MM

Assunzioni MM. Marcora (FdI): Mascolo diventerà controllore di se stesso

“Ho già evidenziato in precedenza l’inopportunità di nominare Francesco Mascolo, indagato a Napoli per omissione di atti d’ufficio, nel CDA di MM, nonostante questo apprendo che dal primo di settembre assumerà anche il ruolo di Direttore dell’Ingegneria della partecipata che sarà chiamata a sviluppare i progetti e gare relativi ai fondi del PNRR”. Lo scrive in una nota Enrico Marcora, Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia. “Appare quantomeno singolare, se non sospetto, che un soggetto appena entrato nell’azienda in poche settimane assuma ruoli apicali di tale livello in un asset strategico per il Comune di Milano – sottolinea Marcora, aggiungendo – ancor più perplessi lascia il fatto che come assunto dipenderà dal Direttore Generale che è sottoposto al CDA di cui lui stesso fa parte, diventando di fatto controllore di se stesso”. “Non si comprendono quali ragioni di opportunità abbiano guidato MM a tali scelte e quali requisiti professionali e possiede Mascolo per meritare tanta attenzione – si chiede Marcora – ma se questa è la risposta del Sindaco Sala a chi gli consiglia prudenza è evidente che come il diavolo preferisce perseverare negli errori. Il perché di tanta ostinazione – conclude Marcora – merita un approfondimento per dare modo ai milanese di giudicare il metodo di amministrare suo e del PD”.

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Salinari (FI): follia gestione del verde ad MM

“Il Comune di Milano affida l’incarico del verde comunale ad MM SpA, la municipalizzata che non si è mai occupata del Verde tantomeno dei parchi – dichiara Antonio Salinari Capogruppo Forza Italia del Municipio 7 – l’affidamento prevede un importo annuale a carico del bilancio comunale pari a 16 milioni di euro, 4,2 milioni per la manutenzione straordinaria in più saranno acquistati macchinari e attrezzature per 34 milioni di Euro. Affidare l’incarico ad una società senza esperienza e competenza è da folli – commenta Salinari – tra l’altro MM SpA è la stessa Società che oggi si trova a gestire il patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica (E.R.P) del Comune di Milano, l’edilizia scolastica e il servizio idrico dimostrando una notevole lacuna. Conclude Salinari “Il Sindaco Sala a cui sono tanto care le sue periferie, dovrebbe fare un giro nelle residenze popolari e chiedere ai cittadini cosa ne pensano della gestione degli immobili di MM. Si renderà certamente conto dell’ennesima scelta sbagliata”

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Il Comune affida a MM la gestione del verde pubblico

L’Amministrazione comunale crede nelle economie di scala e in una sempre più ampia integrazione dei servizi e delle attività per una gestione attenta ed efficiente del territorio e delle sue risorse. È stato approvato dalla Giunta l’affidamento a MM S.p.A. per la gestione integrata del patrimonio a verde della città. Il provvedimento dà attuazione alle indicazioni giunte dal Consiglio comunale per l’individuazione di un soggetto unitario “in house” che, nella continuità del servizio, si riveli capace di risolvere inefficienze, diseconomie e ritardi nella gestione e nella manutenzione del verde pubblico milanese. Un patrimonio costituito da oltre 18 milioni di mq tra parchi di grandi dimensioni (parchi storici, parchi centrali e parchi di cintura), giardini di piccole dimensioni, aiuole, aree spartitraffico, oltre ad alberature lungo le vie e nelle piazze, a cui si aggiunge il verde presente nei complessi scolastici e all’interno degli stabili di edilizia residenziale pubblica. “La scelta di individuare MM quale gestore unico rappresenta una soluzione che consentirà di adottare strategie sempre più coerenti con la transizione ecologica della città e con la necessità di valorizzare l’infrastruttura verde. Un cambiamento che vede nell’ampliamento e nell’incremento delle aree verdi, nella riduzione del consumo del suolo, nelle connessioni ecologiche, nella qualità del servizio, nell’opportunità di disporre di personale altamente specializzato, nella continuità, i suoi elementi strategici – spiega l’assessora all’Ambiente e Verde, Elena Grandi –. La formazione di personale specializzato, la conoscenza del territorio, la stabilità del servizio nel lungo termine, consentiranno al Comune di Milano di sviluppare una nuova visione del verde pubblico e del paesaggio: la cura e la valorizzazione degli spazi verdi, degli alberi, dei suoli depavimentati, della biodiversità saranno sempre più determinanti nella lotta ai cambiamenti climatici, nella mitigazione dei suoi effetti, nelle politiche di adattamento”. Attraverso l’affidamento ad un unico gestore l’Amministrazione si propone essenzialmente tre obiettivi. Il primo: assicurare il passaggio da una normale attività di manutenzione ordinaria e straordinaria delle aree verdi ad un’attività di cura e valorizzazione del patrimonio del verde cittadino, grazie a una visione integrata dell’ecosistema urbano in grado di migliorare e aumentare la fruizione degli spazi verdi in sintonia con le trasformazioni della città. Il secondo: garantire una partnership durevole, nella quale il gestore superi il ruolo di fornitore di servizi per divenire attore e co-progettista, insieme al Comune di Milano, all’interno di un piano strategico di politiche e azioni che consentano di guidare la transizione ecologica in linea con gli indirizzi individuati dal Piano Aria Clima di cui la città si è dotata per la tutela dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. Il terzo: valutare l’azione dell’operatore, non solo in funzione del rispetto degli obblighi contrattuali richiesti dall’Amministrazione, ma anche per la capacità di incrementare il ruolo del verde come risorsa per migliorare l’ambiente e il clima, la vivibilità della città e il benessere delle persone. Le competenze e le esperienze maturate da MM in questi anni in termini di progettazione, realizzazione e manutenzione di molte opere pubbliche, l’erogazione di servizi di gestione del patrimonio ERP e dell’edilizia scolastica di competenza comunale, a cui si affianca la pluriennale gestione del patrimonio idrico cittadino, fanno di questa azienda il soggetto in grado di  garantire, non solo l’incremento e la corretta cura complessiva del verde urbano, ma soprattutto lo sviluppo di progettualità innovative. Tra queste, le  cosiddette infrastrutture verdi-blu, che consentiranno il miglioramento del drenaggio urbano e nel contempo una più efficace gestione delle acque meteoriche. Il ricorso al gestore unico permetterà infine una migliore programmazione degli interventi manutentivi, oltre ad una più efficace e costante modalità di azione, con i relativi benefici anche per quanto concerne la qualità del personale impiegato, la tutela e il rispetto dei contratti collettivi di lavoro per i dipendenti. Secondo il provvedimento approvato dalla Giunta la durata dell’affido a MM S.p.A. è di 25 anni dalla data di sottoscrizione per un importo annuale a carico del bilancio comunale di 16 milioni di euro (comprensivi di oneri di sicurezza e IVA al 22%) a cui sia aggiungono 4,2 milioni per le eventuali azioni di manutenzione straordinaria sulla base degli interventi realizzati. Da parte di MM, per tutto il periodo di durata dell’affidamento del servizio di manutenzione del verde, sono stati previsti oltre 34 milioni di euro in investimenti dedicati all’acquisizione di mezzi e attrezzature, all’implementazione dei sistemi informatici e tecnologici e all’assunzione di circa 200 unità di personale specializzato.

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MM, il Comune e quel demansionamento che fa giurisprudenza

MM, il Comune e quel demansionamento che fa giurisprudenza. Alla ripresa dei lavori del Comune, con la prospettiva di un diverso assetto della gestione delle acque, è importante ricordare che il Comune ha a che fare con degli esseri umani. Sia dal lato del servizio offerto, che da quello dei propri lavoratori. Ci si attenderebbe che dopo dieci anni di amministrazione di sinistra, le partite aperte dai lavoratori che lamentano danni gravi arrecati dal management delle partecipate siano chiusi rapidamente nel rispetto del diritto del lavoro. Macché. Questa storia, che è finita con una pronuncia della Corte di Cassazione (31558 del 4 novembre 2021) in favore del lavoratore, ormai in pensione, di MM Franco Vassallo, si è trascinata per quasi diciassette anni. E con dieci anni di processo che hanno attraversato due consiliature di sinistra. Non c’è che dire, un grande risultato per la sinistra del lavoro. Di cosa si parla? Di demansionamento. Di un lavoratore umiliato nella propria professionalità. Ma facciamo parlare la Suprema Corte “Occorre premettere, in fatto, che l’esistenza del demansionamento è stata accertata dai giudici di merito in relazione una ricostruzione puntuale dei compiti affidati ai dipendente – il quale inizialmente aveva svolto mansioni di Capo Reparto Pronto Intervento e di Capo Reparto Unità Mobile Controllo Rete, laddove, a far tempo dall’ottobre 2005, era stato assegnato all’area acque reflue – con la descrizione dettagliata delle mansioni svolte nei diversi periodi; era stato al riguardo precisato che all’espletamento di un ruolo di elevato contenuto professionale connesso alla responsabilità di una serie di unità (di ricerca perdite, di manutenzione) e al coordinamento di un elevato numero di dipendenti, aveva fatto seguito l’assegnazione di mansioni di tecnico di zona con limitazione delle competenze alle problematiche attinenti alla fognatura relative alla zona a lui riservata, con evidente mortificazione della dignità professionale del lavoratore. […] L’assegnazione a mansioni inferiori rappresenta poi, fatto potenzialmente idoneo a produrre una pluralità di conseguenze dannose, sia di natura patrimoniale che di natura non patrimoniale. Innanzi tutto l’inadempimento datoriale può comportare un danno da perdita della professionalità di contenuto patrimoniale che può consistere sia nell’impoverimento della capacità professionale del lavoratore e nella mancata acquisizione di un maggior saper fare, sia nel pregiudizio subito per la perdita di chance, ossia di ulteriori possibilità di guadagno o di ulteriori potenzialità occupazionali (vedi Cass. 10/6/2004 n. 11045 ). Invero la violazione dell’art. 2103 c.c., può pregiudicare quel complesso di capacità e di attitudini definibile con il termine professionalità, che è di certo bene economicamente valutabile, posto che esso rappresenta uno dei principali parametri per la determinazione del valore di un dipendente sul mercato del lavoro. Inoltre la modifica in peius delle mansioni è potenzialmente idonea a determinare un pregiudizio a beni di natura immateriale, anche ulteriori rispetto alla salute, atteso che, nella disciplina del rapporto di lavoro, numerose disposizioni assicurano una tutela rafforzata del lavoratore, con il riconoscimento di diritti oggetto di tutela costituzionale, con la configurabilità di un danno non patrimoniale risarcibile ogni qual volta vengano violati, superando il confine dei sacrifici tollerabili, diritti della persona del lavoratore oggetto di peculiare tutela al più alto livello delle fonti. Queste parole, molto pacate, descrivono diciassette anni di dolore, umiliazione e perdita di futuro. Di cui, va ripetuto, dieci di processo. Senza che MM riconoscesse il proprio errore. E senza che, sugli anni successivi al 2013, decidesse di sedersi a un tavolo, costringendo Franco Vassallo ad un altro ricorso. Tu chiamali, se vuoi, compagni.

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Sala, il liquidatore di MM

Sala, il liquidatore di MM Trionfo elettorale a parte, a Sala le elezioni non hanno dato alla testa. E nella composizione della giunta, fatta alla velocità della luce, i referati sono stati distribuiti saggiamente. In particolare le case popolari sono finite al recordman di preferenze del PD, Maran. Il problema è noto: MM non può andare avanti così. Ma ci spiega i dettagli il già Consigliere del Municipio 7 con delega alla casa Franco Vassallo: “MM deve morire. Questa pare la priorità di Sala all’inizio del suo secondo mandato. Troppo dispendiosa, troppo inefficiente, troppo legata a promesse che la crisi economica post pandemica rende impossibile mantenere. MM è, senza ombra di dubbio, all’ultimo miglio. Come verrà liquidata farà la differenza per chi ci vive e per chi la paga. Cioè per tutti noi. L’equilibrio da mantenere è sottile e fragile: da una parte non deve sembrare una fuga, dall’altra deve essere chiaro che questo passo è definitivo. E non ammette ripensamenti. Quindi, la soluzione più ovvia, cioè ridare le case ad Aler, così su due piedi, è da scartare per non sembrare degli idioti. Impresa molto difficile in generale, ma qui oltre le più nere aspettative. La soluzione proposta da Sala, creare una terza società è, ovviamente, solo una base negoziale. Nessuno può davvero credere che la regione sciolga Aler per creare una società a guida Milanese che indirizzi la gestione del patrimonio immobiliare già ERP solo per far contento Beppe. Quindi ci si troverà a metà strada, probabilmente. Dove e come faranno tutta la differenza del mondo: gli inquilini temono, e a ragione, che questa sarà la scusa regina per aumentare i canoni di affitto e l’alibi perfetto per fermare tutte le manutenzioni. Già ora, in attesa di un PNRR che potrebbe arrivare tra anni, i lavori sono bloccati, procedono solo i murales, che non risolvono nulla, ma danno l’impressione che ci si impegni molto in tal senso. Io avevo, molto più modestamente, proposto una commissione inquilini elettiva che controllasse i tempi e i modi dei lavori. Ma la commissione non era abbastanza visibile e trendy, quindi via al mezzo milione mal contato di pitture murali e pazienza se nelle case piove dentro. Tanto, si spera, prima del 2023, data delle regionali, il problema sarà di qualcun altro. Nel frattempo sono iniziate le telefonate per verificare la volontà per gli inquilini MM di cambiare contratto. Tanto per saggiare il terreno e risolvere il problema dei rinnovi automatici. Tu chiamale, se vuoi, coincidenze sinistre….”

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MM sfida le leggi della fisica. E perde.

Come ognuno di noi ben sa, un sano murales antifascista ha poteri miracolosi. Risana i quartieri, previene il degrado, rende migliori le persone, vince contro il terrorismo e soprattutto è in grado di proteggere la Costituzione. Viste tutte queste ammirevoli proprietà, hanno pensato in MM, sarà almeno in grado di proteggere dalla muffa, no? Ci racconta l’esito di questa ardita sperimentazione il candidato in Comune di Milano Popolare Franco Vassallo, sempre attento e presente nelle vicende e nelle vicissitudini dei condomini delle case popolari: “Come le immagini dimostrano inequivocabilmente, no, i murales antifascisti non proteggono le case dell’umidità, non sono sostitutivi di una buona manutenzione e soprattutto sono soldi buttati che potremmo spendere più utilmente in altro. Siamo in via Consolini, Gallaratese. E qui le infiltrazioni, come mostrano le foto, stanno minando salute e staticità delle case. Ovviamente MM interviene, ci mancherebbe. E qual è la soluzione? Un bel murales green, eco friendly e balle varie sulla facciata. Capiamoci, molto bello. E sicuramente sarà, sostenibile non lo metto in dubbio. Ma oltre a rendere il palazzo un sepolcro imbiancato a cosa e a chi dovrebbe servire? Questo è il sintomo di un problema più profondo e tipico del Sindaco-Fenomeno Sala. Ci si occupa solo di cosa grandi, che la gente possa vedere e ammirare. Le piccole cose, come le manutenzioni, non interessano. Vale per le case popolari, soprattutto. O rifai tutto il cappotto termico, le facciate, i balconi e ovviamente un bel murales oppure può anche andare tutto in malora. Non credo serva spiegare perché questo sia un pessimo modo di gestire la cosa pubblica. Il problema è che ci sono settori, come la scuola, il verde pubblico e la viabilità dove questa logica è direttamente pericolosa. Non è possibile che i chiusini non vengano puliti regolarmente, la disinfestazione sia un fatto episodico e, Dio non voglia, le scuole si tocchino solo quando cadono pezzi di muro o di soffitto. Sala ha come slogan “Sempre più Milano”, ma questa non è Milano. Non lo è mai stata e speriamo non lo diventi. E questa sarà la direttrice della mia azione in Comune, se gli elettori me lo concederanno. Una Milano concreta che rinasce dall’efficienza nelle piccole cose. Perché se non sei fedele ai cittadini nel piccolo, come potranno fidarsi di te nel grande?”

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