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Sanità, Giuliano (UGL): “Medici multati di 27.100 euro per aver lavorato troppo nel periodo Covid: è pura follia”

“Apprendiamo con sconcerto di una multa da 27.100 euro comminata dall’ispettorato del lavoro ai medici del pronto soccorso del Policlinico di Bari per avere, durante l’emergenza pandemica, prestato servizio straordinario oltre le ore previste per legge” dichiara in una nota il Segretario Nazionale UGL Salute Gianluca Giuliano. “Siamo alla pura follia” aggiunge il sindacalista commentando la notizia della sanzione amministrativa ricevuta dal direttore del pronto soccorso Vito Procacci. “Il professionista, giustamente amareggiato, ha ritenuto di rendere edotto il Presidente della Repubblica Mattarella di questo ennesimo scempio a danno degli operatori sanitari. Abbiamo più volte denunciato che l’effettivo riconoscimento da parte delle istituzioni, verso chi ha salvato migliaia di vite in un periodo così complicato, non è mai stato pari alle nostre aspettative. Ma che che addirittura si arrivi ad atti scellerati di questa natura lascia veramente allibiti e senza parole” conclude il sindacalista.

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Delpini: un monumento impastato di riconoscenza per i medici

Non è di marmo, bronzo” ma è “impastato di riconoscenza, di ammirazione e di grande stupore” il “monumento che si dovrebbe fare” a “infermieri, operatori socio-sanitari, ausiliari socio-assistenziali”. E’ quanto ha scritto l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, nella lettera intitolata per l’appunto “Dovrebbero farle un monumento” che ha dedicato agli operatori sanitari. “Le Sue mani, carissima, carissimo, sanno dell’umanità molto più di tanti sapientoni che in ogni momento pronunciano sentenze, scaricano quantità di parole, fanno scendere sulla povera gente piogge di interminabili sequenze di immagini”, scrive l’arcivescovo nel testo che consegnerà personalmente nel corso delle sue visite nelle strutture ospedaliere. “Voi tutti – aggiunge – siete la risposta pronta alla chiamata. Siete la parola rassicurante quando si è preoccupati. Siete il sorriso amico, che nessun manuale può prescrivere, quando ci si sente scoraggiati. Siete la battuta pronta, quando c’è il clima adatto. Siete il rimprovero fermo, quando ce n’è bisogno”, prosegue Delpini. L’arcivescovo di Milano rivela inoltre che “i cappellani che passano in reparto, i preti che visitano i malati a casa mi raccontano storie edificanti di quello che persone come Lei riescono a fare: curando i corpi, distribuendo medicine, medicando ferite si avviano anche percorsi di saggezza, di conversione, di ritrovata speranza e stima di sé”. ANSA  

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Gallera difende i medici e la Lega lo scarica

Gallera difende i medici e la Lega lo scarica. Negli ultimi giorni la polemica politica e sociale si concentra sulle parole di Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare: il politico ha detto che la Lombardia è in ritardo sui vaccini, ma la causa in buona parte è la carenza di medici perché in questo periodo sono in vacanza. Per moltissimi è stata la dimostrazione dell’incapacità di Gallera e della giunta regionale di gestire l’emergenza vaccino. Su questo giornale però abbiamo contestato Gallera quando lo ritenevamo giusto, questa volta no: i medici lombardi, o meglio in servizio in Lombardia, hanno subito i turni più massacranti di tutta Italia dalla primavera a oggi. La seconda ondata infatti li ha travolti proprio mentre recuperavano le energie dei mesi del massacro. Ora avevano diritto e il dovere di riposare qualche giorno: senza personale sanitario in forma nessuno può dirsi al sicuro, perché dopo mesi di turni oltre le 12 ore al giorno non è possibile pensare di essere in forma. E’ già tanto se non cadono per terra svenuti. I direttori sanitari hanno avuto ricche prebende come effetto dell’emergenza Covid-19, è vero. Però tutti quelli sotto sono stati spremuti come limoni. E Gallera lo sa per questo Gallera difende i medici e la Lega lo scarica, perché i salviniani ormai lo considerano un problema se non “il” problema. Soprattutto in vista delle prossime elezioni, perché sarebbe perfetto come capro espiatorio: intestando a lui tutti gli errori, o almeno la maggior parte, la Lega si libera da un grosso peso come tutte le mancanze amministrative di Fontana. Ma riuscirà davvero a fare legna dell’albero Gallera? Perché l’assessore ha radici forti in Lombardia e nonostante la crisi di Forza Italia, resta politicamente uno dei pochi pezzi pesanti degli azzurri. Rimuoverlo, come hanno imparato le opposizioni, è molto difficile. Persino per gli alleati.

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Gallera: “Mancano medici? E’ dieci anni che si taglia sulla sanità”

Gallera: “Mancano medici? E’ dieci anni che si taglia sulla sanità”. L’assessore regionale al Welfare di Regione Lombardia ha alzato le mani ammettendo che non si può rimediare in pochi mesi alle scelte compiute negli ultimi anni. In particolare sul tema sanità che dagli ultimi governi è sempre stata trattato come una sorta di bancomat: “Sono 10 anni che tagliamo sulla sanità, sono 10 anni che il numero di borse di studio è inferiore ai fabbisogni delle regioni: per fare l’anestesista servono 6 anni di università e 5 di specializzazione, non ce li possiamo inventare nell’arco di pochi mesi, questo è il dramma del paese, per troppi anni si è tagliato brutalmente su sanità e istruzione – ha detto Giulio Gallera a ‘L’aria che tira’ su La7, rispondendo a una domanda sulla mancanza di medici – Per quanto riguarda le misure contro il contagio, “questa divisione di colori a me sembra che non aiuti a dare un messaggio di responsabilità e di serietà” ha detto Gallera. sottolineando che “bisogna dare messaggi forti perché i giorni corrono veloci”. “Prima del governo – ha aggiunto – noi abbiamo assunto delle misure via via più importanti, i primi a fare il coprifuoco in Italia e adesso siamo in zona rossa”. Ecco dunque perché arriva l’ammissione di Gallera: “Mancano medici? E’ dieci anni che si taglia sulla sanità”. Anche sui vaccini Gallera rispedisce al mittente la domanda sul perché nelle farmacie non si trovino i vaccini antinfluenzali: “Non spetta alla Regione rifornire le farmacie, spetta al governo”. Una posizione criticata da alcuni, ma rafforzata dalla convinzione di Gallera di aver fatto a sufficienza perché la Regione ha comprato molti più vaccini degli anni scorsi.

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Imbrattati murales dedicati a medici

Nel Municipio 8 sono stati imbrattati questa notte dei murales dedicato a medici e infermieri del vicino ospedale Sacco. Lo denuncia sulla sua pagina Facebook il Municipio 8, postando delle foto dei murales imbrattati. “Questa notte qualche vigliacco ha vandalizzato i murales dedicati a medici ed infermieri dell’ospedale Sacco, realizzati dalle associazioni del territorio e sostenuti dal Municipio 8 – si legge nel post -. Prenderemo provvedimenti e presenteremo un esposto, chiedendo anche di visionare i filmati delle telecamere! Non c’è spazio per gli incivili”. ANSA

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Medici in fuga dalla Gran Bretagna: importiamoli in Italia

Medici in fuga dalla Gran Bretagna: importiamoli in Italia. I fondi del recovery fund finiranno in buona parte in sprechi, inutile negarlo. L’unico modo per evitarlo è trovare sistemi per usare i fondi prima dei mariuoli. E uno potrebbe essere questo: un piano per importare cervelli già abituati a un servizio pubblico ampio come quello italiano. Non potremmo convincerli solo con lo stipendio perché deve essere un piano sostenibile sul lungo periodo, ma la vita in Italia è senz’altro più attraente anche solo per il clima. Perché non portare via gli scontenti agli inglesi? I dati ci sono: oltre 1.000 medici in Gran Bretagna stanno pensando di mollare il servizio sanitario nazionale (NHS) e trasferirsi all’estero a causa della cattiva gestione della pandemia di coronavirus da parte del governo di Boris Johnson. Lo rivela un sondaggio pubblicato dal Guardian secondo il quale tra i dottori è forte il senso di “frustrazione” e “disincanto”. Chi non intende trasferirsi all’estero, sta pensando ad un periodo di pausa dal lavoro o a trasferirsi nel settore privato, rivela ancora l’inchiesta condotta dalla Doctor’s Association UK. Dei 1.758 medici intervistati tutto il Regno Unito quasi sette su dieci – 1.214 (69%) – hanno risposto che “la pandemia e il trattamento da parte del governo dei medici in prima linea li stanno spingendo a lasciare” la sanità pubblica. Alla domanda “dove ti vedi a lavorare nei prossimi uno o tre anni?”, quasi due terzi – 1.143 (65%) – hanno risposto fuori da NHS, un sistema già in crisi con oltre 8.000 dottori in meno di quanti ne servirebbero. Il piano può funzionare perché lo stipendio è solo uno dei tre motivi principali della voglia di mollare dei camici bianchi: gli altri due riguardano la mancanza di dispositivi di protezione personale e il divieto di parlare pubblicamente. Qui in Italia è innegabile che parlino tutti: persino quelli come Zangrillo che prima danno sponda ai negazionisti e altri soggetti bisognosi di supporto dai servizi sociali, poi dicono “ops”. Inoltre si mangia bene e l’essere umano viene ancora prima. E per una volta importeremmo medici per il servizio pubblico invece che braccianti per i caporali.

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