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Area C: centrodestra all’attacco di Sala

La dichiarazione del Sindaco Sala secondo cui su Area C  “noi staremo fermi così”, ha scatenato le reazioni del centrodestra: “Per giustificare la decisione di tenere accesi i varchi di Area C anche in zona rossa Sala spiega che chi lavora entra in centro solo prima delle dieci” ha dichiarato l’Europarlamentare di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza, aggiungendo “E che tutti quelli che ci vanno dopo lo fanno per motivi non essenziali. Evidentemente il sindaco non sa che ci sono persone che lavorano su turni, che entrano nella Cerchia dei Bastioni per andare dal medico, che passano sotto le telecamere a qualunque orario per le ragioni più disparate, non sempre ludiche o superflue”. Piuttosto che trincerarsi dietro l’ennesima scusa, Sala  – ha concluso Fidanza – ammetta che il Comune vuole fare cassa sulle spalle dei cittadini e pendolari che non hanno la fortuna di vivere in Zona 1 e che non vogliono prendere i mezzi pubblici per non contagiarsi”. Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale Andrea Mascaretti ha invece esortato gli esponenti della Giunta a “spegnere Area C o dare buoni e dettagliati motivi per tenerla accesa a rischio per la salute dei milanesi, considerando che non è certo per ridurre l’inquinamento”. “Con che coraggio il sindaco Sala parla di polemiche strumentali sulla decisione da parte della sua giunta di tenere accese le telecamere di Area C?” si è invece chiesta l’Europarlamentare e Consigliere Comunale della Lega Silvia Sardone,  sottolineando “La nostra è una richiesta più che legittima e le immagini che ogni mattina vediamo sui mezzi pubblici sono la conferma più lampante della necessità di sospendere il pedaggio consentendo a milanesi e pendolari di raggiungere la città anche in auto”. Secondo la leghista per fare cassa si gioca “sulla salute dei cittadini che devono scegliere se pagare o se rischiare il contagio ammassati sugli autobus, sulle metro e sui tram”. “Una follia” secondo la Sardone di cui Sala dovrebbe “vergognarsi” sia “perché screditano il sacrosanto diritto dell’opposizione di proporre soluzioni” sia “perché sottovalutano e minimizzano le esigenze e la salute dei milanesi”.

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Sardone (Lega): due aggressioni nella M1, città sempre più insicura

“Nuova aggressione ai dipendenti Atm presso la stazione della metropolitana 1 Duomo. Due dipendenti sono intervenuti intorno alle 16 per portare l’ordine visto che una decina di ragazzi di età tra i 15 e i 18 anni litigavano tra di loro”, lo rende noto Silvia Sardone, eurodeputata e consigliere comunale della Lega. “I ragazzi – spiega la Sardone – si sono messi a insultare gli operatori e uno di loro affrontava con violenza uno dei due dipendenti Atm che poi veniva colpito, dal ragazzo più grande, con un forte pugno alla testa, facendolo rotolare per le scale. Ora l’operatore si trova all’ospedale, per fortuna sta bene, ma con un trauma alla testa e un dolore al polso destro. Invece, nel tardo pomeriggio, – aggiunge – alla fermata Porta Venezia mi sono recata con il consigliere Bastoni e operatori Atm nel mezzanino dove alcuni dipendenti e cittadini mi avevano segnalato la presenza di immigrati che bivaccano abitualmente nella zona. Uno di questi ci ha minacciati e aggrediti. Abbiamo richiesto l’intervento delle forze dell’ordine”. “Due follie, le ennesime, che macchiano la nostra città. Gli operatori Atm, troppo spesso minacciati e picchiati, lamentano la scarsa attenzione nei loro confronti da parte del Comune di Milano. C’è scarsa sicurezza nelle stazioni e sui mezzi. Il Sindaco Sala – conclude la Leghista – non si esprime mai colpevolmente, come se la sicurezza di operatori e cittadini milanesi non sia importante”.

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Sardone (Lega): solo il 30% dei bambini rom di via Negrotto vanno a scuola

“Nel campo rom di via Negrotto, quello dove dal 2016 si è creato un buco di 30.000 euro per le utenze non pagate, i 20 minori presenti non vanno praticamente mai a scuola: i 12 delle elementari hanno una frequenza del 32%, gli 8 delle medie addirittura del 27%. Inoltre, attraverso il Celav, sono stati fatti appena 3 colloqui di orientamento che hanno prodotto due borse lavoro e un tirocinio. E se aggiungiamo anche la presenza di manomissioni sulla struttura e sui sottoservizi, oltre alla disarticolazione delle reti elettriche, idrauliche e antincendio predisposte dal Comune, il quadro è chiarissimo: l’integrazione rom tanto sbandierata dalla sinistra negli ultimi dieci anni è un autentico fallimento. La giunta Pisapia aveva promesso lo sgombero nel marzo 2016 mentre Sala in tempi non sospetti aveva dichiarato che l’esperienza dei campi nomadi era da superare: solo promesse al vento”. Lo rende noto Silvia Sardone, Europarlamentare e Consigliere Comunale della Lega in merito alla documentazione prodotta dalla Commissione Sicurezza del Municipio 8. “Sono stata in via Negrotto – continua la leghista – e ricevo spesso segnalazioni da parte dei residenti della zona in merito a feste con musica altissima, scoppio di fuochi d’artificio, roghi e degrado. All’interno del campo avevo trovato cataste di rame, ferro e biciclette smembrate, addirittura delle telecamere di videosorveglianza. Il fatto che nessuna famiglia di questo insediamento sia in lista d’attesa per collocamento per alternative residenziali è indice del fatto che i rom vogliono continuare a vivere sulle spalle della cittadinanza in un fortino inaccessibile, come se questo fosse un porto franco in cui non valgono le leggi dello Stato. Lo sgombero, così come per tutti gli altri campi, è l’unica strada percorribile”. Stefano Pavesi, consigliere leghista del Municipio 8, ha partecipato alla Commissione Sicurezza di Zona: “Parliamo del campo rom di cui fa parte la banda che assaltava i distributori di benzina coi kalashnikov, dove furono trovati arsenali di armi, dove un tassista è stato aggredito e derubato: insomma, un covo di illegalità dove non si pagano le bollette e non vengono mandati i figli a scuola. I percorsi di inserimento lavorativo sono pressoché inesistenti come dice lo stesso Municipio 8. Perché non chiuderlo? Anche la sinistra forse, dopo anni di inerzia e mancate promesse, comincia ad accorgersi della pericolosità di questo campo. Ora però servono i fatti – conclude la Sardone – il quartiere, ma anche tutta Milano, non meritano il buco nero di via Negrotto”.

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Piazzale Cuoco. Sardone (Lega): Comune inesistente

“Anche oggi – commentano Silvia Sardone, eurodeputata e consigliere comunale a Milano e Davide Ferrari Bardile, referente di alcuni comitati della zona – tra Piazzale Cuoco e Viale Puglie, come ogni domenica, decine e decine di immigrati hanno messo in piedi un vero e proprio suk di merce rubata, contraffatta o usata. Ormai è una prassi consolidata che non viene assolutamente contrastata dal Comune di Milano attraverso la Polizia Locale”. “Eppure – aggiungono – soprattutto ora di fronte ai pericoli di epidemia di Covid, sarebbe utile bloccare questi assembramenti, soprattutto se non autorizzati. Ma evidentemente al Comune di Milano non interessa combattere questi abusi e l’illegalità che è un tratto distintivo di questo mercato. Sala continua a essere assente – concludono – la sua ossessione per le periferie è un miraggio”.

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Sardone (Lega): in Centrale bisca clandestina di immigrati

“In piazza IV Novembre sembra di essere al casinò di Montecarlo, peccato che qui sia tutto illegale: i tanti immigrati che popolano l’area della stazione Centrale stanno dando vita a una bisca clandestina, giocano a dadi e puntano soldi”, lo denuncia Silvia Sardone, Europarlamentare e Consigliere Comunale della Lega, che si chiede: Finisce nel gioco d’azzardo il pocket money?”. “E menomale che siamo in zona rossa – continua la Leghista – o le regole valgono solo per gli italiani? Il Comune batta un colpo anziché rimanere sempre inerte di fronte all’illegalità degli extracomunitari. Ci sono negozi che stanno fallendo – conclude – milanesi che hanno perso il lavoro causa covid e poi alla luce del sole devono assistere a queste scene?”. 

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Sardone (Lega): rom votano M5S per il reddito di cittadinanza

“Sono tornata per un altro sopralluogo nel campo rom di Chiesa Rossa dove 46 famiglie su 47 non sono in regola coi pagamenti delle utenze dovute. Un insediamento regolare solo sulla carta visto che le piazzole sono molte di più di quella comunicate dal Comune di Milano e sono spuntate altre roulotte sul perimetro del campo, oltre alle discariche di ogni genere di materiale appena all’esterno. I nomadi me lo hanno detto chiaramente: votano Pd e 5 Stelle perché li aiutano e stanno con loro, la gran parte prende il reddito di cittadinanza e campa alla spalle degli italiani onesti che ogni mattina si svegliano per andare a lavorare. Mi rivolgo al sindaco Sala: è contento di essere supportato da questa gente che ha l’unico scopo di fregare le istituzioni, come dimostra il fatto che praticamente nessuno di loro paga le tasse e lo ammette candidamente?”. Così Silvia Sardone, europarlamentare e consigliere comunale della Lega. “Lo stesso Sala in tempi non sospetti aveva dichiarato che i campi rom erano modelli da superare, quindi da chiudere, salvo poi non essere in grado nemmeno di sgomberare le carovane di roulottes in periferia. A Chiesa Rossa c’è un tasso di delinquenza e criminalità elevatissimo, per cui ricordo: la sparatoria tra famiglie rivali, i 40.000 euro rubati a Lele Mora, le truffe ai corrieri delle società di spedizione, i sequestri di spade, coltelli e macheti. Che futuro possono avere i tanti bambini che vivono nel campo? L’assessorato alle Politiche Sociali si è mai fatto qualche domanda? Penso – conclude Silvia Sardone – che il tempo della tolleranza debba finire: questo campo, e così tutti gli altri, deve essere chiuso. Su quest’area così estesa si potrebbero pensare molti progetti interessanti per la collettività che riqualifichino il quartiere. I rom facciano come fanno tutti gli italiani e gli stranieri perbene che si mettono in graduatoria per una casa popolare, aspettando il loro turno e rispettando le regole. Non capisco perché per i nomadi, che nomadi non lo sono più, debbano valere regole ad personam: la sinistra può spiegacelo?”.

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