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Fontana merita delle scuse per questa foto

Fontana merita delle scuse per questa foto. Questa immagine è stata la prima di un politico di peso italiano con una mascherina anti Covid19. Una foto messa in prima pagina sul Corriere e su tutte le testate e i media italiani, ma la maggior parte delle volte per sbeffeggiare o insultare Attilio Fontana. Allarmismo, figuraccia internazionale, e varie contestazioni più o meno civili. Il governatore lombardo è stato investito da un fuoco di odio e risate, ma ora con il senno del poi in molti potrebbero compiere un passo indietro. Nella vita capita di sbagliare, poi quando si ha una certa sicurezza di essere meglio degli altri figuriamoci. Niente di grave, se ci si scusa. Perché gli errori di Fontana sono tanti e stiamo preparando anche quell’elenco come abbiamo preparato quello sugli inciampi del sindaco Giuseppe Sala. Però ora Fontana merita delle scuse per questa foto. E’ stato l’unico da subito a cercare di trasmettere a tutti la gravità della situazione, forse gli è mancata la tempistica giusta. Forse le spalle abbastanza larghe per respingere gli attacchi tenendo la linea nonostante un poderoso fuoco di fila. Dopo pochi giorni, gli stessi fenomeni che contestavano la foto, hanno messo la mascherina pure al barboncino di casa. E quelle immagini sono diventate una tragica normalità come i ponti che crollano ormai a cadenze regolari. Quindi ora è il momento di chiedere scusa, almeno per questo ad Attilio Fontana.

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Sala si scusa con la famiglia Pinelli

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha chiesto “scusa e perdono” da parte di tutta la città alla famiglia di Giuseppe Pinelli, il ferroviere anarchico coinvolto ingiustamente nelle indagini sulla strage di piazza Fontana e che morì cadendo da una finestra della questura di Milano alcuni giorni dopo l’esplosione. “La mia presenza qua ha soprattutto il significato di chiedere scusa e il perdono della città per quello che è stato” ha detto Sala nel corso della piantumazione di un albero dedicato a Pinelli nel quartiere di San Siro, a cui hanno partecipato le due figlie Silvia e Claudia. “Facciamo anche una promessa, cioè che come Milano continueremo ad essere quello che siamo. Milano sta cercando di lasciare un segno profondo politico e sociale“. Quella tragedia – ha aggiunto Sala – “non doveva succedere, anche perché Pinelli era uno dei cittadini che faceva il suo dovere e si impegnava politicamente”. ANSA    

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Strage di Gorla, Scuse dal console USA. De Corato: non bastano

La console generale americana, Elizabeth Lee Martinez, ha inviato una lettera al Sindaco Giuseppe Sala, in cui esprime le condoglianze alle famiglie delle vittime della strage di Gorla. Lo ha reso noto il sindaco sulla sua pagina Facebook, ad una settimana esatta dalla commemorazione dei 75 anni della strage, nel corso della quale lui stesso aveva chiesto le scuse del governo americano. Nella lettera la console ha espresso le condoglianze alle famiglie delle vittime di questa “infausta e terribile tragedia” e ha ribadito l’impegno a collaborare con il nostro Paese per affrontare le sfide emergenti, nel segno del “doveroso ricordo e nella lezione appresa dalle tragedie della guerra“, tra cui la strage di Gorla. “Una lettera di cordoglio che non annulla anni di silenzi, ma che è un gesto significativo che il sacrificio di quelle innocenti vite meritava – ha scritto Sala -. Questo mi rende felice, forse è una piccola cosa e certamente qualcuno potrebbe opporre che sono altre le cose importanti, ma credo che la comunità di Gorla possa apprezzare“. Il gesto non ha però soddisfatto l’Assessore Alla Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo De Corato, che ha commentato, “Diamo atto a Sala di avere chiesto agli Stati Uniti le necessarie scuse per la strage di Gorla. Riteniamo però che, dopo 75 anni, la lettera della console sia ben poca cosa. Invito quindi il sindaco a non accontentarsi e a chiedere agli Stati Uniti un gesto di scuse più significativo, anche tenendo conto del fatto che il militare responsabile dell’errore proseguì impunito la sua carriera e fu anche decorato“.

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