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Sardone (Lega): a Milano si uccide come nelle favelas

“L’uccisione a coltellate in via Oldofredi è degna delle peggiori esecuzioni che avvengono nelle favelas e nei quartieri più malfamati del Sudamerica” lo afferma Silvia Sardone, Consigliere Comunale ed Europarlamentare della Lega. “Se ce ne fosse ancora bisogno, questo episodio fa capire quanto i mezzi pubblici a Milano siano da incubo – continua la Sardone – una volta che sali non sai più cosa può succederti e se ti va bene scendi senza portafoglio o cellulare, se va male scendi ferito o peggio ancora in fin di vita. La 90 e la 91, ma anche l’80, la 56, sono tutte linee da brividi, terre di balordi che viaggiano senza biglietto, ubriachi, spacciatori, clandestini che ci passano la notte a bordo”. “La lite tra extracomunitari finita nel sangue e con un morto conferma ancora che Milano non è una città sicura, – aggiunge la leghista – nonostante i vanti del sindaco Sala e della sua giunta. Prima erano le periferie, ora la criminalità e il degrado si stanno facendo largo anche nelle zone più centrali e chissà se da Palazzo Marino qualcuno cercherà di arginare questa deriva. Innanzitutto bisognerebbe mettere sul territorio i vigili, anziché rinchiuderli negli uffici o a casa con lo smart working – conclude la Sardone – poi si dovrebbe fare richiesta per un raddoppio del numero di militari per le strade e a bordo dei mezzi pubblici: le divise vanno mostrate e valorizzate”.

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CARC sotto la Regione. Sardone: indecente! De Corato: vergognoso!

“I protagonisti delle vergognose scritte contro Fontana – commenta Silvia Sardone, eurodeputata e consigliere comunale della Lega – arrivano persino sotto la Regione a protestare in maniera indecente. E’ inaccettabile che questi violenti che si erano pure distinti per il 25 aprile nelle strade in barba a ogni regole possano fare quello che vogliono senza un adeguato controllo. Questi geni della sinistra estrema sono sempre più esagitati. E se volessero passare dalle parole ai fatti contro Fontana?” si chiede la Sardone, concludendo, “Non possiamo più accettare questi toni e questo clima infuocato, alimentato anche da certi commenti di politici di sinistra“. “La gestione di tutta questa vicenda è vergognosa!“, attacca invece l’Assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato, “Prima la Prefettura di Varese mette sotto scorta il Presidente Fontana a causa dei murales ingiuriosi e delle minacce da lui ricevute, poi si permette ai promotori di questo clima d’odio e ad altre sigle sindacali di manifestare sotto Regione Lombardia“. “La libertà di riunirsi è stata loro garantita senza prendere in considerazione i volantini e le scritte farneticanti a loro firma su muri – aggiunge De Corato –  È inaccettabile che la rappresentate del Carc, sotto il Palazzo della Regione, questa sera abbia dichiarato che ‘Fontana rimane un assassino ’. Questa è istigazione a delinquere. Ormai la deriva della chiamata alle armi e delle minacce è andata ben oltre l’immaginario al punto che sull’onda dell’isterismo comunicativo anche l’ex assessore, oggi deputato parlamentare Europeo, Pierfrancesco Majorino parla di ‘Radicalizzazione della protesta’, aggiungendo poi in ‘corner’ che questa non va confusa con ‘la cultura della violenza e dell’odio’. Insomma – conclude l’Assessore -: lancia il sasso e poi nasconde la mano!”.

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Ressa al Casoretto. Sardone: Sala si sveglia sempre in ritardo

“Come per le polemiche sulla folla dei Navigli, anche per gli assembramenti sotto casa di Silvia Romano il sindaco Sala si è svegliato in ritardo” commenta l’Europarlamentare della Lega Silvia Sardone, chiedendosi, “Non era forse prevedibile che ci fossero centinaia di giornalisti, amici, curiosi?” e “Era così difficile impiegare gli agenti della Polizia Locale per far rispettare il distanziamento sociale imposto per decreto?“. “Sala come sempre subisce gli eventi per poi lamentarsi a posteriori – aggiunge la Sardone – Un atteggiamento schizofrenico e inconcepibile perché gli strumenti per evitare situazioni del genere ci sono e si chiamano vigili. Personale che dovrebbe essere valorizzato e non costantemente umiliato, messo in ferie, in smart working o segregato negli uffici a sbrigare pratiche amministrative. Gli agenti, a maggior ragione in questa fase d’emergenza, dovrebbero stare tutto il giorno per le strade, nelle piazze, nei parchi, nei luoghi della città più frequentati“. “E’ chiaro che il Corpo della Polizia Locale conta poco per la sinistra, visto che vogliono impiegare volontari e pensionati: un controsenso inaccettabile. Ricordo al sindaco Sala e a tutta la sua giunta – conclude la Sardone – che settimana scorsa sono stati multati dei commercianti in crisi che protestavano pacificamente, con mascherina e ben distanziati. Poi è inutile parlare di assembramenti di serie A e serie B…“.  

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Afol, Sardone assolta: vicenda affrontata a testa alta fidando nella giustizia

A quasi dieci anni di distanza da quando le furono mosse le accuse, l’Eurodeputata della Lega Silvia Sardone, è stata assolta dalla Corte dei Conti della Lombardia per la vicenda legata alla nomina nel 2011 di Luigi Degan a direttore generale di Afol, di cui all’epoca era Presidentessa. Insieme a lei sono stati assolti tutti gli altri componenti del Consiglio di Amministrazione: Claudio Azzolini, Antonio Imperatore, Marzio Nava e Gaetano Truppo e quelli della commissione di valutazione: Fabio Monti, Mario Benaglia, Rodolfo Guiscardo e Stefano Curatti. La vicenda, che dal punto di vista penale si era già chiusa per la Sardone con un decreto di archiviazione del gip, riguardava la scelta di affidare la carica di dg a Luigi Degan, nonostante quest’ultimo, secondo l’accusa, non ne avesse tutti i requisiti. Per questo i magistrati contabili avevano chiesto il risarcimento dei compensi erogati al dg dal 21 febbraio al 26 giugno 2013 (28.883,50 euro) sia ai membri del Cda e ai componenti della commissione (3.610,43 euro a testa) “a titolo di responsabilità sussidiaria” che alla Sardone (la cifra intera) “a titolo di dolo“, in quanto avrebbe “caldeggiando veementemente la nomina di Degan, tanto da indurre alle dimissioni i consiglieri del precedente Cda di Afol“. Per i giudici però il curriculum di Degan riportava dati veritieri anche se in parte “enfatizzati“, mentre delle pressioni della Sardone non sarebbero risultati “sufficiente riscontro probatorio” a fronte invece della convinzione di tutti i componenti del Cda che hanno dichiarato ritenessero Degan il candidato migliore. Di qui l’assoluzione anche dal punto di vista contabile che la Sardone ha commentato con sollievo, “Finalmente dopo 9 anni si conclude questa vicenda  con l’assoluzione da parte della Corte dei Conti“, aggiungendo, “Ho affrontato, a testa alta e con fiducia nella giustizia, questa assurda situazione per anni, dovendo sopportare attacchi politici strumentali, finalizzati a indebolirmi. Ora che si è finalmente chiusa voglio ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini e mi hanno sostenuta credendo sempre in me“.  

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Medici e infermieri multati davanti agli ospedali, Area C rimane

Nel giorno in cui l’Assessore al Bilancio Roberto Tasca, dichiara al Corriere della Sera che il Comune non può rinunciare agli incassi derivanti da area C, evidenziando come la Giunta Sala non intenda soddisfare la richiesta delle opposizioni di sospendere le Aree C e B, per consentire ai milanesi di utilizzare il mezzo privato evitando di esporsi al contagio da coronavirus sui mezzi pubblici, la Consigliere Comunale ed Europarlamentare della Lega Silvia Sardone, segnala un’ulteriore mancanza di sensibilità da parte della Pubblica Amministrazione nei confronti di quanti si stanno adoperando per assistere i contagiati dal coronavirus. “In una situazione così complicata e poco piacevole, vista l’emergenza coronavirus – sottolinea la Sardone – l’atteggiamento del Comune di Milano è a dir poco irriguardoso nei confronti dei tantissimi medici, infermieri e pazienti che ogni giorno si recano negli ospedali della città. Mi sono arrivate segnalazioni – spiega – di decine di multe alle auto parcheggiate sulle strisce blu all’esterno dell’ospedale San Paolo, nonostante alcune di queste avessero i pass di identificazione propri degli operatori sanitari. Stesso discorso alla Clinica Sant’Ambrogio in via Faravelli, dove il personale ospedaliero praticamente ogni giorno si becca multe da 31 euro nonostante esponga sul cruscotto i certificati che attestano che è in servizio. Questo è il ringraziamento della giunta Sala a chi sta lavorando giorno e notte per sconfiggere il coronavirus e curare i milanesi?”. “Non voglio pensar male – continua la Leghista – ma una sfilza di multe date proprio in questo periodo, dove si fatica di più a trovare parcheggi liberi, suona come una beffa e come una grande ingiustizia. Mi auguro che la sinistra prenda atto di questa situazione, rifletta e la smetta di fare cassa sulla pelle di medici e infermieri: dovrebbe solo ringraziarli, non multarli. Fino a quando l’emergenza non sarà finita – conclude – Palazzo Marino dovrebbe sospendere le strisce blu”.  

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Spesi 16 milioni per trovare lavoro a 118 richiedenti asilo

“Il modello Sprar, presentato dalla sinistra come fiore all’occhiello dell’accoglienza e dell’integrazione, continua a dimostrarsi un grande buco nell’acqua a Milano. Dal 2017 al 2019, infatti, sono stati spesi oltre 16 milioni di euro statali (5,4 nel 2017, 5,1 nel 2018 e 5,5 nel 2019) ed è stato trovato lavoro solo a 118 richiedenti asilo, come ho potuto apprendere dalla risposta del Comune a una mia interrogazione“. Lo denuncia Silvia Sardone, Consigliere Comunale e Europarlamentare della Lega, che poi spiega, “Nel dettaglio, sono stati attivati 177 tirocini a favore di 144 persone nel 2017, assumendone 36; nel 2018, a fronte di 204 tirocini a favore di 142 persone ne sono state assunte 43; nel 2019, a fronte di 229 tirocini a favore di 180 persone ne sono state assunte 39”. “È davvero assurdo – aggiunge la Sardone –  che su oltre 1.200 richiedenti asilo ospitati negli Sprar di Milano solo un decimo abbia trovato lavoro: Pd e compagni, ossessionati dagli immigrati, dovrebbero ammettere il fallimento ed evitare di continuare a battere il tasto dell’accoglienza facendo la guerra ai sacrosanti decreti sicurezza di Salvini che con la cancellazione della protezione umanitaria hanno messo un freno alle richieste d’asilo. In tutto ciò – conclude – nei quartieri popolari di Milano, ci sono cittadini che faticano ad arrivare alla fine del mese ma di loro all’amministrazione non importa nulla. Forse perché sono italiani?”.

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