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Sardone: 38.000 euro per un murales pro-migranti

“Il murales di via Sammartini, presentato a inizio giugno in pompa magna dall’amministrazione comunale con la solita retorica buonista e multiculturalista, è costato ai milanesi la bellezza di 38.000 euro” denuncia Silvia Sardone, Consigliere Comunale ed Europarlamentare della Lega,  “come ho potuto apprendere – spiega – dalla risposta del Comune alla mia interrogazione: 16.000 euro prelevati dai fondi della Direzione Area Giovani Università e Alta formazione, 8.000 dai fondi della Direzione Politiche Sociali Area Emergenze sociali, diritti e inclusione e 8.000 dai fondi della Dirczione Cultura Area Valorizzazione patrimonio artistico. Inoltre, sono stati spesi altri 6.000 euro per l’ospitalità dei quattro artisti che hanno pernottato a spese dell’amministrazione in un ostello della città. Si tratta del progetto Lasciare il segno 2, realizzato dal Comune di Milano insieme all’Associazione BJCEM – Biennale des jeunes Createurs de l’Europe et de la Mediterranee, di cui il Comune è tra i soci fondatori”. “È assurdo – continua la Sardone –  che la sinistra faccia propaganda immigrazionista a due passi dalle distese di clandestini che popolano la zona della stazione Centrale: nel sottopasso Mortirolo ci sono decine di profughi senza documenti, in piazza Duca d’Aosta spadroneggiano i pusher extracomunitari e l’amministrazione si permette di gettare al vento 38.000 euro solo per lavarsi la coscienza di un’accoglienza sfrenata che non sa gestire”.  “In questo progetto sono stati coinvolti anche 29 ragazzi dei licei che hanno incontrato mediatori culturali e hanno visitato un centro d’accoglienza: ma è possibile che la sinistra sia sempre in prima linea per fare politica a senso unico persino nelle scuole? Per loro l’immigrazione indiscriminata resta sempre una priorità – conclude la Sardone – nonostante il parere opposto dei cittadini che a ogni tornata elettorale bocciano le politiche di Pd e compagni. Politiche che a Milano continuano a rivelarsi dannose senza che il sindaco Sala e i suoi assessori se ne accorgano minimamente”.  

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Odio sul web, Salvini e Sardone in cima alla lista di Amnesty

Odio sul web, Salvini e Sardone in cima alla lista di Amnesty. Prima delle elezioni europee del 26 maggio scorso, centinaia di attivisti di Amnesty hanno studiato i post su Facebook dei candidati e dei loro sostenitori. Il risultato è che sul podio ci sono i milanesi Salvini e Sardone, per l’argomento migranti, mentre sul tema religione Sardone è superata solo da un’altra milanese, Daniela Santanché. Un record negativo che Briatore forse titolerebbe “milanesi al top”, soprattutto la sua imitazione di Crozza. Ma la ricerca, anticipata dall’Espresso, è stata condotta con una certa serietà e ha messo in luce la multifobia degli italiani, come spiegano anche sul settimanale del gruppo De Benedetti: “Nel mese che ha preceduto le elezioni europee del 26 maggio scorso, 180 attivisti di Amnesty International Italia hanno passato al setaccio oltre 100 mila tra post e messaggi prodotti dai politici candidati al Parlamento Europeo e utenti che li hanno commentati, valutandoli secondo una scala che andava dai messaggi con accezione positiva a quelli problematici, fino al vero e proprio hate speech, il discorso d’odio sanzionabile anche penalmente. I risultati di questo studio non lasciano spazio ai dubbi: a Strasburgo il 2 luglio si sono insediati onorevoli che hanno fomentato l’odio attraverso i social e aizzato i loro follower con messaggi offensivi e ai limiti del dibattito civile (e in qualche caso molto oltre). «I risultati del nostro studio mostrano come lavora la fabbrica della paura», spiega Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: «Trasforma fenomeni in problemi e problemi in nemici; semina ansia; infine, offre sicurezza e ottiene consenso politico. Come negli anni Venti dello scorso secolo ma con la differenza dei social media, che amplificano tutto. Oggi, la realtà è che chi diffonde il discorso d’odio in un corpo sociale in preda a paura e rancori, vince. Di più, quello che spaventa è che dai risultati emerge un pezzo di paese “multifobico”, che è contro le donne, contro i rom e contro le persone Lgbti».  

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Sardone (Lega): castagnata abusiva e solidale per gli anarchici in carcere

“Gli anarchici di Corvetto odia non si smentiscono mai“, commenta Silvia Sardone, Consigliere Comunale ed Europarlamentare della Lega. “Dopo i continui messaggi di incitamento all’odio contro le forze dell’ordine – spiega la Sardone – ora organizzano l’evento dal nome: Bello come una prigione che brucia” nel corso del quale, “verranno vendute castagne e vino in solidarietà agli antagonisti arrestati dopo gli scontri seguiti allo sgombero dell’Asilo occupato di Torino“. “Mi piacerebbe capire se il Comune di Milano ha ricevuto, e accettato, la richiesta di occupazione del suolo pubblico per piazza Ferrara, – si domanda la Sardone – dove si svolgerà il banchetto: conoscendo il modus operandi dei centri sociali direi che sarà l’ennesimo appuntamento completamente abusivo“. “Il sindaco Sala dia un segnale forte: impedisca il raduno” chiede la Sardone. “Il messaggio che passa da un evento come questo è di totale disprezzo verso le istituzioni. Sui social Corvetto odia parla di violenza carceraria, della necessità di organizzarsi contro la polizia e delle forze dell’ordine presentate come violente e torturatrici. La cosa grave è che, nonostante lo sgombero della villetta di via Piazzetta, gli anarchici continuino a dettare legge nel quartiere. Corvetto – chiude Sardone – chiede legalità e decoro: il Comune non faccia finta di niente e intervenga”.  

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Sardone: strade requisite dai rom, sinistra indifferente

“La porzione di strada di fronte alla moschea abusiva di via Padova 366 è stata letteralmente requisita da diverse famiglie rom. Lo spettacolo è davvero da terzo mondo, tra galline sui marciapiedi, roulotte, immondizia e metri e metri di panni stesi ad asciugare praticamente in mezzo alla strada. A Cascina Gobba le istituzioni sono completamente assenti: come fa la sinistra a tollerare simili favelas? Sono certa che se mi mettessi a fare il bucato sotto casa verrei prontamente sanzionata: giustissimo, ma è ora di finirla coi due pesi e le due misure per cui ai rom tutto è concesso”. Così Silvia Sardone, Consigliere Comunale ed Europarlamentare della Lega. “Siamo in una zona che potrebbe essere considerata un tempio dell’illegalità visto che oltre alla presenza delle carovane di nomadi c’è pure un luogo di culto non autorizzato, tra l’altro guidato da figure alquanto controverse. Sulle rive del fiume Lambro, in via Rizzoli, sorge invece una baraccopoli rom: un bel quadretto di abusivismo dilagante che Pd e compagni tollerano e non fanno nulla per contrastare. Le periferie – chiude Silvia Sardone – sono terra di conquista da parte di clandestini e rom, la città è la capitale dei reati denunciati, interi palazzi e strade vengono occupate da criminali e balordi. Poi Sala si diverte a raccontare l’immagine cool e trendy della Milano dei salotti, che coraggio!”.  

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Sardone: in via Chiesa Rossa 46 famiglie rom su 47 non pagano

“Nel campo rom regolare di via Chiesa Rossa 46 famiglie su 47 non pagano le rette dovute al Comune di Milano e hanno ricevuto la messa in mora per il pagamento del debito pregresso. Ho ricevuto questi dati dall’assessore Rabaiotti in risposta a una mia interrogazione comunale, constatando ancora una volta come la sinistra continui a farsi prendere in giro dai rom. Ad aprile ho svolto un sopralluogo nel campo di Chiesa Rossa (dove mi è parso di vedere ben più delle 47 piazzole indicate dal Comune e non vorrei che ai regolari si fossero aggiunti degli abusivi) e gli abitanti dell’insediamento mi hanno raccontato senza problemi che praticamente nessuno di loro pagava la sua quota al Comune perché non gli era mai stata richiesta. Siamo davvero all’assurdo: gli inquilini delle case popolari sono costretti a farsi in quattro per pagare gli affitti, mentre i rom sono liberi di farsi mantenere a spese della cittadinanza?”. Così Silvia Sardone, Consigliere Comunale ed europarlamentare della Lega. “All’assessore Rabaiotti ho chiesto anche a quanto ammonta il debito pregresso dei rom, perché è giusto che i milanesi sappiano i due pesi e le due misure usate dall’amministrazione comunale, ma a distanza di quasi due mesi – e nonostante le sollecitazioni – non ho ancora avuto risposta. Vorrei ricordare alla giunta Sala che non stiamo parlando di un campo qualsiasi, visto che in Chiesa Rossa c’è il più alto tasso di pregiudicati: qui sono stati rubati 40.000 euro a Lele Mora per una finta partita di champagne; un cittadino cinese ha subito la stessa truffa qualche mese fa; nel luglio 2018 c’è stata una sparatoria tra rivali; nel 2016 tre marocchini sono stati rapinati di 25.000 euro per una truffa legata a un annuncio di vendita online e sempre nel 2016 sono state trovate all’interno del campo 130 tra spade, coltelli e machete. Sappiamo – chiude Silvia Sardone – che il Comune non è sicuramente maestro nel riscuotere i crediti, quindi consiglio a Sala e compagni di eliminare il problema alla radice chiudendo il campo di Chiesa Rossa di cui certamente non sentiremo la mancanza”.  

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De Corato: Sala portavoce dei centri sociali. Sardone: basta clandestini a Milano

La dichiarazione del Sindaco Sala, secondo cui il CPR di via corelli “non sara’ un centro di detenzione”, accompagnata dal proposito di incontrare Pierfrancesxo Majorino “per capire un po’ cosa possiamo fare”, ha come era facilmente prevedibile causato la razione di alcuni esponenti del centrodestra milanese. Silvia Sardone, Consigliere Comunale della Lega, ricorda “che persino il ministro Lamorgese ha confermato di voler portare avanti” il progetto del CPR, eppure “si ha sempre più l’impressione che il Sindaco sia allineato agli anarchici e ai comunisti che sono scesi in piazza per protestare“. Secondo la leghistaSala e Majorino “proprio non ci possono pensare di rispedire al loro paese i tanti clandestini che a causa della sinistra hanno riempito piazza e parchi di Milano spesso commettendo crimini“, perché secondo la sinistra “vanno coccolati non rimpatriati“. “Un’ideologia pericolosa – conclude la Sardone – che ovviamente si ripercuote sui cittadini milanesi“. Secondo  l’Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo De Corato “il Sindaco di Milano è sulle stesse posizioni dei no global”, poi ricorda di avere lui stesso visitato la struttura di via Corelli, dove “sono stati spesi circa 1 milione di euro per lavori di ristrutturazione e sono state apportare diverse ed importanti migliorie tra cui un’alta videosorveglianza, dotata di telecamere a raggi infrarossi, a microonde e ottiche, tutte sorvegliate da un’apposita control room. Inoltre, sono state anche installate numerose garitte di sorveglianza, doppie cancellate anti-evasione, arredamenti amovibili per evitare sommosse“. Un progettato e realizzato dell’Aeronautica Militare per “un motivo ben preciso, ovvero che dovrà diventare un vero e proprio centro di detenzione per clandestini, in attesa di espulsione“. “Se il Sindaco Giuseppe Sala, vorrà cambiare la destinazione in centro di accoglienza – conclude De Corato – ne risponderà in prima persona alla Corte dei Conti visto che” se ciò si verificasse presenterà “un esposto/denuncia alla Magistratura contabile per false spese e per danno erariale a carico dello Stato“.  

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