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Daspo urbano, si amplia il raggio d’azione, insoddisfatta l’opposizione

E’ stata approvata ieri, nel corso di una riunione straordinaria della Giunta, la delibera che amplia le zone soggette a daspo urbano.  L’elenco è stato reso noto dal vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo: “L’area del centro citta’, dei Navigli Darsena, Gae Aulenti, Corso Como, l’Ospedale Niguarda, il San Carlo e San Siro“. L’esecutivo milanese ha infatti dato luce verde alla proposta di modifica del regolamento di polizia urbana del Comune di Milano con l’inserimento dell’articolo 135 dal titolo “Aree urbane ove opera l’ordine di allontanamento“. Ovvero il Daspo urbano, che da la possibilità all’ammministrazioni di stabilire un divieto di accesso ad alcune aree della città per chi metta in atto condotte illegali. “Questo provvedimento estende la possibilità di emettere ordini di allontanamento“, ha spiega Scavuzzo, precisando che “l’estensione è il frutto di un lavoro di analisi e di un confronto con tutti i soggetti coinvolti dal tema della sicurezza integrata“, dalle Forze dell’Ordine ai municipi, ai comitati e cittadini. “Vogliamo contrastare quei comportamenti – prosegue la vicesindaco- che rendono non fruibili aree pubbliche, con particolare attenzione a tutte quelle adiacenti le scuole e i plessi scolastici, le aree verdi e i luoghi ad alta frequentazione, anche turistica“. Lo scopo è quello di contrastare comportamenti molesti, spesso da parte di venditori abusivi e persone che compiono atti contrari alla pubblica decenza o in stato di ubriachezza, parcheggiatori abusivi, persone dedite ad accattonaggio molesto o che comunque con il loro comportamento rendono difficoltosa o addirittura impediscono la fruizione di aree pubbliche. Le sanzioni previste insieme all’ordine di allontanamento vanno da euro 100 a euro 300, mentre per la violazione dell’ordine di allontanamento si aggiungono da 200 a 600 euro e, conclude la Scavuzzo “Se questi comportamenti che vengono segnalati alla Questura, vengono ritenuti un problema di ordine pubblico, il questore puo’ decidere di trasformarlo in un Daspo“. Favorevole, anche se critico sui tempi, il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale,  “Voteremo tutti i provvedimenti della Giunta che, sia pure in ritardo di anni, faciliteranno l’uso del Daspo urbano” che ha poi spiegato e Pasquale ha poi spiegato di “voler fare un’operazione verità sugli uomini che saranno chiamati ad attuare le zone individuate dal Comue. Al momento abbiamo solo 12 vigili contro la droga e 50 per l’annonaria“. Ben più critico il suo collega Alessandro De Chirico,  “la delibera approvata oggi dalla giunta comunale guidata dal sindaco Sala sa tanto di voglio, ma non posso“. “Da una parte si riconosce che c’è un problema riguardante la sicurezza pubblica – spiega De Chirico – e a dimostrarlo c’è la cronaca quotidiana meneghina e dall’altra parte non c’è coraggio di allargare a tutta la città il provvedimento introdotto dall’ex-ministro Minniti“. Quando la delibera arriverà in aula – annuncia l’azzurro – lavoreremo per migliorarla allargando la possibilità degli allontanamenti anche da luoghi dimenticati dal testo approvato oggi“.  “Ricorderemo noi al sindaco Sala – conclude – la sua ossessione per le periferie dandogli i voti necessari ad approvare la delibera che l’estrema sinistra pare osteggiare“. “Meglio tardi che mai” commenta la neo Consigliera Comunale della Lega Silvia Sardone, ma sprona ” il tempo perso ora va recuperato pienamente“. “In questo modo il sindaco si rimangia le sue stesse parole” continua la Sardone “operando una marcia indietro patetica che finisce per darci ragione con grave e colpevole ritardo“.  “È proprio di oggi la notizia del pizzo chiesto da un pakistano a cinque suoi connazionali venditori abusivi per poter lavorare in piazza Duca d’Aosta. – sottolinea la Sardone – Spero che la prima area da cui si parta coi daspo sia proprio quella della stazione Centrale” concludendo , “Le zone da bollino rosso, purtroppo, a Milano sono parecchie: piazze e parchi di periferia sono costantemente assediati da delinquenti e pusher, senza dimenticare le aree preferite dai nomadi e le loro carovane“.  

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Cena pro Mediterranea al Leoncavallo, protesta la Lega

Giovedì 18 Luglio alle ore 18:00, presso il centro sociale Leoncavallo si svolgerà un incontro informativo su Mediterranea Saving Humans, cui alle ore 20:00 seguirà una cena benefit servita dalla Cucina Pop al costo di  15 euro, composta da “un ottimo piatto unico vegetariano oppure di carne accompagnato da un bicchiere di vino bianco“. Parte dell’incasso sarà destinato a  sostenere le attività di Mediterranea. “È quanto si può evincere dall’evento pubblicato su Facebook e sul sito internet dai delinquenti del Leoncavallo – denuncia Samuele Piscina, Presidente del Municipio 23 – che svolgeranno una cena a pagamento questo giovedì in difesa delle ONG Sea Watch 3, Alex di Mediterranea e Alan Kurdi di Sea Eye, ovviamente fomentando il clima di odio nei confronti del Ministro Salvini”.  “Siamo al ridicolo! – prosegue Piscina – Criminali occupanti abusivi che svolgono un evento di finanziamento e sostegno per altri delinquenti che speronano le navi della Guardia di Finanza e forzano i blocchi delle Forze dell’Ordine violando la legge“. Secondo Piscina è “la politica della Lega che salva vite umane“, visto il calo delle morti in mare seguite alla chiusura dei porti. “Chi invece svolge attività in contrasto alle leggi vigenti, con dubbi rapporti con i trafficanti di esseri umani” accusa Piscina “aiuta unicamente gli schiavisti e gli scafisti!“.  L’esponente della Lega prevede che, “la serata finirà a tarallucci (anzi, piatto vegetariano) e vino, con una bella cena a prezzo fisso per finanziare chi delinque, ovviamente senza pagare 1 euro di tasse e a discapito dei cittadini grechesi che saranno costretti a passare l’ennesima notte in bianco tra musica ad alto volume, schiamazzi e atti vandalici alle proprietà altrui”. “Come sempre la sinistra più becera si schiera dalla parte dei criminali, – conclude quindi il Presidente Piscina – il tutto sotto lo sguardo benevolo del Sindaco Sala che continua a voler regolarizzare il centro sociale offrendo di fatto lo stabile agli antagonisti. Il Sindaco abbia il coraggio di prendere le distanze dall’iniziativa e dal centro sociale, altrimenti dichiari apertamente di essere dalla parte dell’illegalità!” Sulla questione è intervenuta anche il Consigliere Comunale Silvia “Sardone Mi piacerebbe capire se il Pd, dopo esser salito a bordo della Sea Watch per portare solidarietà alla capitana Carola, è stato invitato a questa serata di illegalità nel nome dei clandestini: non mi stupirei, infatti, se qualche buonista radical chic vada a sostenere gli abusivi del Leoncavallo a sostegno di chi è complice degli scafisti e vuole riempire l’Italia di finti profughi”. “Sala, che a più riprese ha rilanciato la regolarizzazione del Leoncavallo, è ancora sicuro di sanare la posizione illegale degli antagonisti?” si chiede ancora la Sardone, accusando “In questo modo si schiererebbe non solo dalla parte di chi compie reati come le occupazioni abusive, ma addirittura darebbe la benedizione a chi forza gli alt delle forze dell’ordine”  per poi concludere,  “il Leoncavallo dimostra ancora una volta di non avere nulla di sociale, ma si conferma come sempre un fortino d’illegalità da sgomberare al più presto”.

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San Siro Street Festival, abusi e proteste

Con il  San Siro Street Festival in piazzale Selinunte, al centro del quartiere di San Siro, i centri sociali festeggiano dieci anni di impunità nei corso dei quali, oltre a intrattenere rapporti con il racket delle occupazioni abusive, hanno utilizzato con cadenza regolare la piazza per svolgervi le loro manifestazioni non autorizzate. A contestare l’evento che avrà inizio oggi è come al solito l’opposizione, partendo dal Consigliere Comunale Silvia Sardone che denuncia, “anche quest’anno andrà in scena la San Siro Street Festival” che “da domani a domenica il centro sociale Cantiere, il comitato Abitanti di San Siro e tutti i loro sodali (soprattutto immigrati) che occupano abusivamente gli alloggi popolari di San Siro saranno in piazza per festeggiare e fare affari in nero“. Infatti, continua la Sardone,  “sarà attiva una street food sponsorizzata dalla Taverna Sociale”. L’elenco delle attività prevede, “un dj set con musica latina, africana, araba e rumena, mentre domenica sarà la volta della cena multietnica con piatti da Perù, Senegal, Marocco e Romania: tutto questo a conferma che San Siro è un ghetto dove per gli italiani non c’è più posto.  Il Comune ha dato tutte le autorizzazioni necessarie allo svolgimento di questi eventi?” si chiede la Sardone. “A causa del lassismo della sinistra San Siro è diventato un quartiere off limits” protesta l’ex azzurra, ricordando “Negli anni scorsi abbiamo assistito all’umiliazione della Polizia Locale, costretta a trasferire il proprio comando mobile per l’arrivo degli abusivi, – concludendo – chissà se quest’anno l’amministrazione comunale si schiererà dalla parte della legalità“. Dello stesso tenore l’intervento del Consigliere Comunale di Forza Italia, Alessandro De Chirico, “Come ogni anno a nulla serviranno le proteste di noi residenti che chiediamo solo il rispetto della legge, delle norme igienico-sanitarie e della quiete pubblica“. “Ho parlato personalmente con Luca Camerano, – spiega De Chirico – AD di A2a, per sapere se anche quest’anno i tecnici di Unareti faranno gli allacci alla rete pubblica e purtroppo mi ha anticipato che probabilmente la Prefettura darà l’ordine di procedere per motivi di sicurezza“. De Chirico denuncia, “Milano è ostaggio dei centri sociali e le Istituzioni, davanti a questi fuorilegge, sventoleranno ancora una volta bandiera bianca” auspicando, “Spero che durante i fuochi d’artificio ci sia una presenza massiccia di Forze dell’Ordine a presidio del patrimonio ALER per scongiurare le occupazioni abusive degli alloggi popolari” per evitare che come l’anno scorso durante la festa avvengano delle occupazioni. “Mi chiedo inoltre cosa farà il Ministro degli interni Salvini – Conclude De Chirico – che aveva promesso il ritorno della legalità a Milano, ma sembra del tutto indifferente quando i suoi Prefetti lasciano che gli autonomi violino la legge. – infine l’azzuro ironizza – E il sindaco Sala, che non ha responsabilità perché sono in capo a chi dovrebbe gestire l’ordine pubblico, ha intenzione di partecipare alla salamellata sociale per manifestare la sua vicinanza ideologica?“.  

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Esercito, presentato il progetto Caserme Verdi. Sardone: torni il “Voloire”

“Una possibilità straordinaria” per l’Esercito e per la città di Milano. E’ questa, in estrema sintesi, l’opinione su cui concordano il Capo di Stato maggiore dell’Esercito, generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sul progetto ‘Caserme verdi’ presentato oggi, dopo Roma, anche a MILANO, nella cornice di palazzo Cusani, sede del Comando militare Esercito Lombardia. Nei prossimi vent’anni, infatti, il capoluogo lombardo, dove si trovano numerose infrastrutture militari (alcune, non più operative, in stato di degrado), sarà oggetto di un grande piano di ammodernamento delle caserme, che coinvolgerà la città con nuovi spazi e nuove aree fruibili al pubblico. “Su questo progetto siamo molto allineati – ha detto il Sindaco – un bel progetto che avvicina Esercito e cittadinanza“. “Riorganizzare il parco infrastrutturale – ha detto il Generale Farina – è necessario per il benessere del personale, a cui servono basi militari di nuova generazione, modulari, dal basso impatto ambientale consumo energetico e a ridotti costi di manutenzione“. Il piano, a livello nazionale, individua al momento 26 strutture, a Milano comprende le caserme Santa Barbara, in piazzale Perrucchetti, (attuale sede del 1 Rgt. Trasmissioni, e base operativa locale dell’operazione ‘Strade sicure‘) e Annibaldi’ (più conosciuta come Ospedale militare di Baggio) estese su circa 30 ettari. “Si tratta di un progetto da un miliardo e mezzo spalmati su 15-20 anni – ha precisato il generale Gianpaolo Mirra, del Dipartimento infrastrutture dell’Esercito – Le caserme saranno strutture nuove, con lavori di bonifica ambientale“. Le caserme scartate verranno valorizzate in altro modo, non escludendo la possibilità di ricorrere a joint venture con l’edilizia privata. Un business che nel caso rivoluzionerebbe il mercato. Il Consigliere Comunale Silvia Sardone ha commentato compiaciuta la notizia, “Il progetto Caserme Verdi è un’ottima iniziativa dell’Esercito e l’inserimento della Caserma Santa Barbara, sede dal 1887 del Reggimento Artiglieria a Cavallo e della Caserma Annibaldi è una grande notizia per Milano“. “È straordinario il lavoro che svolgono tutti i giorni i Carabinieri, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza e i militari di Strade Sicure nella lotta alla criminalità – prosegue Sardone – e per la sicurezza dei cittadini e ad Expo lo hanno dimostrato al mondo intero. Per questo motivo la politica deve garantire a questi uomini la possibilità di poter operare al meglio“. Sardone ricorda quindi “Si deve al governo Renzi con il Ministro della Difesa Pinotti e al Sindaco Sala,  che solo oggi si ricorda dell’Esercito,  il trasferimento delle Voloire da Milano, dopo che avevano garantito la sicurezza di Expo e per far spazio agli immigrati presso la Caserma Montello“. Concludendo, “Bisogna riportare subito i militari delle Voloire a Milano, in vista delle Olimpiadi 2026 e perché è la Santa Barbara la loro casa“.  

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Saradone: un’altra truffa nel campo rom di via Chiesa Rossa

“Dopo Lele Mora è toccato a un imprenditore cinese finire nella trappola della champagne, marchio di fabbrica dei rom di Chiesa Rossa“.  Lo denuncia il Consigliere Comunale Silvia Sardone, che aggiunge, “Un covo di delinquenti che va sgomberato il prima possibile, anche perché praticamente nessuno degli abitanti di questo insediamento paga le bollette al Comune: me lo hanno detto gli stessi rom due mesi fa, quando sono stata in via Chiesa Rossa per un sopralluogo“. “È ora che il Pd la smetta col suo solito buonismo dannoso: in due anni hanno speso mezzo milione di euro per integrare tutti i rom di Milano senza produrre nessun risultato concreto, quindi anziché continuare a sperperare denaro inutilmente passino alle vie di fatto – continua – Giusto per capire di che personaggi stiamo parlando, ricordo che nel campo rom di via Chiesa Rossa sono stati rubati 40.000 euro a Lele Mora per una finta partita di champagne; c’è stata una sparatoria tra rivali nel luglio del 2018; nel 2016 tre marocchini sono stati rapinati di 25.000 euro per una truffa legata a un annuncio di vendita online; e sempre nel 2016 sono state trovate all’interno del campo 130 tra spade, coltelli e macheti. Direi che come curriculum può bastare, ma forse non per la sinistra: è di poche settimane fa, infatti, il pericoloso dietrofront del sindaco Sala sul superamento dei campi. Pd e compagni – chiude Silvia Sardone – ci dicano cos’altro deve succedere a Chiesa Rossa prima che vengano presi seri provvedimenti”.

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Sardone: dal Comune 463.000 euro per i rom

“Dal primo aprile del 2017 al 30 giugno del 2019 il Comune di Milano ha speso 463.000 euro nei campi rom per favorire percorsi di inclusione sociale, di autonomia abitativa e lavorativa e di integrazione scolastica dei minori. A questi fondi comunali si aggiungono gli 1,2 milioni di euro di finanziamenti statali del Progetto Nazionale Rom, Sinti e Caminanti stanziati tra il 2013 e il 2016“. Lo segnala il Consigliere Comunale Silvia Sardone che commenta: “La sinistra non smette mai di buttare via soldi in nome di un’integrazione che esiste solo nelle favole. Basta infatti farsi un giro nei campi rom di Milano per rendersi conto che i bambini che vanno a scuola sono pochissimi e che gli adulti vivono in gran parte di espedienti. Mi chiedo quindi perché continuare a sperperare denaro pubblico se i risultati sono questi“. “Giusto per fare qualche esempio – prosegue Sardone –  i rom che abitano nel Villaggio Martirano pagano solo il 20% dei canoni d’affitto dovuti; oltre la metà degli ospiti del Cat di via Sacile, costato 2 milioni in tre anni, non ha concluso il percorso di inclusione; il 40% degli ospiti accolti nel Centro di autonomia abitativa di via Novara dal 2016 al 2018 non ha di fatto trovato casa al termine dei progetti individualizzati promossi dal Comune per i nuclei famigliari provenienti dal Cat di via Sacile (1 milione di euro dal 2016 all’aprile 2019). È assurdo che mentre migliaia di famiglie italiane attendono da anni una casa popolare e altre si trovano in serie difficoltà, il Comune di Milano continui a pensare ai rom: nemmeno l’evidenza dei numeri li ferma. Il sindaco Sala – conclude – l’anno scorso si era detto favorevole al superamento dei campi, salvo poi ritrattare qualche settimana fa: fino a quando la volontà politica e l’ideologia saranno queste i milanesi continueranno purtroppo a vedersi scavalcati anche dai rom oltre che dagli immigrati“.  

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