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Il Natale nell’arte di Varese: sei luoghi simbolo aprono le porte per dodici visite guidate

Il Natale nell’arte di Varese: sei luoghi simbolo aprono le porte per dodici visite guidate. Dal 27 novembre al 31 dicembre Archeologistics propone un viaggio alla scoperta delle natività custodite nella chiesa di Santa Maria foris portas, nella cripta del Sacro Monte, al Museo Baroffio, nel santuario di Saronno, nel battistero di San Giovanni e a Cadegliano Viconago. Dalla Chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprio, passando dal Santuario di Saronno, Cadegliano Viconago e battistero di San Giovanni, per approdare al Museo Baroffio e alla cripta del Sacro Monte. Il secondo ciclo di visite guidate “Varese, beato chi ci viene”, è un viaggio alla scoperta delle natività più belle tra i luoghi simbolo di Varese. In vista del Natale, Archeologistics, impresa sociale impegnata nella promozione del patrimonio culturale, con il contributo di Regione Lombardia, apre tra novembre e dicembre gli scrigni del territorio varesino per celebrare la nascita di Cristo. Le preziose testimonianze artistiche di sei luoghi simbolo diventano così dodici occasioni per una visita guidata gratuita. Il calendario si apre con uno dei più suggestivi spazi della provincia varesina: la chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprio custodisce un ciclo di affreschi dedicati al tema della natività – dall’annunciazione all’adorazione dei magi – che il Maestro Castelseprio realizzò probabilmente intorno al X secolo rappresentando così la buona novella. Inserita nel contesto del sito archeologico riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, la chiesa di Santa Maria foris portas è oggi un punto di riferimento fondamentale per il medioevo. Le visite guidate sono previste sabato 26 novembre e lunedì 26 dicembre, in un doppio orario: alle 10.30 e alle 14. Domenica 27 novembre e martedì 27 dicembre (alle 10.30) è il Museo Baroffio al Sacro Monte di Varese ad aprire le porte per andare alla scoperta di natività antiche e contemporanee, ovvero come l’arte nel tempo ha rappresentato la nascita del Cristo. Un viaggio dal romanico a oggi, da Lanfranco da Ligurno a Renato Guttuso attraverso le opere custodite nel museo e che rappresentano l’adorazione dei magi, la nascita di Gesù, la fuga in Egitto e l’infanzia di Cristo. Il battistero di San Giovanni a Varese, che sorge a fianco della centralissima basilica di San Vittore, è la terza tappa. Lunedì 28 novembre e mercoledì 28 dicembre (ore 10.30), si aprono eccezionalmente le porte di un vero e proprio scrigno: la grande vasca ottagonale della seconda metà del Trecento, posta al centro dell’aula, presenta gli episodi del battesimo di Cristo; alle pareti c’è una serie di oltre 30 affreschi realizzati dal 1320, tra questi una straordinaria natività. La cripta del Santuario di Santa Maria del Monte è un unicum per storia e arte. Custodisce la più antica natività del Sacro Monte di Varese rappresentata utilizzando come fonte le parole dei vangeli apocrifi. Sono ancora visibili i graffiti lasciati dai visitatori sui muri durante i secoli. Le visite guidate sono in programma martedì 29 novembre e giovedì 29 dicembre alle 10.30. Con “Bernardino e Gaudenzio” la scena si sposta mercoledì 30 novembre e venerdì 30 dicembre al Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno. Nel presbiterio la mano di Bernardino Luini ha dipinto le scene dell’infanzia di Cristo; straordinaria è anche la cupola, opera di Gaudenzio Ferrari, con 126 figure tra cui 57 musici. Inizio delle visite alle 10.30. Chiude il ciclo di visite guidate la chiesa di Sant’Antonio Abate a Cadegliano Viconago. È una piccola chiesa sconosciuta ai più, edificata già nel X secolo su un balcone panoramico che guarda a Ponte Tresa sul lago di Lugano. Gli ultimi lavori di restauro hanno permesso di evidenziare un sorprendente ciclo di affreschi, opera di Bartolomeo da Ponte Tresa – allievo di Bernardino Luini -, tra cui spicca una straordinaria Adorazione dei Magi. L’appuntamento è per giovedì 1 dicembre e sabato 31 dicembre alle 10.30. Per prenotazioni e informazioni: bit.ly/Beatochiciviene Archeologistics – Fondata nel 2004, è un’impresa sociale varesina impegnata nella divulgazione e conoscenza dei beni culturali. Progetta e realizza servizi di gestione museale, educazione al patrimonio, visite guidate e turismo culturale. In Lombardia opera in tutti i quattro siti Unesco Patrimonio dell’Umanità della provincia di Varese e collabora con le principali istituzioni del territorio e con il Ministero per i Beni Culturali. Fornisce consulenza per musei, monumenti e aree archeologiche, luoghi d’interesse storico-artistico e progetta percorsi per scuole e pubblico specialistico. www.archeologistics.it

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Il 22 settembre riparte Varese Re-live

Il 22 settembre riparte Varese Re-live. Otto spettacoli per tre mesi: l’autunno culturale di Varese riparte con la seconda edizione di Varese RE-Live! Si apre il 22 settembre per chiudersi il 16 dicembre la rassegna promossa da Filmstudio 90 e Giorni Dispari Teatro, in collaborazione con l’associazione Ma.Ni e l’Orchestra Canova. Realizzata in partenariato con il Comune di Varese, con il contributo di Regione Lombardia e grazie al supporto di Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Fondazione Comunitaria del Varesotto e Fondazione Cariplo, Varese RE-Live! riporta al centro lo spettacolo dal vivo con una proposta ampia e diversificata dove la contaminazione di generi differenti e il coinvolgimento del pubblico diventano protagonisti. Dalla prosa all’opera, passando attraverso rock, poesia e racconti in musica, il programma di Varese RE-Live! allarga gli orizzonti con la volontà di riportare la cultura al centro, spinto da una sana e costruttiva curiosità. «È nella parola “live” che questa rassegna trova il suo fulcro. Lo spettacolo dal vivo ha una magia del tutto unica. È occasione di incontro e di relazione, tra il palco e il pubblico, ma anche tra il pubblico stesso. È motivo di confronto aperto e di crescita, di riflessione ma anche di socialità», premette Giulio Rossini, direttore artistico di Varese Re-Live! «Per questo, novità di quest’anno, le serate di spettacolo al Cinema Teatro Nuovo saranno aperte da un momento conviviale dove potersi incontrare, parlare e fare anche un piccolo “aperispritz”, come lo abbiamo chiamato, nel foyer del teatro». Dopo una prima edizione di grande successo, andata in scena nei primi mesi del 2022, «la programmazione di questa seconda edizione è caratterizzata da una parola: apertura», prosegue Serena Nardi, direttrice artistica di Varese RE-Live! «Apertura a generi diversi, ma anche a spazi diversi. Il Teatro Nuovo resta il cuore pulsante della rassegna ospitando sei spettacoli che ci faranno esplorare il mondo dei Pink Floyd, la poesia di Alda Merini, l’atmosfera delle Big Band d’oltreoceano con un progetto orchestrale fatto da giovanissimi e l’ironia di Riondino; con l’opera della Tosca di Puccini andiamo al Teatro di Varese, recuperando così una messa in scena che attende da due anni e mezzo a causa della pandemia; mentre con il concerto di Natale, che chiude questa prima parte della rassegna, siamo ospiti nella chiesa di Biumo Inferiore a Varese. Apertura significa anche possibilità per il pubblico di partecipare liberamente: due gli spettacoli, quello di apertura e quello di chiusura, che sono previsti a ingresso gratuito». «Il Cinema Teatro Nuovo è uno dei luoghi vitali della cultura della nostra città – dichiara l’assessore alla Cultura Enzo Laforgia – uno spazio di produzione artistica e socialità che con questa rassegna apre alla contaminazione tra generi e allo spettacolo dal vivo, che torna di nuovo ad essere protagonista dopo due anni di pandemia». «Varese RE-Live! rappresenta la voglia della cultura varesina di esserci e la volontà di fare cultura in modo aperto», afferma Diego Trogher, vicepresidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. «La collaborazione tra realtà diverse è oggi l’elemento vincente di ogni iniziativa perché permette di avere uno sguardo più aperto e di offrire al pubblico una programmazione ampia. Come Bcc confermiamo il supporto a Varese RE-Live perché crediamo fortemente nel valore della cultura. È elemento di crescita per un territorio ed è motivo di lavoro. Sostenere la cultura è guardare al futuro con la forza data sia dalla condivisione di un obiettivo sia dall’operare insieme».   PROGRAMMA Il programma di Varese RE-Live! si apre al Teatro Nuovo giovedì 22 settembre con “Sembrava Inverno – Viaggio poetico nella malattia oncologica”, ideato e diretto da Elisa Carnelli e messo in scena dal gruppo “500 Gialla”. Nato dal progetto di Drammaterapia, lo spettacolo è stato realizzato all’interno del percorso di cure integrate dell’Oncologia dell’ospedale S. Anna di Como che ospita il gruppo di auto-mutuo-aiuto “La 500 Gialla” guidato dalla dottoressa Paola Zavagnin. Ingresso libero a offerta.   Giovedì 6 ottobre, al Teatro di Varese, viene presentata la Tosca di Giacomo Puccini, opera che attende la messa in scena da due anni e mezzo. La messa in scena, prevista già nel marzo del 2020, fu sospesa a causa dell’esplosione della pandemia. Biglietti: Teatro di Varese, in piazza Repubblica.   Giovedì 13 ottobre è il turno della Erios Junior Jazz Orchestra, una formazione davvero unica nel suo genere. È formata da 30 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 7 e i 20 anni che si alternano sul palco per rispettare il classico organico delle Big Band d’oltreoceano. Il concerto è proposto in collaborazione con Renato Bertossi e 67 Jazz Club. Biglietti: Teatro Nuovo.   Venerdì 21 ottobre viene proposto “Indagine su Alda Merini – non fu mai una donna addomesticabile” con testi e regia di Antonio Nobili. Giorgia Trasselli e Margherita Caravello conducono in un viaggio con parole e video per indagare la vita di una donna che è diventata icona della femminilità più complessa e preziosa. Biglietti: www.indaginesualdamerini.it. Giovedì 3 novembre, sono in scena i “Floyd Animals” che presentano un tributo ai Pink Floyd. Uno spettacolo fatto di fedele interpretazione musicale, immagini e giochi di luci con Antonio Cordaro chitarra e voce principale, Christian Moro alle tastiere e seconda voce, Claudio Sannoner al basso, Dario Grassi alla batteria, Ralph Salati alle chitarre, Marcella Casciaro e Valentina Monica ai cori e Valentino Finoli al sax. Biglietti: Teatro Nuovo Giovedì 17 novembre, David Riondino e Claudio Farinone presentano “Il Bolero come terapia”. Leggendo e traducendo i testi che caratterizzano questo genere di musica cantata, ci si immerge in un vasto campionario di acute analisi psicanalitiche riguardanti le più svariate tematiche amorose, raccontate con ironia, raffinatezza, sagacia e un po’ di nostalgia. Biglietti: Teatro Nuovo Giovedì 1 dicembre, viene presentato “Antropocene, il racconto in suoni della modernità”. Paolo Paliaga alle tastiere, Luca Pedroni alle chitarre e Patrizio Balzarini alla batteria e percussioni danno vita a uno spettacolo concepito sul “suonare i suoni” e che, partendo da una rilettura in chiave laica del quadro di Hieronymus Bosch, “Il giardino delle delizie”, propone un percorso dallo stato di natura all’inferno dei cambiamenti climatici e sociali. Le immagini del regista varesino Eugenio Manghi saranno il filo conduttore della proiezione del progetto. Biglietti: Teatro Nuovo. Venerdì 17

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Facebook può cancellare i post e i profili no vax

Facebook può cancellare i post e i profili no vax. La decisione non è del colosso di Mark Zuckerberg, ma di un tribunale lombardo. Il tribunale di Varese infatti ha stabilito con l’ordinanza 1181 che cancellare i post e sospendere i profili No Vax non rappresenta una violazione della libertà di pensiero. Il caso specifico su cui si è espresso la corte riguardava una donna che aveva pubblicato un video di una parlamentare che definiva i vaccini come iniezioni letali. La donna a questo punto si è rivolta al tribunale sostenendo che il contratto firmato con Facebook contenesse clausole che ledevano la sua libertà di espressione che sarebbe garantita dall’articolo 21 della Costituzione. Perché per chi si fosse distratto bisogna ricordare che ogni piattaforma online ci fa firmare un contratto, solo che noi di solito non lo leggiamo perché non abbiamo voglia e tempo di sentirci stupidi mentre leggiamo testi di cui capiamo poco. E così, come doveroso, il tribunale ha preso in mano il caso. Solo che la signora ha avuto la peggio, visto che secondo il giudice il contratto con Facebook rispetta in pieno la legge che a sua volta prevede delle limitazioni alla libertà di espressione. Il rischio per la salute pubblica è infatti un tema ancora molto serio nonostante sia di fatto ignorato dall’agenda politica: la scorsa settimana anche il Sole24Ore ha sottolineato come la questione sanitaria sia improvvisamente scomparsa dall’agenda politica nonostante il mancato completamento delle riforme annunciate e una pandemia che fa sentire i suoi effetti, oltre che le nuove arrivate come il vaiolo delle scimmie. Per adesso però la Lombardia si conferma patria dei diritti, pure quelli che limitano alcune libertà o presunte tali, e nei suoi tribunali si è stabilito un principio che riteniamo una vittoria: Facebook può cancellare i post e i profili no vax.

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Dalle palafitte al Giappone: le mostre di Varese svelate in quattro visite guidate

Dalle palafitte al Giappone: le mostre di Varese svelate in quattro visite guidate. Dalle palafitte al Giappone, il viaggio può essere breve, basta lasciarsi guidare. Archeologistics popone quattro occasioni per scoprire insieme le mostre allestite a Varese: Domenica 23 gennaio e domenica 13 febbraio l’attenzione si focalizza sulla mostra “Giappone dal disegno al design” proposta negli spazi espositivi del Castello di Masnago; sabato 29 gennaio e sabato 19 febbraio, la visita guidata è alla mostra “La civiltà delle palafitte. L’Isolino Virginia e i laghi varesini tra 5600 e 900 a.C.” allestita al Museo Archeologico di Villa Mirabello. Archeologistcs, realtà varesina impegnata nella valorizzazione dei beni culturali, organizza questi quattro appuntamenti per avvicinare grandi e piccini a temi che possono apparire lontani nel tempo e nello spazio. Sono quasi 10 mila i km che separano Varese da Tokio, eppure la storia e la cultura del Paese del Sol levante rivive al Castello di Masnago con una mostra che ripercorre come i simboli e le tradizioni di una cultura millenaria hanno recepito le influenze dell’Occidente. Organizzata dal Comune di Varese in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, la DNP Foundation for Cultural Promotion di Tokyo e l’editore Unsodo di Kyoto, la mostra “Giappone dal disegno al design” presenta stampe, illustrazioni e manifesti di un Giappone in cambiamento, realizzati tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento quando i contatti con il mondo occidentale si fecero più fitti. Le opere esposte, firmate da noti artisti giapponesi e conservati nei depositi della Biblioteca Civica, grazie alle donazioni Baratelli e del marchese Ponti, sono realizzate con la tecnica silografica con stampa da matrici di legno; i libri sono stati stampati a Kyoto dall’editore più importante del momento, Unsodo, ancora oggi attivo e promotore della stampa tradizionale. La mostra propone l’incontro con una cultura e con i suoi simboli: natura, scene e immaginari orientali, leggende e tradizioni. In occasione delle visite guidate si andrà alla scoperta anche dell’Ora del Cinghiale: una precisa fascia oraria che ripresenta l’antica suddivisione del tempo in Giappone. Presenta un tema lontano nel tempo la mostra di Villa Mirabello. Con “La civiltà delle palafitte”, il Comune di Varese, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, ha dato vita a un grande progetto espositivo per illustrare le più recenti conoscenze acquisite in ambito palafitticolo ed esporre i risultati delle ricerche condotte negli insediamenti del territorio varesino. La mostra celebra il decimo anniversario dell’Isolino Virginia quale sito seriale transnazionale Unesco “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”. Proiezioni, schermi interattivi e ricostruzioni di interni di abitazioni e di un aratro dell’età del Bronzo permettono di conoscere da vicino quel periodo storico e immergesi nel mondo antico. Inoltre, i metodi della ricerca storica e archeologica, le discipline scientifiche coinvolte, la scoperta del percorso evolutivo dell’uomo sono i grandi temi che vengono resi fruibili per gli adulti ma anche per i bambini. Infatti la visita guidata è indicata soprattutto a famiglie con figli tra i 6 e gli 11 anni. Per informazioni e prenotazioni: 328.8377206 (anche via WhatsApp) – info@archeologistics.it Per prenotazioni online: -Mostra Giappone: bit.ly/GiapponeaVarese -Mostra Palafitte: bit.ly/palafittefamiglie Archeologistics – Fondata nel 2004, è una realtà varesina impegnata nella divulgazione e conoscenza dei beni culturali. Progetta e realizza servizi di gestione museale, educazione al patrimonio, visite guidate e turismo culturale. In Lombardia opera in tutti i quattro siti Unesco Patrimonio dell’Umanità della provincia di Varese e collabora con le principali istituzioni del territorio e con il Ministero per i Beni Culturali. Fornisce consulenza per musei, monumenti e aree archeologiche, luoghi d’interesse storico-artistico e progetta percorsi per scuole e pubblico specialistico. www.archeologistics.it

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Al Museo Baroffio del Sacro Monte l'”Interno del Duomo di Milano con l’altare di Santa Tecla”

Varese, il Natale porta una nuova opera al Museo Baroffio del Sacro Monte: “Interno del Duomo di Milano con l’altare di Santa Tecla” di Luigi Bisi. Donazione dalla collezione privata di Francesco e Irma Caretti, l’opera sarà esposta dal 26 dicembre. Con il restauro del “Paliotto leonardesco” e le diverse richieste di prestito, il 2022 già conferma l’importanza del Museo varesino. Il Natale porta un nuova opera al Museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte di Varese. Sarà esposta dal 26 dicembre l’ “Interno del Duomo di Milano con l’altare di Santa Tecla” del pittore e architetto milanese Luigi Bisi vissuto tra il 1814 e il 1888. L’opera, un olio su tela di dimensioni importanti (155 x 126 cm), è stata donata da Francesco e Irma Caretti nel ricordo di monsignor Tiziano Arioli e monsignor Pino Marelli. Si arricchisce così il patrimonio del Museo che, collocato a fianco del Santuario, in uno dei punti più panoramici e suggestivi di tutto il Sacro Monte di Varese, custodisce al suo interno tre collezioni: quella con le opere provenienti dal Santuario e che attestano la secolare storia di Santa Maria del Monte; l’importante donazione del barone Baroffio Dall’Aglio e infine la sezione, voluta da monsignor Pasquale Macchi, internamente dedicata all’arte sacra contemporanea. «Questa nuova donazione, che arriva a pochi mesi di distanza da quella della “Filatrice con due bambini” del Maestro della tela jeans, impreziosisce ulteriormente il patrimonio del Museo Baroffio e del Santuario, ma soprattutto testimonia il forte attaccamento al Sacro Monte di Varese, luogo di grande fede ma anche sito d’arte riconosciuto», afferma don Sergio Ghisoni, arciprete della parrocchia di Santa Maria del Monte proprietaria del Museo. «L’affidare da parte di due collezionisti opere di questo livello al Sacro Monte di Varese testimonia come questo sito UNESCO sia custode di un patrimonio antico, che continuamente si rinnova e che sempre di più viene percepito e vissuto come un patrimonio di tutti, da valorizzare e tutelare». L’ “Interno del Duomo di Milano con l’altare di Santa Tecla” rientra tra le moltissime opere che Bisi dedicò al Duomo di Milano. «Bisi nella produzione artistica prediligeva gli interni delle chiese», spiega Marina Albeni di Archeologistics, realtà varesina impegna nella valorizzazione dei beni culturali cui è affidata la gestione del Museo Baroffio. «Addirittura, si dice che abbia dipinto l’interno della cattedrale milanese per ben 86 volte. In questa serie rientra anche l’opera donata al Museo che fu esposta, tra l’altro, all’Esposizione nazionale del 1872. La produzione del Bisi raccolse già tra i contemporanei un unanime parere favorevole, che ancora oggi attesta l’interesse di queste vedute nelle quali la visione pittorica dell’artista continuamente si rinnova: per Bisi il Duomo era un paese, una valle, un mondo intero che l’artista guardava e scopriva ogni volta». Il Museo Baroffio e del Santuario è però al centro di un grande interesse in questo periodo: le richieste di prestito e i restauri sono la testimonianza dell’importanza che questo luogo della cultura e la sua collezione ricoprono. È stato da poco stato disallestito il cosiddetto “Paliotto leonardesco”. L’opera, una delle più rappresentative del Museo, è stata portata nel laboratorio di restauro della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, per essere sottoposta a un intervento di restauro conservativo. L’opera sarà oggetto di una pulizia iniziale che permetterà di individuare e definire le fasi successive del restauro. Il paliotto, datato introno al 1490, viene definito “leonardesco” in quanto nella parte centrale riprende la celebre Vergine delle Rocce, nella versione oggi al Louvre, prima opera nota commissionata a Milano a Leonardo, terminata entro il 1486. L’originale ricamo a rilievo con figure imbottite, in parte dipinte a tempera, rappresenta a sinistra S. Girolamo penitente, con l’inseparabile leone, e a destra S. Francesco che riceve le stigmate, al centro la Vergine con il Bambino e San Giovannino inginocchiato. L’opera riveste una certa importanza in quanto tratta sicuramente dalla versione parigina della Vergine delle rocce: l’indizio principale è la mano dell’angelo con l’indice puntato verso S. Giovannino inginocchiato a ricevere la benedizione di Gesù; la mano, assente nella versione londinese, nel paliotto è posta entro l’aureola di Gesù Bambino. L’opera potrebbe ritornare in Museo dal restauro entro novembre 2022. Tra le novità del Museo Baroffio, si segnalano anche le diverse richieste di prestito per mostre internazionali che la realtà sacromontina sta ricevendo. Nel coso del 2022, un paio di opere lasceranno temporaneamente il Museo per essere ammirate in sedi nazionali ed internazionali. Sono novità che riempiono d’orgoglio il Sacro Monte e che configurano la collezione del Museo Baroffio come una delle più importanti e rappresentative del territorio. Il Museo Baroffio e del Santuario è aperto in occasione delle festività natalizie da domenica 26 dicembre 2021 a domenica 9 gennaio 2022. Il sabato, la domenica e i festivi dalle 10 alle 18; i giorni feriali dalle 14 alle 18. Il biglietto d’ingresso è valido anche per la visita alla Cripta del Santuario. INFO E PRENOTAZIONI www.sacromontedivarese.it Tel. 3664774873 Email: info@sacromontedivarese.it

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Il tempo e l’informazione: il festival Glocal guarda al giornalismo del futuro

Il tempo e l’informazione: il festival Glocal guarda al giornalismo del futuro. Dall’11 al 14 novembre a Varese la decima edizione del Festival del Giornalismo Digitale riflette sulle caratteristiche di una professione stretta tra nuove tecnologie, responsabilità e un tempo mutato dal Covid. Il mondo dell’informazione riflette sul tempo. Il tempo che il lettore dedica a informarsi, ma anche quello che scandisce la produzione e la pubblicazione delle notizie; il tempo di lavoro per i giornalisti, il tempo che gli strumenti digitali richiedono e il “nuovo” tempo imposto dal Covid. Con quasi 30 incontri in programma in quattro giorni e più di 80 relatori, si apre ufficialmente a Varese giovedì 11 novembre Glocal – Festival del Giornalismo Digitale, un appuntamento ormai storico che si rivolge a tutto il mondo dell’informazione e dei new media e che in questa sua decima edizione pone l’accento sul fattore tempo. «Il tempo è un tema centrale della vita delle persone – afferma Marco Giovannelli, direttore del festival -.  Il digitale ha cambiato radicalmente il modo di intenderlo e di viverlo, basti pensare al fatto che siamo connessi ogni attimo della nostra vita. Quest’anno il festival è caratterizzato da questa parola e non solo per i temi trattati, ma per le riflessioni che queste aprono. Eravamo abituati a un tempo fatto prevalentemente di cronologia, oggi questo è cambiato completamente e l’informazione non può non risentirne». Un tema ampio che nell’intenso programma viene affrontato in molte delle sue sfaccettature, ma che parte da una domanda: se il problema non fosse la mancanza di tempo dei lettori, ma il fatto che il giornalismo, o almeno una parte di esso, non è più all’altezza di meritare quel tempo? In questa ottica, doverosa è quindi una riflessione sul futuro del giornalismo: una professione che si muove tra notizie, mercato, pubblicità e deontologia, ma che ha “fame” di idee. Questo il tema del panel di apertura (l’11 novembre dalle 9 alle 11) con il presidente nazionale e il presidente lombardo dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna e Alessandro Galimberti, a colloquio con il sociologo Enrico Finzi e il giornalista Raffaele Fiengo. Sempre al futuro guardano l’appuntamento che chiude la prima giornata di Festival con il rettore della LIUC Federico Visconti e il giornalista de Il Sole 24Ore Luca De Biase, chiamati a riflettere sul lavoro, e l’incontro del 12 novembre con Mario Tedeschini Lalli fondatore di Offshore Journalism Toolkit e Marianna Bruschi, giornalista del Gruppo Gedi, protagonisti dell’incontro “Scrivere per il futuro: nuove opportunità, nuove libertà e nuove responsabilità”. Il tempo e la tecnologia sono al centro di una serie di panel che riflettono su come la seconda abbia cambiato il primo. Così Massimo Russo e Gianni Riotta guarderanno al potere delle piattaforme, come hanno polverizzato il concetto di territorio e “traslato” in un’altra dimensione le lancette dell’orologio. Si tratterà di intelligenza artificiale e di sicurezza informatica, ma anche del rapporto tra i millennial e il mondo dell’informazione.  Di come si informano i più giovani, di quali testate si fidano e di cosa chiedono al giornalismo, attraverso i risultati di una ricerca condotta dal Dipartimento di Diritto, Economia e Culture dell’Università dell’Insubria. Non ultimo, il tempo del podcast come long form del racconto giornalistico. Uno spazio importante è dedicato ai nuovi linguaggi come i podcast con l’esperienza di Chora Media con Mario Calabresi, ma anche altri come quelli prodotti da Internazionale e da altre testate. Ci sarà spazio al racconto di progetti nati dal giornalismo e diventati prodotti diversi dai giornali come libri e inchieste audio. Tra Covid, nuovi strumenti e nuovi tempi, Glocal mette al centro il tema della qualità del lavoro giornalistico. Sarà l’occasione per riflettere su com’è cambiato il modo di fare giornalismo, su ciò che merita di essere aggiornato in tempo reale e trattato in velocità e ciò che merita invece approfondimento, sui modi virtuosi di fare informazione veloce e su quando far risparmiare tempo al lettore diventa un punto d’onore per il giornalismo. Del tempo che è tornato indietro in Afghanistan e del ritorno dei Talebani si parlerà con Farian Sabahi, giornalista e docente Università dell’Insubria e Cecilia Sala, giornalista. E poi ancora, come raccontare i femminicidi e il mondo Lgbtqia+ rispettando le regole della deontologia. Le iniziative e gli eventi di Glocal si rivolgono agli operatori del settore, ma sono aperti a tutti. Inoltre, per i giornalisti, i workshop in programma sono riconosciuti dall’Ordine nazionale e danno la possibilità di ottenere crediti per assolvere l’obbligo di formazione professionale. Glocal prevede anche quest’anno uno “spazio” di formazione per giovani studenti impegnati a realizzare blog. L’ iniziativa, denominata BlogLab, è promossa e organizzata in collaborazione con il Consiglio regionale della Lombardia. Il Festival è organizzato da Varesenews, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, Anso – Associazione Nazionale Stampa Online e la Camera di Commercio che mette a disposizione alcune delle location più prestigiose, tra cui la Sala Campiotti in centro a Varese. www.festivalglocal.it

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