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Individuati alcuni dei responsabili delle violenze a San Siro

Sono stati individuati alcuni tifosi che sabato scorso allo stadio Meazza di Milano durante la ritirata dagli spalti della Curva Nord ordinata dai capi ultrà nerazzurri in seguito all’omicidio di Vittorio Boiocchi, hanno provocato il deflusso, e un terzo ultrà responsabile di aver usato violenza verso una persona che esitava a lasciare San Siro. E’ quanto risulta dalle indagini condotte dalla Digos che in queste ore sta analizzando i filmati delle telecamere a circuito chiuso. Sono in corso anche approfondimenti su due spettatori che hanno chiamato il 112 per lamentare di essere stati allontanati dagli spalti. ANSA [the_ad id=”36270″]

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Lo stadio in crisi d’identità

Lo stadio in crisi d’identità. Lo svuotamento della curva interista per commemorare un capo ultras trucidato in un agguato stile Al Capone nei giorni scorsi è un segnale: lì comandano le tifoserie. Zone grigie della società dove sono permesse attività e atteggiamenti fuori dal decoro. Sono tanti gli abitanti di questo mondo, come dimostrano le scenografie di massa di cui sono esperti, come dimostra lo svuotamento degli spalti. Quest’ultima esibizione dalla polvere del colosseo cittadino ha un significato per loro, ma non solo: le inchieste dimostreranno solo quanto già si sa, cioè che il tifo organizzato lo è in tanti sensi. Ciò che invece emerge è che il resto dei milanesi non hanno espresso pareri: quella è Milano? La città che fa un inchino così vistoso a un uomo dalla vita turbolenta? Potrebbe essere. In fondo il tema non è quale sia l’anima migliore di Milano, ma quale sia ancora viva. Perché una città non può andare avanti solo con i bilanci, perché per logica matematica ogni calcolo complesso tende all’eliminazione della parte umana dell’attività. Una città senza persone sarebbe ordinatissima e pulitissima, per capirci. E allora l’importante non è se qualcuno ha costretto ad andarsene chi è andato a vedere una partita di calcio, ma il senso che ha quel palco e i messaggi che manda. Il Colosseo era il centro della vita pubblica tanto quanto il Senato, dunque non si tratta di indici volumetrici quando si parla di San Siro, ma di idee. Lo stadio in crisi d’identità non fa bene a nessuno, meglio una sbagliata o contestabile, ma che sia chiara e distinta come un principio cartesiano. Anche perché una soluzione per tenere fuori gli ultras (oggi oggetto della maggior parte delle critiche) è costruire un nuovo stadio con meno posti a costi più alti e un’ottima security. Però in tanti dove vedrebbero la partita? Dove si tasterebbe il polso a una città senza un stadio dove le frange periferiche della popolazione possono esprimersi?  

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Tifosi denunciano: forzati a uscire da curva dopo morte capo ultrà

L’uscita dei tifosi dalla Curva nord durante la sfida tra Inter e Sampdoria, in seguito alla morte del capo ultras nerazzurro Vittorio Boiocchi, ha generato polemiche sui social. Sono diverse infatti le testimonianze di tifosi e appassionati costretti, nella gara giocata ieri a San Siro, a lasciare il proprio posto nel settore della tifoseria organizzata. La notizia dell’agguato a Boiocchi è iniziata a circolare in curva poco prima dell’inizio della partita, con la scelta inizialmente di togliere striscioni e tamburi oltre a dare lo stop ai cori. Poco prima del 45′ i capi dei vari gruppi organizzati hanno lasciato la curva, con il resto dei tifosi che sono usciti nel corso dell’intervallo.  Tuttavia, sui social sono spuntate diverse testimonianze di tifosi obbligati a lasciare il proprio posto, invitati anche con le maniere forti. “Non mi capacito di come 8/10 persone abbiamo sgomberato un intero settore con urla, minacce e spintoni”, scrive un tifoso interista su Twitter. “Ho visto bambini piangere e persone venire spintonate perché non volevano andarsene. Io ero con una mia amica e mi è venuto un attacco di panico. Pensavo di prenderle”, ha aggiunto. Qualcuno ha potuto comunque vedere il resto della gara da altri settori, ma in diversi non hanno potuto far altro che lasciare lo stadio con 45′ di anticipo. ANSA [the_ad id=”36270″]

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De Chirico (FI): Sala boicotta il dibattito su San Siro

“La giunta Sala ha definitivamente tolto la maschera: il dibattito pubblico è una seccatura e la ripetuta partecipazione una grande balla. Lo dimostra il fatto che il primo incontro è stato comunicato con un solo giorno di preavviso, che in concomitanza con il primo incontro sono state convocate delle commissioni consiliari, che i prossimi appuntamenti siano stati fissati in orario mattutino quando la maggior parte dei milanesi lavora”. Lo scrive in una nota Alessandro De Chirico, Capogruppo di Forza Italia in consiglio  Comunale. “Paradossale, – aggiunge De Chirico – poi, che la presidente del Consiglio comunale dichiari che non ne sapesse nulla. Consiglio di rivedere il calendario degli incontri in orari più consoni, ma soprattutto che ci sia un reale coinvolgimento non solo dei Municipi 7 e 8, ma anche dei residenti perché, come sostengo da tre anni a questa parte, il progetto del nuovo stadio è un’occasione unica per dare una nuova identità al quartiere. C’è il sospetto, – conclude De Chirico – considerate le divisioni interne al PD esasperate dalla sconfitta elettorale, che l’intento sia quello non solo di boicottare il dibattito pubblico, ma anche di respingere l’investimento privato di Milan e Inter con l’intento di tenere insieme una coalizione che tra verdi delusi, snob calendiani e democratici in rivolta rischia di esplodere da un momento all’altro”.

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Inizia il dibattito pubblico su San Siro

Prenderà via ufficialmente oggi il dibattito pubblico sul progetto del nuovo San Siro voluto da Inter e Milan. Un processo pubblico presentato oggi dal coordinatore Andrea Pillon che si articolerà complessivamente in 13 appuntamenti, tra cui cinque incontri pubblici, altri cinque incontri tecnici di approfondimento e due attività nel quartiere San Siro, di cui un sopralluogo partecipato all’area dell’attuale Meazza, con l’ultimo che riguarderà la presentazione della relazione finale. Il dibattito ha lo scopo di presentare al pubblico la proposta del nuovo stadio di Milano e di raccogliere osservazioni e proposte per consentire di valutare e migliorare il progetto. Si tratta di incontri aperti a tutta la cittadinanza, che potrà partecipare in presenza oppure online, oltre a poter prendere parte al dibattito anche consultando il sito web, presentando suggerimenti e proposte. Si parte quindi domani a Palazzo Marino con la presentazione del dossier di progetto, mentre l’ultimo appuntamento è previsto per il prossimo 18 novembre sempre nella sede del Comune di Milano con la presentazione della relazione conclusiva, relazione che sarà presentata all’amministrazione comunale il giorno seguente e da quella data entro due mesi andrà presentato il dossier definitivo sul progetto. ANSA

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Insulti razzisti e saluto romano a San Siro: 2 Daspo da 5 anni

Non potrà più entrare allo stadio il tifoso milanista che mentre risuonavano gli inni nazionali prima della partita Italia-Inghilterra a San Siro ha fatto il saluto romano. Lo ha deciso il questore Giuseppe Petronzi che ha firmato un Daspo per cinque anni anche al 45enne ternano che domenica scorsa, al termine della partita Milan-Napoli, durante la fase di deflusso dallo stadio, ha pesantemente insultato il cronista di ‘Calcio Napoli 24 Tv’ Marco Lombardi che intervistava i tifosi in uscita dal Meazza dandogli del “terrone di m…” e minacciando di aggredirlo tanto da essere trattenuto da due persone. L’uomo è stato denunciato per violenza privata aggravata dalla discriminazione razziale, etnica o religiosa. Invece, per gli episodi accaduti durante Italia-Inghilterra ieri sera il Questore ha deciso anche un Daspo di sei anni per un tifoso comasco (che già aveva avuto un altro daspo) che prima ha aiutato un amico a scavalcare il settore e poi ha reagito con gli steward. Un anno invece ha ricevuto un tifoso italiano, residente in Inghilterra, per l’invasione di campo pochi minuti prima del fischio finale. ANSA

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