monsignor delpini

Monsignor Delpini positivo al covid

Dopo avere effettuato un tampone in vista del viaggio in Camerun in programma da oggi al 21 luglio, ieri l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, è risultato positivo al Covid-19 e ha quindi iniziato il periodo di isolamento nei termini previsti dalle normative vigenti. Lo rende noto l’Arcidiocesi aggiungendo che il viaggio in Camerun – pensato in particolare come momento di incontro con i missionari fidei donum della Diocesi e con le loro comunità – è stato rinviato a data da destinarsi. ANSA

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Monsignor Delpini pregherà per la pioggia

Contro la siccità che sta mettendo in difficoltà agricoltori e allevatori, scende in campo – con la preghiera – anche l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. La diocesi spiega infatti che l’arcivescovo ha accolto “la preoccupazione dei coltivatori della terra, degli allevatori e delle loro famiglie” e che sabato prossimo sarà in tre chiese “a pregare il santo Rosario per il dono dell’acqua, per il saggio utilizzo di questo bene vitale, per quanti soffrono il dramma della mancanza di risorse idriche”. Delpini spiega che invocherà “la ‘Madonna della Bassa’ perché la provvidenza di Dio venga in aiuto alla nostra debolezza”.

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Violenze di capodanno, monsignor Delpini: “Schiaffo a una città che non meritava”

Violenze di capodanno, monsignor Delpini: “Schiaffo a una città che non meritava”. “Nella persona umana abita la contraddizione, siamo contraddittori, la prima parola del Vangelo è ‘Convertitevi’: la religione comincia col cambiare il punto di vista, con il mettere il punto di vista di Dio prima del proprio”.  Così l’Arcivescovo di Milano, Sua Eccellenza Monsignor Mario Enrico Delpini a Che tempo che fa su Rai3, sul dolore espresso da Papa Francesco verso i respingimenti in nome della religione. “La relazione con gli altri è un aspetto di questa conversione; gli altri sono quelli che ci disturbano, che ci provocano, che ci dicono ‘Convertiti, cerca di renderti conto del mondo in cui vivi e di rispondere alla vocazione a cui sei chiamato’. Gli altri sono necessari perché in fondo sono la voce di Dio. (…) Gli altri sono i vicini di casa, quelli lontani, i poveri, gli amici. Questa idea di respingere, di difendersi, di chiudersi in casa è il contrario dell’appello evangelico che dice ‘Esci da casa, esci da te stesso, ti aspettano gli altri, ti aspetta Dio”. Sul concetto di gentilezza. “La gentilezza è un modo di stabilire relazioni che parte dalla stima per gli altri, dal fatto che io mi aspetti qualcosa. L’atteggiamento di chi si mette ad ascoltare, di chi si lascia provocare, di chi dice quello che pensa aspettandosi che ci sia una reazione che lo aiuta a pensare meglio”. Sui difetti della comunicazione di oggi. “Il primo è ridurre la comunicazione a espressione, che non nasce dal voler comunicare agli altri perché mi interessano ma perché voglio esprimere me stesso, una rabbia, una presunzione, una delusione, quindi parlo e comunico per esprimermi, non per comunicare. L’altro grosso difetto è la comunicazione che si riduce a costruzione del consenso, un modo di sedurre l’interlocutore perché compri qualcosa o voti qualcuno o costruisca una mentalità che tollera quello che è sbagliato”. Sugli episodi di violenza verificatisi a Milano a Capodanno. “Una delle esperienze più umilianti della mia vita è stato quando forse un insegnante mi ha dato uno schiaffo che non meritavo. Ero un ragazzino, questo mi ha ferito al punto che ancora adesso questo schiaffo brucia. Penso che questi episodi di violenza siano stati uno schiaffo a una città che non lo meritava. Un’umiliazione che soprattutto le ragazze coinvolte hanno subìto, un elemento che fa molto soffrire, occorre stare vicino alle vittime perché penso che un atteggiamento così aggressivo possa lasciare una traccia profonda di paura e di risentimento. Poi ho pensato a chi sono questi tali che fanno queste cose, da dove vengono, come farli ragionare… Io ho delle responsabilità educative, come la Chiesa e tante altre istituzioni; questi episodi così umilianti devono suscitare anche un’interpretazione su da dove viene questa violenza. Noi abbiamo la responsabilità di comprendere, dialogare, intervenire, di non rinunciare mai al compito di educare, di avere una stima così profonda nell’umanità da voler aiutare tutti a diventare migliori, a evitare di darsi schiaffi che nessuno merita”.

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Monsignor Delpini consegna il mandato ai catechisti

L’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, consegnerà domani in Duomo il mandato alle catechiste e ai catechisti della Diocesi. Un’iniziativa inedita per sottolineare la ripresa degli incontri di iniziazione cristiana per bambini e ragazzi, dopo la lunga pausa imposta dalle norme sanitarie per il contenimento della pandemia di Covid 19. Così come le Messe, anche gli incontri di catechesi sono stati infatti sospesi a febbraio. Ma mentre le celebrazioni sono ricominciate il 18 maggio, per i percorsi di formazione che in tutta la Diocesi coinvolgono decine di migliaia di bambini e ragazzi si è preferito attendere l’inizio del nuovo anno pastorale. Proprio questo ulteriore periodo di pausa ha permesso di definire le norme per una ripresa in sicurezza delle attività nelle oltre mille parrocchie della Diocesi. Le regole stabilite dall’Avvocatura della Curia prevedono l’uso della mascherina tanto per chi frequenta i corsi, quanto per le catechiste e i catechisti coinvolti, il distanziamento sociale nelle aule, le modalità di entrata e uscita, il controllo della temperatura e il rispetto degli obblighi di quarantena. È previsto inoltre un patto di responsabilità reciproca, che verrà firmato sia dal parroco che dai genitori. “Il tempo del lockdown ci ha costretto tutti a ritrovare l’essenza dell’insegnamento della fede, valorizzando la preghiera, la celebrazione in casa, il coinvolgimento attivo della famiglia, il dialogo a partire dalla vita quotidiana – osserva mons. Antonio Costabile, responsabile del servizio per la catechesi e catecumenato della Curia -. Le nuove tecnologie ci hanno anche permesso di sperimentare forme nuove e innovative di catechesi. Ma nelle stesso tempo abbiamo anche compreso quanto gli incontri in presenza siano insostituibili. Per questo ora occorre ripartire riavviando una pratica più continuativa e fedele, accompagnando le famiglie e i ragazzi oltre la paura, verso una socialità nuova”. ANSA

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Pranzo con i poveri per Monsignor Delpini

Anche quest’anno è confermato il tradizionale pranzo di Ferragosto per famiglie povere, senza tetto e anziani soli organizzato dall’Opera Cardinal Ferrari, anche se, causa Covid, ci saranno posti contati, la giusta distanza e ogni sicurezza. A servirli – in un appuntamento che si realizza grazie a tanti donatori – volontari, anche giovanissimi e lo staff di Opera. Pochi ospiti, tra tutti, monsignor Mario Delpini, l’Arcivescovo di Milano, “che – spiega una nota dell’Opera – non ha voluto rinunciare al tradizionale pranzo con loro“. Anche durante il lockdown la struttura è rimasta aperta, o meglio è rimasto aperto il centro diurno con servizi dimezzati, la mensa su due turni, dando priorità ai senza fissa dimora, aumentando la distribuzione di pacchi viveri e le telefonate amiche per chi era chiuso in casa. E questo è stato possibile grazie anche a tanti nuovi volontari che si sono presentati per dare una mano. ANSA

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Monsignor Delpini: Pasqua ci regali una vita nuova

Un’immagine emblematica di questa Pasqua al tempo del Coronavirus è quella del sindaco di Milano Giuseppe Sala con la fascia tricolore, il presidente della Lombardia Attilio Fontana e il prefetto Renato Saccone che oggi – seduti in prima fila ciascuno in un banco diverso – hanno assistito alla messa della domenica delle palme celebrata dall’arcivescovo monsignor Mario Delpini in un duomo deserto. Fontana, Sala e Saccone sono stati invitati in rappresentanza di tutta la popolazione di Milano per una celebrazione che tradizionalmente porta in cattedrale migliaia di fedeli. “Pasqua ci regali una vita nuova” è l’esortazione con cui l’arcivescovo ha concluso l’omelia. ANSA

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