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Differenze tra a domani e al domani

Differenze tra a domani e al domani. Vedo che continuano le discussioni su Astrazeneca. Soprattutto chi dice io non mi vaccino per la libertà () e chi vuole vaccinarsi perché si ritiene essenziale come Selvaggia Lucarelli (). Io mi sono preso del no vax perché tempo fa avevo detto che mi sembrava ragionevole Crisanti a chiedere di vedere i dati. Da un paio di giorni dell’illiberale che vuole cambiare il DNA altrui (non esagero) perché ho sostenuto che ci sia più rischio di essere investiti da un’auto che di morire di vaccino. Il mio vero timore però è la rincorsa al prima, come se ci fosse un limite vicino dopo il quale la scuola tornerà a fare da ammortizzatore socio-lavorativo. Quando le mascherine diventeranno oggetto di campagne di pulizia di massa e di improbabili accrocchi chiamati installazioni artistiche. E tutto sarà come prima. È un’idiozia in termini logici perché nulla torna come prima. Mai. Ed è un sintomo pericoloso dell’inadeguatezza del pensiero nostro e delle nostre classi dirigenti: ci sarà un dopo Covid, ma non un niente più covid. È un cambiamento stabile, come quando abbiamo imparato a lavarci le mani, se smetti di farlo aumentano le infezioni, intossicazioni, ecc, o a disinfestare i campi, ma lì non abbiamo considerato gli effetti lunghi come il problema che senza insetti uccidi l’ecosistema e quindi anche la possibilità di coltivare. Ecco dove dovrebbe intervenire il pensiero lungo. Perché le prime Sars girano da anni, ma la soluzione di imbottire gli animali di antibiotici ha funzionato nel breve. Perché nel lungo sta creando resistenze agli antibiotici anche a noi. Ma il problema immediato era stato risolto, dunque nessuno se ne è curato e ora c’è un problema più grosso perché gli antibiotici salvano molte vite umane ogni anno. E oggi siamo nella stessa situazione, incapaci sia nel mondo di sotto che in quello di sopra di immaginare soluzioni lunghe. Si pensa a domani invece che al domani. Per questo i nervi stanno cedendo. Il punto non è avere un piano come diceva Joker, ma la prospettiva come diceva V. Se c’è una prospettiva si può far saltare il Parlamento, perché è solo un oggetto, se non c’è sei un terrorista.

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Galli annuncia di voler violare i protocolli sui vaccini ai medici: “Reazioni fastidiose”

Galli annuncia di voler violare i protocolli sui vaccini ai medici. “Inutile vaccinare chi ha avuto il Covid-19”. Lo afferma Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano in un’intervista a QN. Galli spiega di aver “avuto diversi medici e infermieri vaccinati che hanno riferito effetti collaterali, una risposta eccessiva del sistema immunitario al vaccino. Nulla di pericoloso, ma la seconda dose è anche più fastidiosa della prima nei soggetti che hanno già superato l’infezione”. Secondo Galli, “ha poco senso convocare due volte chi si è ammalato ed è guarito, perché possiede già una memoria immunologica. Finora si è affermata una linea talebana, per cui se obiettavi qualcosa venivi bollato come irresponsabile, ma l’atteggiamento sta cambiando”. Un esempio? “Io ho davanti a me una dottoressa di 55 anni, che si è negativizzata il 20 novembre, l’hanno vaccinata il 15 gennaio, e viste le reazioni non farà la seconda dose, anche se un protocollo, che potrei definire demenziale, prevede che siano tutti riconvocati senza eccezioni”, replica.

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I documenti secretati della pandemia, l’Europa diceva: improbabile che arrivi il virus

I documenti secretati della pandemia, l’Europa diceva: improbabile che arrivi il virus. A gennaio l’organismo europeo deputato a occuparsi delle malattie (ECDC) aveva tranquillizzato i governi nazionali al punto che una circolare ministeriale del 22 gennaio spiegava che “Attualmente il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) stima che il rischio di introduzione dell’infezione in Europa, attraverso casi importati, sia moderato”. Un’analisi quanto meno sbagliata vista la strage verificatasi nelle settimane successive. Ma oggi come oggi l’Europa è tornata di moda, tanto che destra e sinistra sono disposte a governare insieme con l’eccezione di Giorgia Meloni che cerca di mantenere una parvenza di democrazia restando all’opposizione. Eppure i documenti secretati della commissione d’inchiesta regionale sulla pandemia raccontano di come il Sars-Cov-2 fosse stato preso sottogamba da tutti. Proprio a partire dai super esperti del Comitato tecnico scientifico a cui Giuseppe Conte aveva di fatto consegnato le chiavi dello Stato: nel centro europeo per il controllo delle malattie ci sono da sempre rappresentanti delle nazioni e uno degli italiani all’ECDC è stato messo come esperto proprio nel Cts. Lo stesso che mesi prima riteneva improbabile la diffusione dell’epidemia in Europa. Un paradosso ma Francesco Maraglino è nel comitato che decide se e quando gli italiani possono vivere la loro vita. Il dubbio sulle competenze del Cts però non arrivano oggi: Andrea Crisanti, l’unico esperto ad aver gestito con successo la sanità di una regione, aveva affermato già mesi fa “quelli del Cts la pandemia l’hanno vista in televisione”. Giusto per chiarire che chi stava gestendo l’Italia in realtà non aveva proprio tutti i numeri al posto giusto. Adesso dai documenti segreti della commissione d’inchiesta emerge come non solo l’hanno vista in televisione, ma l’hanno pure sottovalutata quando ancora poteva essere arginata.

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