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Monsignor Delpini: Pasqua drammatica

E’ una Pasqua “segnata dal drammatico impatto della pandemia” quella che si avvicina e in questa occasione l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha voluto inviare un messaggio di speranza alla Diocesi. Un messaggio di speranza che non nasconde le difficoltà del momento, anzi proprio da queste parte. “Non pensavamo che la morte fosse così vicina – ha scritto Delpini -. Io non so quante siano le persone che muoiono a Milano nei tempi ‘normali’. Adesso però i numeri impressionano, anche perché tra quei numeri c’è sempre qualcuno che conosco“. “Quando irrompe il nemico che blocca tutto, che paralizza la città, che entra in casa con quella febbre che non vuol passare, allora – ha aggiunto – le certezze vacillano, e il verdetto del termometro diventa più importante dell’indice della Borsa“.  

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Monsignor Delpini: strano inizio di quaresima

Caratteristiche della “gente di questa terra” sono “la fiducia nella provvidenza, la ragionevolezza, il buon senso e l’operosità efficiente. Il messaggio credo debba essere questo: siccome si è oscurata la fiducia nella provvidenza, confuso il buon senso ed è rimasta un’operosità che è diventata agitazione nevrotica” serve “recuperare la fiducia nella provvidenza, la ragionevolezza così le nostre azioni avranno capacità di far fronte ai problemi e di trovare le soluzioni“. Lo ha detto l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, in diretta su Rai3, in occasione della celebrazione della Messa di Quaresima in Duomo senza fedeli per l’emergenza coronavirus. Monsignor Delpini parla di un inizio di Quaresima “strano, senza messa, senza ceneri, senza prediche“, come di un “momento favorevole per cercare la riconciliazione, praticare il buon vicinato, spezzare il pane con l’affamato, per farsi vicini a coloro dai quali tutti si allontanano“. E invita l’informazione ad essere “più sobria e affidabile“. ANSA  

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Monsignor Delpini: frigo pieni e cuori vuoti

“L’allarme di questi giorni ha suscitato reazioni emotive sproporzionate” l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha parlato anche di Coronavirus a Treviglio ha celebrato, durante la messa della Madonna delle lacrime in un santuario senza fedeli per via dell’emergenza, per la prima volta a memoria di storici da quando si ricorda il miracolo del 28 febbraio 1522, quando l’affresco della Vergine lacrimò convincendo il generale francese Lautrec a risparmiare la cittadina bergamasca. “A volte – ha osservato nell’omelia trasmessa in straming – sembrava che la cosa più importante fosse: ‘Ah, se avessi il frigo pieno, per non pensare al vuoto che ho dentro il cuore. Se almeno avessi un rimedio palliativo per non pensare all’insidia mortale che mi atterrisce’“. Delpini poi notato che “le reazioni che ho potuto constatare in questi giorni hanno generato enormi paure per cose piccole, hanno suscitato desideri meschini che hanno soffocato i grandi desideri e le paure veramente spaventevoli“. ANSA  

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Monsignor Delpini dialoga con i musulmani

“Mi rivolgo a voi come fratelli e vi ringrazio per la testimonianza di fede che ci avete dato in questi giorni, con la vostra fedeltà al digiuno, alla preghiera, alla carità per i più poveri“. Inizia cosi’ il messaggio che l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha fatto pervenire alle comunità islamiche presenti nel territorio della Diocesi nell’imminenza della festa di Eid Al-Fitr, con cui si chiude il mese sacro di Ramadan. “Come afferma il documento di Abu Dhabi – prosegue -, è nel nome di Dio che Al-Azhar e la Chiesa cattolica dichiarano di adottare la cultura del dialogo come via, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterio. E nel nome di Dio e nell’esercizio della preghiera che tutti insieme esprimiamo il desiderio che si realizzi una pace universale di cui possano godere tutti gli uomini della terra“. “Il messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, che allego al mio saluto, richiama le tre linee guida che Papa Francesco ha evidenziato per un proficuo dialogo tra persone di diverse religioni: il dovere dell’identità, il coraggio dell’alterità e la sincerità delle intenzioni. Continuiamo a lavorare insieme nel costruire relazioni pacifiche e fraterne, dando in questo modo testimonianza al Creatore Onnipotente al quale rendiamo culto, ottenendo come frutto l’armonia anche qui nella Milano sempre più società plurale“. “Dobbiamo lavorare per irrobustire quelle attitudini di incontro e di dialogo – spiega -, di ascolto reciproco e di rispetto, di collaborazione nel rispondere ai bisogni e nel cercare la pace, che già sono presenti ma rischiano di essere logorate dal clima di tensione e di non rispetto che la comunicazione, anche politica, in queste settimane ha seminato a piene mani”. ANSA  

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