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Sardone e De Corato: ennesima manifestazione illegale al Leoncavallo

“Domani (oggi ndr) al centro sociale Leoncavallo andrà in scena l’ennesima iniziativa a dir poco singolare visto che parliamo di un edificio occupato abusivamente ormai da tempo: gli antagonisti hanno organizzato una giornata contro la guerra ai graffiti e alla libertà d’espressione che vedrà l’appoggio di alcuni esponenti di sinistra disposti come sempre ad assecondarli. In pratica, verranno imbrattati i muri esterni e interni dell’ex cartiera di via Watteau. La giornata poi proseguirà con una grigliata, un dj set già a partire dalle tre del pomeriggio e una cena a sostegno della campagna per la riforma dell’articolo di legge 639, ovvero quello che riguarda il deturpamento e l’imbrattamento di cose altrui. Per questi personaggi, già colpevoli di un reato assolutamente non trascurabile come l’occupazione abusiva, fare graffiti e murales senza alcun tipo di permesso è normale. Ovviamente la sinistra, connivente con questi delinquenti, sta in silenzio: a Milano il mondo va alla rovescia“. Lo segnala il Consigliere Comunale Silvia Sardone, proseguendo  “Non c’è da stupirsi di nulla, considerato che la sinistra da tempo parla di regolarizzazione del Leoncavallo e alcuni suoi esponenti partecipano addirittura alle attività del centro sociale. Il Leoncavallo dal 2013 al 2017 ha fatturato 2,8 milioni di euro: cifre da capogiro che fanno invidia a diverse aziende costrette a rispettare lacci e lacciuoli per non farsi multare, mentre agli abusivi tutto viene concesso. In via Watteau ogni fine settimana vengono organizzate feste esentasse ed è attivo anche un servizio ristorazione e bar, per non parlare della festa della semina che viene riproposta ogni anno. Questi personaggi – chiude Silvia Sardone – parlano di arte pubblica ed espressione muraria, ma quando cominceranno a parlare di legalità e decoro? Con la loro regolarizzazione Sala farebbe un grosso danno alla città: l’unica strada percorribile e necessaria è senza dubbi lo sgombero”. Sulla questione interviene anche Riccardo De Corato, Assessore a Sicurezza di Regione Lombardia, secondo cui si tratta “dell’ennesima dimostrazione del fatto che i centri sociali a Milano, ormai, siano lasciati liberi di fare ciò che vogliono dal Comune“. “Non stupisce affatto sapere che domani il Leoncavallo svolgerà un evento all’interno dell’edificio che da anni occupa abusivamente, – continua De Corato – nonostante gli innumerevoli ‘sforzi’ delle amministrazioni di centrosinistra per regolarizzarlo. Come se occupare per decenni desse diritto ad essere messi in regola a spese di tutti i cittadini . Anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è tornato a parlare di regolarizzazione lo scorso 7 maggio, ma fino ad ora, fortunatamente nulla è stato fatto. L’augurio – conclude De Corato –  ora è che, come giusto che sia in uno stato di diritto, dopo 25 anni di occupazione venga sgomberato l’immobile, per buona pace dei Cabassi“.  

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De Chirico: Di stefano decida da che parte vuole stare

“Non è il primo post che vedo pubblicato su Facebook da parte del sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano, a sostegno della compagna, Silvia Sardone, candidata nelle liste della Lega per il Parlamento Europeo. Esistono altri casi di coppie i cui componenti militano in diversi partiti, ma non si è mai visto che uno facesse campagna per l’altro a discapito del suo partito di appartenenza“. Lo ha dichiarato oggi Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia in riferimento a un post pubblicato su Facebook dello stesso Roberto Di Stefano. “Spero che il mio partito prenda dei provvedimenti immediati contro l’esponente azzurro che nel 2017 fu candidato come sindaco a Sesto. L’aver espugnato una roccaforte rossa, grazie a una coalizione solida e al sostegno per il ballottaggio di Caponi – anch’egli candidato sindaco con una lista civica -, non dovrebbe permettere al sindaco di fare ciò che vuole“, pha quindi aggiunto, proseguendo “Un tempo in Forza Italia esistevano i probiviri, ho informato la dirigenza regionale di FI per rendere nota la situazione nel caso ce ne fosse bisogno. Mi piacerebbe sapere se il mio partito sostiene ancora Di Stefano perché un conto è avere una propria linea all’interno della giunta che si amministra e un altro conto è fare campagna per la Lega contro il partito che ti ha permesso di arrivare dove sei. – concludendo – Incredibile la disinvoltura con cui questo viene fatto: Di Stefano sta cercando di farsi espellere per far ricadere su Forza Italia la responsabilità di un passaggio nella Lega che ha già deciso di fare?“.

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Sardone: via Grassi, baraccopoli indegna di Milano

“Ho svolto un sopralluogo nell’area abbandonata di via Grassi 93, a due passi dall’ospedale Sacco e ho potuto toccare con mano uno scenario indegno per una città come Milano che la sinistra professa capitale internazionale. In questa enorme superficie, piena di eternit, vivono un centinaio di abusivi, in grandissima parte rom rumeni ma anche qualche nordafricano.” Lo riferice Silvia Sardone, Consigliere Regionale e Comunale del Gruppo Misto. “L’aspetto più sconvolgente – prosegue Sardone – è la baraccopoli costruita dai rom al confine con l’autostrada A8: almeno una decina di casette in legno, con tanto di serratura e frigoriferi, dove le famiglie con bambini (che non vanno a scuola) al seguito vivono in condizioni igienico-sanitarie raccapriccianti. Erano presenti anche diversi cuccioli di cane di dubbia provenienza e dalla destinazione sconosciuta. I nomadi mi hanno espressamente detto che non hanno la minima intenzione di andare a lavorare, preferendo vivere qui, in mezzo a topi e rifiuti. Questo è l’ennesimo buco nero tollerato dalla giunta Sala: una città nella città dove regnano degrado e illegalità, ormai i classici marchi di fabbrica della sinistra a Milano”. “Oltre alla favelas lungo l’autostrada, i rom che spadroneggiano in via Grassi si sono costruiti dimore anche all’interno dei capannoni dismessi. Ognuno si è fatto il proprio mini-appartamento, ovviamente senza alcun permesso, con tanto di letti, divani, armadi. Nell’abitazione all’ingresso della struttura vivono dieci persone, mentre altri si sono ricavati alloggi persino sotto terra. Al secondo piano dell’immobile ormai sventrato e pieno di spazzatura e detriti, ho trovato immigrati nordafricani con i bauletti di alcune aziende di food delivery. È inconcepibile – continua Silvia Sardone – che a poca distanza dall’area Expo proliferi un microcosmo del genere dove decine di abusivi fanno quello che vogliono alla luce del sole. In diverse occasioni sono scoppiati incendi causati dagli occupanti intenti a smaltire illegalmente i rifiuti e i residenti delle case vicine sono preoccupati per l’aria che respirano, oltre alla situazione di completa insicurezza che li circonda”. “Mi piacerebbe che il sindaco Sala – chiude Silvia Sardone – si facesse un giro da queste parti: scoprirebbe che la città di cui è sindaco non è circoscritta solo alla porzione che comprende San Babila, piazza Duomo e Brera. Se non se ne fosse accorto esistono anche periferie come via Grassi, lasciate a marcire in nome di un buonismo nocivo che di fatto premia rom e clandestini a discapito dei cittadini onesti”.

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Nuovo murales all’Ortica, Sardone lo contesta

Si chiama ‘Human’ ed è dedicato “a chi è emigrato, a chi migra, a chi migrerà”. E’ l’ultimo tassello del progetto ORME Ortica Memoria che ha realizzato una serie di murales nello storico quartiere milanese. Human sarà inaugurato sabato prossimo. Il progetto vuole esprimere “un messaggio di puro amore gandhiano, di un uomo tra gli uomini” come ha sintetizzato la critica d’arte Mirella Crimi davanti al bozzetto del disegno di Orticanoodles, parlando di un “espressionismo silenzioso”. L’opera è stata contestata da Silvia Sardone, Consigliere Regionale e Comunale del Gruppo Misto che l’ha definita “la solita ridicola propaganda di sinistra che vuole inculcare a tutti i costi la bontà dell’accoglienza senza freni”, accusando i promotori del progetto di dimenticarsi dei danni causti “delle politiche immigrazioniste delle porte aperte causate dalle migliaia di clandestini che Milano ha accolto negli ultimi anni“, per poi concludere sottolinenado che nel Municipio 3 “continuano le occupazioni dei rom sotto il cavalcavia della tangenziale a Rubattino e si ripresentano puntuali le carovane di nomadi in via Caduti di Marcinelle. Non ci stupiremmo affatto se dopo il murales pro migranti ne spuntasse uno a favore dell’accoglienza dei ‘fratelli rom’ tanto coccolati dalla sinistra“.  

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Sardone: due alloggi popolari su tre agli immigrati

“La nuova graduatoria aggiornata per l’assegnazione degli alloggi popolari a Milano, appena pubblicata sul sito del Comune, non fa altro che confermare il welfare anti-italiano tanto caro alla sinistra. Nei primi 300 nominativi di persone in attesa di ricevere la casa ben 207 sono di origine straniera: praticamente due alloggi su tre finiscono a immigrati. Scorrendo la lista sembra di essere in Nordafrica o in Sudamerica, non certo a Milano: i cognomi italiani sono la netta minoranza e purtroppo sarà sempre così finché non verranno adottati correttivi ai bandi. Per evitare che ci siano tali sproporzioni sarebbero necessari maggiori controlli sulle dichiarazioni e le autocertificazioni presentate da chi vuole entrare in graduatoria, così come fanno Comuni limitrofi come Sesto San Giovanni. Sala e Majorino non perdono mai tempo prima di marciare contro il razzismo, ma continuano a dimenticarsi che i primi a discriminare sono proprio loro“. Lo afferma Silvia Sardone, Consigliere Regionale e Comunale del Gruppo Misto. “Lo squilibrio evidente in questa graduatoria va ovviamente a sommarsi ad altri aiuti economici a misura di straniero come la Bebè Card, il sostegno al reddito, il reddito di inclusione, l’esenzione mensa, le borse lavoro. È davvero sconcertante apprendere ogni volta cifre che penalizzano gli italiani in un welfare scandalosamente orientato a favore gli immigrati. In periferia – continua Silvia Sardone – anche per strada è difficile sentire parlare italiano: Corvetto, San Siro, Lorenteggio sono ormai diventati dei ghetti dove spadroneggiano gli extracomunitari mentre gli italiani in graduatoria sono costretti ad aspettare anni e a vedersi puntualmente scavalcare da immigrati. A questo si aggiungono le occupazioni abusive di case popolari che hanno quasi sempre come protagonisti stranieri spalleggiati dai centri sociali. Non è normale che chi paga le tasse nel nostro paese da una vita si veda superare da chi è arrivato da qualche mese. Non è razzismo, è solo buonsenso”.

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Sala: difficile integrare se i bambini stranieri superano il 30%. Sardone: colpa vostra.

Incontrando i cittadini a Dergano, nella seconda tappa dell’iniziativa ‘Colazione con il sindaco’ , Giuseppe Sala ha affrontato anche il tema dell’integrazione scolastica dei migranti e delle classi con alta percentuale di bambini stranieri. “Bisogna trovare il giusto modello di integrazione per aiutare i bambini stranieri e per non mettere in difficoltà quelli italiani che a loro volta rischiano di trovarsi in minoranza – ha detto -. È un percorso lungo ma bisogna provare a trovare le formule. L’unica cosa che si può fare è trovare forme di mobilità tra le scuole. Non è semplice ma bisogna provarci“. Il sindaco ha poi citato alcune analisi svolte secondo le quali “intorno al 30% di bambini non italiani sarebbe la condizione ideale“. “Quando è zero o 80% non va bene: capisco che quando c’è sproporzione rende difficile l’ integrazione“. Affermazioni cui ha ribattuto Silvia Sardone, Consigliere Regionale e Comunale del Gruppo Misto “Il sindaco Sala finalmente si è accorto che in alcuni quartieri periferici della città esistono delle vere e proprie scuole-ghetto, ossia istituti dove le percentuali di alunni stranieri superano addirittura quelle degli italiani. Sala ha detto che quando la percentuale di bambini non italiani è zero o 80% non va bene perché ne risente l’integrazione: sono d’accordo con lui, ma è a causa delle folli politiche della sua amministrazione se si è arrivati alla formazione di ghetti dove gli immigrati sono in maggioranza e gli italiani stanno scomparendo“. “Sala – ha quindi concluso la Sardone – parla di mobilità scolastica, integrazione e delle difficoltà a cui vanno incontro i bambini italiani messi in minoranza, ma dovrebbe ammettere che – così come sulla sicurezza – anche per quanto riguarda la scuola le sue politiche delle porte aperte non hanno fatto altro che aggravare la situazione“.

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