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Salvini: Sala usa Milano per fare carriera politica

“Sala sta usando Milano per fare carriera politica a livello nazionale. Io vorrei fare l’esatto contrario, amare Milano prima di dedicarmi a un pochino di riposo. Milano non è un trampolino, non è un tram da usare per altri obiettivi nazionali”. Lo ha detto Matteo Salvini a margine di un presidio al quartiere QT8 di Milano, replicando al sindaco Beppe Sala che aveva giudicato ‘svilente’ l’intenzione del leader leghista di candidarsi a sindaco della città solo ‘a fine carriera’. “Milano è Milano, quindi me la tengo nel cuore. Prima però mi piacerebbe tornare al Governo per finire quello che abbiamo cominciato a fare”, ha aggiunto Salvini. “Mi sembra che il sindaco Sala si sia un po’ affievolito, che dopo i primi anni abbia perso la voglia, la verve, la passione, la pazienza. Non so cosa gli sia successo, però c’è una città seduta che vuole rialzarsi e correre e non vedo l’ora che arrivi la prossima primavera” ha detto Salvini riferendosi alle elezioni comunali del 2021. Noi – ha aggiunto Salvini – sceglieremo il meglio”. Quanto al QT8, dove quattro giorni fa una donna di 45 anni è stata violentata mentre stava passeggiando con il cane nel parco Monte Stella, Salvini ha detto che “può tornare ad essere un quartiere di eccellenza, con belle case, aree verdi”, mentre “non è più accettabile che per altri anni, per l’incuria del Comune, spazi come l’ex mercato comunale diventino bivacco per ladri e spacciatori”. “La violenza sessuale degli ultimi giorni è stato l’apice di questo degrado – ha concluso -. Ci sono da anni progetti di recupero, sarà una nostra priorità con il nuovo consiglio comunale e già oggi scriverò prefettura”, ha concluso. ANSA

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Il rapitore di bambini: “E’ colpa di Salvini”

Il rapitore di bambini: “E’ colpa di Salvini”. Sembrerebbe assurdo a chiunque, ma non a Ousseynou Sy, il senegalese che rapì 51 ragazzini con uno scuola bus e che furono salvati solo grazie al pronto intervento dei carabinieri. Eppure l’uomo ha provato a ribaltare la frittata parlando del suo gesto come di un atto di protesta per i migranti morti in mare e scaricando la colpa sull’ex ministro degli Interni. Sarebbe a causa delle politiche di Matteo Salvini se lui ha deciso di prendersela con i ragazzini, forse come retaggio della sorte che spesso tocca ai più giovani in Africa dove vengono scambiati come merce o arruolati come bambini soldato. Il suo attacco contro dei ragazzini inermi sarebbe solo una reazione a Salvini. Una posizione che ha fatto saltare sulla sedia i leghisti: “Il silenzio rende complici. Lo dice a sua discolpa il senegalese Sy che, nei suoi sproloqui anti-Salvini, adesso si esprime come i centri sociali. Che qualcuno l’abbia ammaestrato a dovere? Sia come sia, la ‘risorsa’ che ha pianificato un atto dimostrativo sequestrando un bus con 51 ragazzini cremaschi, atto che possiamo ben immaginare come sarebbe finito se non fosse stato per l’intervento delle autorità, farebbe meglio a stare zitto. Lui sequestra un autobus e la colpa sarebbe di Salvini? Di fronte a simili vaniloqui, dato che è stato appurato che non è affatto incapace di intendere e volere, l’unica è condannarlo il prima possibile all’ergastolo e chiudere una volta per tutte questa brutta storia”. Così il consigliere regionale leghista Federico Lena, cremonese. Intanto a destra si registra un caso di giustizia efficente e adeguata, Carlo Fidanza, europarlamentare di Fratelli d’Italia ha dichiarato: “Finalmente giustizia è fatta. Una sentenza dura, giusta ed esemplare conferma che Ousseynou Sy ha agito con l’intento di provocare una strage e con finalità terroristiche. Un gesto che non ha provocato vittime solo grazie al coraggio e alla prontezza degli studenti e delle forze dell’ordine!”. Anche dal M5S ci sono commenti positivi: “Ringraziamo per il loro lavoro le autorità inquirenti e gli organi giudiziari, capaci, in tempi celeri, di rendere giustizia agli studenti e alle studentesse che quel giorno insieme ai loro insegnati erano su quel bus. Ragazzi e ragazze capaci di mostrare, in un momento tanto drammatico, una capacità di reazione tale da scongiurare quelle che avrebbe potuto essere una vera e propria strage” così il capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Regione Lombardia Massimo De Rosa commenta la sentenza di condanna dell’imputato Ousseynou Sy, l’autista di origini senegalesi, che il 20 marzo 2019 dirotto’, tenne in ostaggio e poi diede alle fiamme un bus con 50 bambini, due insegnanti e una bidella a San Donato Milanese, senza provocare vittime.Alle famiglie italiane resta da sperare che Sy non diventi un esempio per tanti altri che usano i politici per prendersela con le scolaresche di ragazzini che, come dovrebbero sapere anche i terroristi come Sy, non votano.

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Figlio della Lucarelli identificato da la DIGOS dopo avere insultato Salvini

“Mio figlio ha detto la sua, non c’è nulla di lesivo della sua reputazione nel fare il suo nome, anzi… Certo sono stupita che un ragazzino di 15 anni che esprime la sua opinione in modo civile e pacifico, e nei limiti del confronto democratico, venga identificato da due poliziotti in borghese come un delinquente“. Lo ha detto all’ANSA Selvaggia Lucarelli, commentando quanto avvenuto questa mattina al gazebo della Lega allestito all’esterno del centro commerciale Portello di Milano, dove il figlio 15enne della giornalista è stato identificato dopo aver dato del “razzista” e dell’”omofobo” a Matteo Salvini che si trovava lì per un comizio. “Non mi sembra che ci sia stato un confronto aggressivo, e neanche un diverbio, tanto che Salvini non ha neppure quasi risposto. Se decidi di scendere in piazza e di confrontarti con i cittadini lo fai con tutti, non puoi scremare”, ha detto Lucarelli. “Tengo a sottolineare – ha poi specificato la giornalista – che noi non avevamo nessuna intenzione di andare a cercare Matteo Salvini ma ci trovavamo lì per caso, perché il gazebo era allestito sotto casa nostra”. E ha aggiunto: “Penso che Salvini sia un razzista e un omofobo ma io non avevo idea di cosa mio figlio avrebbe detto a Salvini, pur condividendolo. Mio figlio è un appassionato di politica, a scuola da circa un anno è vicino a dei gruppi di orientamento di sinistra e ha espresso quello che pensava, nei termini di un quindicenne che magari dice ‘governo’ anziché ‘partito’. Inoltre conosce le dinamiche del web, si aspetta quello che ci si può aspettare dai leghisti: sicuramente ci saranno migliaia di insulti però non credo che intenda fare vittimismo. Se ha deciso di agire così è perché vola più in alto di questo”. ANSA

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Lombardia maionese impazzita

Lombardia maionese impazzita. La nostra proposta è un commissariamento a tempo, magari sei mesi come successo per Roma con il Prefetto Tronca e la sua squadra. Partiamo dai fatti: la Lombardia è nel pallone, ma non parliamo solo di Palazzo Lombardia. Nell’era pre Covid i milanesi e i lombardi sopportavano serenamente l’odio e il mostruoso complesso di inferiorità degli altri italiani. Era una regione mentalmente solida e che come sa chiunque ci sia stato, dove il lavoro e la vita erano più normali che nel resto d’Italia. Si stava meglio perché potevi liberarti di paranoie campanilistiche, tradizioni senza senso, Milano stessa era una città che cambiava il volto del suo centro storico senza crisi isteriche. Si poteva cambiare e con il sorriso, mentre nel Centro-Sud devi ridere. Devi. Continuamente. In quest’isola felice ignoravamo l’odio degli altri senza problemi, tanto alla fine venivano qui e scoprivano che si stava meglio. Adesso invece abbiamo il sindaco Sala che risponde ai bulletti delle isole e del Sud, come se fossimo diventati un qualsiasi paesino governato da sbruffoni e mafiosi. Non gliene facciamo una colpa: Salvini ha dato il via sottolineando il sentimento anti lombardo che si percepisce in un governo composto solo da cittadini del Meridione (compreso Mattarella che si è fatto eleggere da un Parlamento che secondo lo stesso Mattarella era eletto illegittimamente). E così adesso i lombardi, già provati da un’epidemia durissima, hanno la spiacevola sensazione di essere assediati. A Salvini senza dubbio fa gioco, perché quando sei in panico da accerchiamento cerchi di stringerti intorno a qualcuno. E Sala che sicuramente non è scemo, lo ha seguito sulla stessa strada. Nel breve periodo saranno solo loro due a giovare di questo clima psicologicamente disastroso. La Lombardia maionese impazzita è un male per tutti, ma al Centro Sud non vedono l’ora di poter “normalizzare” anche l’unica regione dove si poteva respirare e vivere come si preferiva. Sarà la vittoria di quelli che odiavano i secchioni perché rifiutavano di non essere eccellenti. Ma possiamo ancora evitare questo scenario patetico: commissariamo per sei mesi la Lombardia. Poi Fontana potrà tornare governatore. Lo diciamo anche per loro: ad essere provatissima dalla crisi è anche la nostra classe politica. Fontana pare sempre a un passo dallo svenimento, Sala ormai è bollito e gli altri sotto non stanno tanto bene. Prendiamola come una riabilitazione mentale collettiva. Roma sotto Tronca per sei mesi ha sperimentato una novità assoluta: vivere in un mondo normale. Dopo sei mesi hanno smesso subito, quindi possono essere sereni anche i politici lombardi. Prendiamoci tutti un bel respiro e poi torniamo a lavorare. Così i vari odiatori repressi d’Italia torneremo a sentirli solo come un eco lontano. Come prima, più di prima, risponderemo al loro odio con l’amore.

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Fontana: spalmare lavoro su 7 giorni, nessuna pressione da Salvini

Per una ripartenza “in sicurezza” delle attività produttive c’è l’ipotesi di spalmare il lavoro non su cinque ma su sette giorni: “scaglionare il lavoro magari su 7 giorni anziché su 5, con orari di inizio diversi per l’evitare l’utilizzo eccessivo dei mezzi pubblici in determinate fasce” ha detto ieri il Presidente della Lombardia Attilio Fontana parlando in Consiglio regionale. “Sono tante le proposte degli gli scienziati e dei tecnici che siederanno con noi domani al Tavolo dello Sviluppo“, ha aggiunto Fontana, non ci sarebbe stata nessuna pressione di Matteo Salvini sulla riapertura e il nuovo piano di normalità, “Assolutamente no, domani riuniamo il tavolo della competitività e volevamo annunciare la partenza della fase di avvicinamento alla riapertura“. Una precisazione resasi necessaria dopo che il Sindaco Beppe Sala aveva dichiarato: “Lascio ad ognuno di voi le vostre riflessioni, la mia idea è che ieri mattina Salvini ha detto ‘gli italiani sono stufi di stare in casa, riapriamo’ e Regione Lombardia ha eseguito“.  

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Il momento contestato del video di Conte

Il momento contestato del video di Conte. Ve lo riproponiamo perché nelle ultime ore la conferenza stampa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante la quale ha citato come esempi di fake news Matteo Salvini e Giorgia Meloni, sta suscitando quasi più polemiche che notizie. Il primo e più importante aggiornamento è l’allungamento del periodo di quarantena fino a primi di maggio. Il secondo è il “circolo di saggi” invitati a ripensare la nostra organizzazione sociale ed economica. Ma è un terzo punto quello che ha sollevato polemiche ed è il momento contestato del video di Conte che riportiamo: L’utilizzo di una struttura istituzionale che comunica in un momento istituzionale come la conferenza stampa di aggiornamento del primo ministro è sembrato uno scivolone sulla forma. E proprio da un uomo come Conte che si è sempre presentato come custode delle buone maniere dentro e fuori dal Palazzo. Enrico Mentana ha dovuto prendere le distanze affermando che non avrebbe mandato in onda tutta la conferenza se avesse saputo che ci sarebbe stata una diatriba politica a reti unificate. Con questa mossa Conte ha dato il destro alle destre: un’opposizione contestata con questi mezzi si è vista solo in Ungheria, pur con le evidenti differenze, o da manifestazioni di piazza come quella delle sardine. Persino Donald Trump, profeta della comunicazione scorretta, ha sempre usato il suo profilo Twitter per certi sgarbi pubblici, così come per i complimenti visto proprio il caso di “Giuseppi”.

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