La prima a lamentarsi che alla “Casa della Carità di Via Brambilla è spuntato all’entrata un presepe con un chiaro messaggio ideologico: la Sacra Famiglia è raffigurata come famiglia di migranti su un gommone” è stata Silvia Sardone, Consigliere Comunale e Regionale del Gruppo Misto. La scena, allestita con una scritta “Per loro non c’era posto”, filo spinato e delle mani nell’acqua che rappresentano immigrati che affogano, secondo l’ex azzurra è “l’ennesimo tentativo di sfruttare simboli del Nataleper lanciare messaggi politici e rovinare le nostre tradizioni”. Una “squallida” reinterpretazione della Natività secondo la Sardone, perla quale la Casa della Carità “è diventata strumento di lotta politica” dai cui “periodicamente giungono messaggi contro le politiche sulla sicurezza e contro la lotta all’immigrazione clandestina“. In conclusione per la Sardone il Presepe “è solo l’ultima trovata per fare becera propaganda di sinistra” e di “oscurare le nostre tradizioni, la nostra storia, la nostra cultura e i nostri valori con messaggi distorti“. La prima risposta ai rilievi sollevati dall Consigliera è venuta dalla stessa Casa della carità che ha precisato “quest’anno sono due i Presepi allestiti. Uno all’esterno, sotto le scale dell’ingresso, e uno nella cappella al secondo piano“. Il primo, “ispirato al Vangelo di Luca e in particolare al verso Per loro non c’era posto“, mentre il secondo “prenderà forma la notte di Natale, durante la celebrazione della Santa Messa, con la deposizione di Gesù nella mangiatoia“. Don Virginio Colmegna spiega che la Casa della Carità vuole “essere quotidianamente luogo di solidarietà aperta e di giustizia, di pace e di fraternità per tutti“per questo, “nel Presepe allestito all’esterno, abbiamo ripreso la frase del Vangelo di Luca, per riflettere su quanto accaduto a Maria e Giuseppe, che in cerca di un riparo per la notte, si sono sentiti rispondere ogni volta che per loro posto non ce n’era”. Una scelta, spiegano i volontari “nata mesi fa, dopo la vicenda della nave Aquarius, che per giorni e giorni, dopo il no dell’Italia, ha girovagato da un porto all’altro per trovare un approdo in un Paese europeo che accogliesse i migranti salvati dal naufragio” lo stesso “no” che sentirono rispondere “Maria e Giuseppe” , oggi rivolto a “quell’umanità bisognosa che bussa alle nostre porte”. Don Colmegna sottolinea quindi “noi, e fortunatamente non solo noi, nonostante il clima di ostilità e rancore, vogliamo continuare ad accogliere e a praticare un’ospitalità” concludendo “Questo per noi è il senso del Natale e l’attualità della Natività“. Infine, cercando di smorzare i toni, è intervenuto il Sindaco Giuseppe Sala, “Mi pare che sia legittima la possibilità di esprimersi di tutti, compreso don Colmegna.” Interviene il Sindaco Giuseppe Sala, cercando di smorzare i toni “Poi non è una sorpresa come la pensa don Colmegna su queste cose, quindi mi sembra davvero una polemica inutile: don Colmegna fa quello nella vita, dà spazio ed attenzione a tutti ed anzi – conclude il Sindaco – direi che dobbiamo anche ringraziarlo”.