L’idea si rivela subito dirompente, nonostante di per sè si tratti di qualche secchiata di vernice: polemiche, incidenti e commenti di tutti si sprecano. Gli errori del disegno, tra cui una fermata dell’autobus che si è stati costretti a spostare, diventano il bersaglio del centro destra. E gli stessi commercianti di Buenos Aires hanno posizione discordanti sul tema. Fino a ieri poteva essere una normale disputa tra chi sostiene la libertà di muoversi come si preferisce e la giunta Sala, da sempre convinta di dover imporre le bici come mezzo principale per spostarsi in città: invece ieri Riccardo De Corato, assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, annuncia di aver depositato un esposto in Procura contro la ciclabile. A questo punto il sindaco Giuseppe Sala, forse per la condanna rimediata nel processo su Expo 2015, perde le staffe e attacca direttamente il governatore lombardo Attilio Fontana: “Oggi un Assessore di Regione Lombardia ha reso noto di aver presentato alla Procura della Repubblica di Milano un esposto sulla pista ciclabile di corso Venezia e corso Buenos Aires. Suppongo che prima di agire con una modalità così anomala abbia avvisato il presidente Fontana. Se siamo arrivati a questo punto ne prendo atto, ma è evidente che ciò rappresenta una svolta profondamente negativa nella relazione fra Regione e Comune”. Una dichiarazione di guerra politica in piena regola a cui Fontana reagisce scaricando il suo assessore: “Regione Lombardia, in merito alla presentazione di un esposto sulla nuova pista ciclabile nel centro di Milano, precisa in una nota “che l’iniziativa non è frutto della Giunta regionale e del suo presidente Attilio Fontana”. “Tale azione dunque – conclude la nota – va ricondotta a un atto di carattere puramente personale”. Ba-boom. Chi avrebbe mai detto che con due secchi di vernice si sarebbe causato un delirio simile?

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Negozi e bici ancora più vicini con il bike parking de “L’Italiano”

Negozi e bici ancora più vicini con il bike parking de “L’Italiano”. La famosa catena milanese di negozi di parrucchiere e ristoranti, inaugurerà 20 nuovi posti bici dislocati nei 4 negozi di piazza Cincinnato, via Felice Casati, via Piero della Francesca e viale Campania. “L’Italiano” ha aderito al bando del Comune di Milano che prevede la concessione gratuita del suolo pubblico ai privati che, a proprie spese, decidono di installare rastrelliere per biciclette, promuovendo così lo sviluppo di una mobilità sostenibile e partecipando in modo positivo e concreto alla vita del proprio quartiere. Siamo felici di poter offrire ai nostri clienti l’opportunità di parcheggiare la bici in modo corretto e sicuro, stimolando così spostamenti sostenibili – ha ichiarato Sebastiano Liso – uno dei tre proprietari de “L’Italiano”. “Grazie ai titolari de ‘L’Italiano’ che si sono presi l’impegno di mettere la rastrelliera, siamo molto felici che L’Italiano abbia raccolto la nostra opportunità, – dichiara Marco Granelli assessore alla Mobilità -, E’ per noi il segno che l’idea di una mobilità più sostenibile e leggera a Milano raccoglie interesse e consenso. Avere un posto per mettere la propria bicicletta è un forte incentivo ad usarla”. Si dichiara soddisfatto anche il Presidente di Confesercenti Milano Andrea Painini che da anni promuove una visione di commercio cittadino sempre più “car free”. Il taglio del nastro si terrà giovedì 11 giugno alle ore 09.30 in piazza Cincinnato 5 alla presenza dell’ Assessore alla mobilità e lavori pubblici del Comune di Milano Marco Granelli, Andrea Painini Presidente Confesercenti Milano e l’Arch. Luca Bigliardi con l’Ing. Daniela Dafarra di Principioattivo Architecture Group che hanno curato la progettazione.

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Milano ostaggio della pioggia

Milano ostaggio della pioggia. Pare una battuta o un’esagerazione, ma per quanto sembri strano la capitale economica italiana non è più in grado di reggere la pioggia. Chi aveva avvertito i corifei della città dell’Expo che prima o poi i conti si pagano ha la magra consolazione di avere ragione: va bene rilanciare sempre sul futuro perché una città ha bisogno di prospettive per vivere, ma non bisogna dimenticare il presente. Le scuole chiudono quando piove perché non sono stati finiti i lavori in tempo (qualcuno invece che alle vacanze poteva fare una ricognizione estiva?), mentre la circolazione impazzisce tra strade ristrette dalla nuova urbanistica e allagamenti stagionali che rallentano o impediscono al circolazione. Non ci stracciamo i capelli per le “mamme col suv” perché potranno arrivare in ritardo in palestra provando una volta tanto a spostarsi a piedi, ma per i servizi essenziali che vanno in crisi per motivi discutibili: la scuola Meleri, una delle tante chiuse per pioggia, ha dovuto chiamare in tutta fretta qualcuno che si occupasse di pulire le grondaie. La grondaie. Non dovevano costruire un’astronave, ma occuparsi di un problema troppo piccolo per l’ego di chi amministra la città. E quindi non l’hanno fatto. E le scuole chiudono. Alcune fino a venerdì che è appena stato dichiarato giorno di sciopero. E quanti medici e infermieri hanno lasciato gli ospedali sguarniti per ore perché il personale era bloccato in mezzo al delirio di auto incolonnate? Quanti poliziotti? Già perché checché ne pensi chi vive nel 20121, c’è un sacco di gente utile oltre il giardino dorato dell’Area C. Un mondo in cui non si possono percorrere venti o trenta chilometri in bici tutti i giorni solo per raggiungere il posto di lavoro. L’auto privata serve, come sa chiunque abbia preso la metro o un autobus in orario d’ufficio. Ma da Palazzo Marino minimizzano. Il sindaco Sala ha addirittura detto che la responsabilità dell’Amministrazione è relativa per gli allagamenti. Eppure sarebbe il sindaco pure delle periferie, anzi aveva dichiarato di volerne fare un’ossessione. Avercene. Milano ostaggio della pioggia e un ossessionato in Brera. Forse non è tagliato, dovrebbe diventare presidente del Municipio 1, perché la città è messa molto male: pensa che ti ripensa al futuro, ci siamo persi il presente. Questa Amministrazione efficiente a parole rimarrà nella storia per essersi dimenticata l’appalto per la manutenzione ordinaria delle strade: ricordate il periodo in cui si aprivano buche sulle strade che pareva ci fosse un’invasione di talpe? Ecco, mancava chi si occupasse della manutenzione ordinaria. L’assessore Granelli reagì con una toppa, un’azienda che tappò alla meglio migliaia di buche in pochi giorni. Buona parte dei rattoppi durarono poco però. Adesso per i bambini della scuola di via Guicciardi si è pensato a un trasferimento temporaneo in altra sede. Un’altra toppa. Milano ostaggio della pioggia in questo modo è uno spettacolo che la città non merita. Milano ha superato gli anni peggiori della crisi dando una speranza all’intera Italia, come può essersi ridotta così?  

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